giovedì 30 aprile 2020

Be Charge accende la spia del cambiamento

L’Amministratore Delegato di Be Power, Paolo Martini.
Gli investimenti e l’innovazione non si fermano: l’accelerazione dopo il lockdown.
Be Charge ri-carica la mobilità elettrica. Con 150 milioni di euro di investimenti nei prossimi 3-5 anni, Be Charge accelera dopo il lockdown con un programma ambizioso di elettrificazione della Penisola.

 Sono già oltre 3.500 i punti di ricarica Be Charge operativi sul territorio italiano e altri 4.000 sono in fase avanzata di sviluppo per realizzare uno dei maggiori e più capillari network di infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici in Italia.
Nel corso della conferenza stampa telematica odierna, l’Amministratore Delegato di Be Power, Paolo Martini, ha fatto il punto sulla situazione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in Italia illustrando i piani di sviluppo della rete Be Charge che conta già oggi 1.500 punti di ricarica installati (quasi 800 colonnine) di cui una buona parte attualmente in fase di attivazione (attività sotto il controllo dei distributori locali di energia elettrica) vantando una diffusività ed una capillarità unica sul territorio nazionale. La messa a terra di altri 2.000 punti di ricarica (già contrattualizzati) è attualmente “work in progress” ed oltre 4.000 punti di ricarica sono in fase avanzata di sviluppo per un piano complessivo di medio termine di 30.000 punti di ricarica.
 Contesto: la mobilità elettrica sta arrivando
Alcuni indicatori di mercato confermano la rapida transizione verso una mobilità elettrificata:
1. Il costo delle batterie è in rapida discesa: si è passati dai mille dollari per kWh del 2010 agli attuali circa 180 dollari per kWh con una proiezione a meno di 109 dollari per kWh nel 2025 e 73 dollari per kWh neo 2030 (fonte Morgan Stanley su dati del Politecnico di Monaco);
2. La capacità produttiva di batterie sta velocemente crescendo da 103 GWh del 2017 a 271 GWh del 2021;
3. I costi di produzione di vetture elettriche a batterie sta precipitando. Se nel 2017, ad esempio, il costo delle batterie da 50 kWh per un’auto elettrica incidevano per circa il 35% sul costo totale di produzione, si prevede che nel 2025 il peso economico di questa componente possa scendere sotto il 25% e contestualmente il costo totale di produzione delle auto elettriche si ridurrà del 15% circa, rendendole economicamente più convenienti rispetto a vetture a benzina, Diesel o ibride;
4. Il quadro normativo punta chiaramente alla riduzione delle emissioni di CO2, con la soglia di 59 g/km di CO2 emessi dall’intera flotta di vetture vendute nel 2030. Anche in caso di slittamenti per via della crisi sanitaria, la strada verso la riduzione delle emissioni climalteranti è chiara e sarà raggiungibile soltanto attraverso la vendita di un sempre crescente numero di auto elettriche a batterie.
Il mercato dei veicoli elettrici sta velocemente crescendo trasformandosi da un contesto di nicchia ad un mercato di massa. Le auto elettriche circolanti in tutto il mondo a fine 2019 erano circa 5 milioni, ma già entro la fine di quest’anno si stima una crescita che porterà almeno al raddoppio: da 9 a 20 milioni. Nel 2025 si stimano 40-70 milioni veicoli elettrici circolanti, fino a raggiungere i 500 milioni nel 2050. (fonte: The Electric Vehicle Outlook 2019 by Bloomberg New Energy Finance BNEF).
La crescita del mercato dei veicoli elettrici a batteria è in pieno sviluppo anche in Italia con oltre 48.000 vetture già vendute e circolanti ad inizio 2020 e 4-6 milioni previste entro dieci anni. Di pari passo cresce la rete dei punti di ricarica che a inizio 2020 contava già 7.000 stazioni di ricarica con una previsione di oltre 45.000 per il 2030.
La recente crisi sanitaria ha sicuramente impattato sul comparto come sul resto dell’economia, ma si stima che il minor utilizzo di mezzi pubblici porterà ad una maggiore diffusione del car sharing elettrico, così come la minor propensione ai viaggi al di fuori dei confini nazionali porterà alla riscoperta delle bellezze del nostro Paese attraverso una mobilità dolce, probabilmente elettrica. L’accresciuta attenzione collettiva alle problematiche ambientali indurrà probabilmente a comportamenti dei consumatori maggiormente consapevoli e quindi ad una maggiore propensione all’acquisto di vetture elettriche ed elettrificate.
 Il ruolo dell’infrastruttura pubblica nel nostro Paese risulta determinante per via della scarsità di posti auto privati disponibili per la moltitudine di cittadini che abita in condominii. Soltanto con investimenti sostanziali per l’ampliamento delle infrastrutture pubbliche di ricarica su tutto il territorio sarà possibile garantire una graduale transizione verso l’elettrificazione. Investimenti che peraltro non incidono sul debito pubblico perché interamente a carico dei privati titolari dei punti di ricarica. Considerando un parco circolante di oltre 40 milioni di autovetture (oltre 660 ogni mille abitanti) l’Italia è uno dei Paesi a più alto tasso di motorizzazione al mondo e con una popolazione di oltre 60 milioni di abitanti (la 4ª per estensione nell’UE), lavorare all’infrastruttura pubblica significa anche democratizzare l’accesso alla mobilità elettrica.
La catena del valore nell’infrastruttura di ricarica vede impegnati diversi attori: il proprietario del punti di ricarica, il gestore del punto di ricarica (Charge Point Operator - CPO) e i fornitori di servizi di E-mobility verso gli utenti finali (Mobility Service Provider - MSP) che insieme contribuiscono allo sviluppo della mobilità elettrica in modo fluido e semplice.

