Rischia di passare inosservato, nel pieno delle ferie di
agosto, un provvedimento che minaccia di cambiare radicalmente il percorso
intrapreso da tempo per le modifiche al Codice della Strada, attualmente in
discussione all'interno della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.
È stato, infatti, accolto l'emendamento avanzato ieri da
Scelta Civica che elimina la proposta di introduzione, anche in Italia, del
"senso unico eccetto bici" (detto anche "controsenso
ciclabile"), ovvero la possibilità per i ciclisti di procedere nel senso
inverso a quello delle auto in strade ben specifiche - aree 30 km/h su vie a
senso unico sufficientemente larghe e sempre a discrezione del sindaco, in
funzione alle esigenze del traffico locale - .
FIAB, la Federazione
Italiana Amici della Bicicletta che con i suoi 20.000 soci è la più forte
realtà associativa dei ciclisti italiani non sportivi, deplora quanto accaduto
e chiede ufficialmente ai rappresentanti di Scelta Civica di motivare la scelta
con dati e numeri inoppugnabili e pareri tecnici validi.
Il "controsenso ciclabile", infatti, è già
adottato con successo in moltissime città europee, non è pericoloso se
correttamente regolamentato e, inoltre, incentiva notevolmente l'utilizzo della
bicicletta per gli spostamenti all'interno dei centri urbani. I dati, di cui
nel nostro Paese non sembra sia importante tenerne conto quando si devono
prendere delle decisioni, ne sono una conferma.
Un esempio per tutti il caso Bruxelles dove sull'85% delle
strade a senso unico presenti in città - pari a ben 400 km - è ammesso il
"controsenso ciclabile". Secondo uno studio avvenuto nell'arco di tre
anni*, il 95% degli incidenti occorsi ai ciclisti nella capitale del Belgio è
avvenuto su strade prive di "controsenso ciclabile" e solo il 5% su
strade che prevedono il "senso unico eccetto bici"(e che
rappresentano il 25% del totale delle strade). Di questo 5%, inoltre, solo la
metà procedeva 'controsenso'.
"Nelle due città italiane in cui è stata ammessa, in
alcune strade all'interno delle aree 30 km/h, la circolazione delle biciclette
in senso opposto a quello delle auto, gli incidenti gravi ai ciclisti si sono
praticamente azzerati - dice l'on. Paolo
Gandolfi, relatore del disegno di legge in oggetto e profondo conoscitore
del tema - Il 'controsenso ciclabile' è, infatti, un tassello fondamentale nel
percorso di ristrutturazione della mobilità all'interno dei centri urbani, per
vivere in città sempre più sicure e sostenibili".
Giulietta Pagliaccio,
presidente nazionale FIAB commenta: "Sorprende non poco che, proprio
in pieno agosto, sia stato votato questo provvedimento quando molti sono in
vacanza e magari, come me, in bicicletta. Spesso i ciclisti sono considerati
un'utenza vulnerabile che, più di altri, patisce i comportamenti scorretti
sulla strada, ma non per questo meno attenta sul piano legislativo.
Chiedo a tutti coloro che, all'interno delle istituzioni,
hanno a cuore il tema della mobilità sostenibile, di non schierarsi da una
parte o dall'altra, ma di unire le forze in maniera trasversale affinché, in
ogni occasione, si possa arrivare a regole sensate e condivise per lo sviluppo
di città più vivibili.
Auspichiamo, infine, di poter avere anche in Italia una
normativa che, in tema di mobilità ciclistica, ravvicini il nostro Paese
all'Europa".
www.fiab-onlus.it
* Lo studio condotto a Bruxelles su 992 incidenti occorsi ai
ciclisti nel 2008,2009 e 2010 è stato presentato nel settembre 2013 a Roma
nella sala del Mappamondo della Camera dei Deputati.
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