Per la filiera della
componentistica automotive italiana – stimabile in circa 2.400 aziende e 166.000 addetti diretti
(intero settore automotive: oltre 1,2 milioni di lavoratori), – comunque, il 2013
è stato un anno complessivamente positivo. Secondo le stime ANFIA, il fatturato
complessivo si aggira attorno ai 39 miliardi di Euro, con una crescita
contenuta rispetto all’anno precedente (+2,7%) soprattutto per via del
rallentamento della produzione di autoveicoli a livello nazionale (-2% rispetto
al 2012, con poco più di 658.000 unità) e anche in alcuni Paesi europei. Nello
stesso anno, le esportazioni della componentistica hanno raggiunto i 19,3
miliardi di Euro (+5,7%, in controtendenza rispetto all’andamento complessivo
di tutte le merci esportate a livello nazionale), con una bilancia commerciale
positiva di 8,2 miliardi di Euro (+7,7% rispetto al 2012), mentre le
importazioni hanno superato gli 11 miliardi di Euro (+4,2%). Le esportazioni
del settore pesano per il 4,9% di tutto l’export italiano, mentre le
importazioni incidono per il 3,1% circa, quote che salgono rispettivamente al
5,2% e al 3,9% se si esclude dal totale dei flussi di scambio commerciale il
comparto energia.
Nel primo trimestre
2014, le esportazioni di parti e accessori per autoveicoli raggiungono i 5,1 miliardi di Euro (+9,3% sullo stesso
trimestre del 2013) e le importazioni i 2,9 miliardi di Euro (+8,2%), con un
saldo attivo di 2,2 miliardi di Euro (+10,8%). Cresce il peso delle
esportazioni del settore sul totale delle merci italiane esportate, passando
dal 4,9% di fine 2013 al 5,3%, mentre le importazioni pesano per il 3,2% circa
(3,1% a fine 2013).
Le esportazioni e
la presenza diretta delle imprese della filiera sui mercati esteri hanno
seguito un trend crescente negli ultimi anni. Nonostante il ridimensionamento
della produzione domestica di autoveicoli, infatti, le aziende hanno saputo far
leva sui fattori di competitività, dirottando una parte crescente delle loro
produzione alle commesse estere. Le imprese più strutturate, dopo aver
conquistato e confermato la presenza su un mercato, danno il via ad
investimenti fissi aprendo stabilimenti produttivi in loco per la fornitura
locale, specie nelle zone a maggior crescita.
Il comparto aftermarket (componentistica
non destinata al primo impianto), generalmente anticiclico, presenta
un fatturato in
calo negli ultimi
anni. Secondo i
dati del Barometro Aftermarket – rilevazione
statistica interna al Gruppo Componenti ANFIA1 che fornisce un trend indicativo
dell'andamento del mercato su base mensile, sia a livello consolidato, sia a
livello di singole famiglie di prodotto – il fatturato della componentistica
aftermarket nel 2013 è calato del
3,5% rispetto al 2012 (anno che aveva chiuso a -7,5% dopo un
2011 positivo), seppur con variazioni percentuali diverse a seconda delle
famiglie di prodotto considerate. Il calo più marcato ha interessato i
materiali di consumo (-7,6%); seguono i componenti motore (-4,1%); pressoché
stabili i componenti di carrozzeria e abitacolo (-0,9%), mentre registrano una
crescita a doppia
1 Partecipano alla rilevazione 20 aziende, che rappresentano
il 20-25% circa del mercato cifra i componenti undercar (+10,9%). Nel 2014,
tuttavia, emergono segnali di ripresa. Sempre secondo il Barometro Aftermarket,
il fatturato complessivo, dopo un primo trimestre chiuso a
+1%, presenta una variazione positiva dell’1,6% nel primo
semestre 2014 rispetto al primo semestre 2013, con dinamiche diversificate per
le singole famiglie di prodotto: dal +12,4% dei materiali di consumo al +7,9%
dei componenti motore, mentre riportano un calo del 3,4% i componenti di
carrozzeria e abitacolo e dell’8,8% i
componenti undercar.
Secondo Paolo Vasone,
Coordinatore del Gruppo di lavoro Aftermarket del Gruppo Componenti ANFIA,
“L’inesorabile invecchiamento del parco circolante, in conseguenza della forte
contrazione delle vendite di auto nuove in Italia – nel 2013 l'età mediana (in
aumento rispetto al 2012) è arrivata a 12 anni e 2 mesi per le auto a benzina e
a 7 anni e 7 mesi per le auto diesel –
dovrebbe sostenere la domanda di riparazioni e manutenzione. Evidentemente,
però, altri fattori spingono a rinviare o a contenere il più possibile gli
interventi”.
“Tra questi
fattori – sottolinea Renzo Servadei, amministratore
delegato di Promotec, società
organizzatrice di Autopromotec – vi è senz’altro il consistente calo del
traffico, come emerge con grande chiarezza anche dagli ultimi dati sui consumi
di carburante, che ha comportato una minor usura degli autoveicoli”.
“Ci sono, poi,
alcuni trend maturati negli ultimi anni, che non possono passare inosservati
per gli operatori del post-vendita – ha proseguito Vasone. L’evoluzione della
domanda di mobilità in direzione di
un impiego più
ragionato della vettura,
infatti, implica anche
una maggiore attenzione alla
qualità dei servizi e dei prodotti in rapporto ai prezzi e, in generale, una
più accurata selezione delle offerte, anche grazie all’ampia disponibilità di
informazioni sui portali online. Inoltre, la complessità dei veicoli di ultima
generazione continua a crescere, sia in termini di gamma di sistemi di
alimentazione a disposizione, sia in termini di nuove tecnologie a bordo del
veicolo. Una complessità che si riflette sul mondo del ricambio e
dell’autoriparazione e che può essere gestita solo con adeguati programmi di
training, per l’acquisizione delle competenze indispensabili ad operare in sicurezza
e secondo le norme di riferimento”.
“A questo
proposito – ricorda Servadei - nelle ultime edizioni di Autopromotec, la più
specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e
dell’aftermarket automobilistico, spazio crescente si è dato proprio ai
problemi della formazione e dell’aggiornamento professionale degli operatori
dell’autoriparazione. Ed anche per la prossima edizione di Autopromotec, che si
svolgerà presso il Quartiere Fieristico di Bologna dal 20 al 24 maggio 2015,
sarà previsto un ricco calendario di iniziative destinate ad incidere
positivamente sulla professionalità degli operatori dell’aftermarket.”
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