Be Charge pronta a ripartire
Be Charge è un operatore integrato per la mobilità elettrica che consente ai possessori di veicoli elettrici di ricaricare su tutto il territorio nazionale attraverso la propria infrastruttura di ricarica pubblica. Il piano industriale di Be Charge prevede l'installazione sull’intero territorio nazionale di circa 30.000 punti di ricarica nei prossimi 3-5 anni che erogheranno energia al 100% proveniente da fonti rinnovabili, per un investimento complessivo superiore ai 150 milioni di euro. Il servizio ai clienti è completamente digitalizzato sia nei processi sia nell’interfaccia grazie ad una App per smartphone dedicata. l’App Be Charge copre tutta la rete nazionale, è di facile utilizzo, permette lo smart charging, il pagamento elettronico mostrando in tempo reale la disponibilità dei punti di ricarica e conservando la cronologia delle ricariche e dei relativi pagamenti effettuati. Tutte le stazioni di ricarica sono inoltre monitorate 24 ore su 24 da un help desk dedicato.
Be Charge presente in modo capillare in tutta Italia
Be Charge interloquisce su tutto il territorio nazionale sia con amministrazioni pubbliche che con soggetti privati (grandi e piccoli) con parcheggi ad accesso pubblico come la grande distribuzione organizzata (GDO), catene di ristorazione, hotel, centri sportivi, ecc. Seguendo i principi di affidabilità, interoperabilità, capillarità e resilienza, Be Charge punta ad installare la colonnina giusta nel posto giusto: Quick Charge da 22 kW nelle aree urbane e Hyper Charge fino a 300 kW DC nelle aree urbane o extraurbane di scorrimento.
Tra le varie installazioni Be Charge ha realizzato – o sta per installare – numerose colonnine (anche fast charge) in alcuni grandi comuni italiani come Torino (oltre 300 punti di ricarica), Milano (oltre 300), Roma (320) e Rimini (100). Nei parcheggi di interscambio dell’ANM di Napoli Be Charge installerà 120 colonnine (240 punti di ricarica) in seguito all’aggiudicazione di un bando privato-pubblico. I primi 30 punti di ricarica sono stati istallati a Bologna ed altri 80 progetti sono stati approvati dalla giunta comunale. Treviso può contare su 94 Punti di ricarica installati e operativi.
A testimonianza della capillarità della rete Be Charge, i comuni interessati dall’installazione di punti di ricarica sono indistintamente di grandi, medie e piccole dimensioni, dal Centro-Nord (tra i tanti Tortona, Pesaro, Chieti, Pescara, Sassuolo) al Sud Italia (Termini Imerese, Marsala, Monopoli, Cerignola, Cefalù). Particolari progetti territoriali diffusi sono quelli relativi ai borghi più belli della Sicilia o i Comuni della Valle d’Aosta. In totale sono oltre 500 i comuni che hanno già deciso di ospitare infrastrutture di ricarica Be Charge e tanti altri sono in fase autorizzativa preliminare.
Nel proprio piano di sviluppo Be Charge ha trovato l’appoggio di varie utilities territoriali quali, ad esempio, Ascotrade (Veneto) , CVA (Valle d’Aosta) e Iren (Torino) con le quali sono state strette delle forti partnership per la copertura dei territori di riferimento con lo sviluppo attivo della rete, così come con gestori di grandi flotte elettriche come, ad esempio, E-Vai in Lombardia, ed altri partner su tutto il territorio nazionale (i.e. Sicily by Car). L’attività di sviluppo della rete sta proseguendo con l’obiettivo di coprire tutto il territorio. Be Charge ha già raggiunto accordi per la fornitura di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici con i comuni di Parma (50 punti di ricarica), Biella e provincia (106), Cesenatico (20) e Piacenza.








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