Dal campionato IndyCar passando per il motore V10 destinato
a un’auto sportiva che non ha mai visto la luce fino alla possibilità di
lavorare alla rinascita di una leggenda: la lunga e illustre carriera di Yasuhide Sakamoto lo ha visto al lavoro
sui più entusiasmanti progetti di sviluppo dei propulsori Honda di questi
ultimi vent’anni. Mentre i giornalisti europei hanno approfittato della loro
prima possibilità di guidare la nuova
NSX, Sakamoto-san ci svela i retroscena del proprio lavoro.
Può riassumerci la
Sua carriera prima di prendere parte al progetto NSX?
“Nel corso della mia carriera, ho avuto il privilegio di
partecipare a una serie di progetti importanti. Nei primi 17 anni con Honda, ho
lavorato allo sviluppo dei propulsori per la produzione di serie, inclusi i
motori V6.
Tra il 2000 e il 2007, mi sono dedicato allo sviluppo del
programma IndyCar di Honda. Nel corso della mia collaborazione con i colleghi
di Ilmor, siamo diventati i principali fornitori di motori del campionato.
Nel 2007, ho fatto rientro in Giappone per iniziare a
lavorare sul propulsore V10 destinato a un’auto sportiva Honda, che però non è
mai stata lanciata sul mercato. L’incarico successivo mi ha riportato alle mie
origini nella produzione di serie, in qualità di Large Project Leader
responsabile dello sviluppo dei propulsori sulla Accord 2013.
Dal 2012, sono tornato allo sviluppo di motori ad alte
prestazioni con l’entusiasmante progetto NSX. Sono così contento di aver fatto
parte del team che ha dato vita a questa auto.”
Si tratta di uno dei
primi progetti di sviluppo di respiro mondiale lanciati da Honda. In che modo
questo progetto è stato diverso dagli altri a cui ha partecipato?
“I progetti di sviluppo congiunto tra colleghi giapponesi e
americani, in realtà, non sono così rari in Honda. Ci capita spesso di
ottimizzare un design esistente attraverso sviluppi che prevedono modifiche
minori.
Il progetto NSX è stato diverso perché abbiamo sviluppato
ex-novo un nuovo gruppo propulsore di pari passo con il telaio. Le tempistiche
ristrette per lo sviluppo e il coordinamento tra colleghi americani e
giapponesi lo hanno reso un progetto davvero ambizioso.”
Per quali ragioni
avete optato per un nuovo gruppo propulsore così d’avanguardia anziché per un
modello più tradizionale?
“Il propulsore che abbiamo deciso di utilizzare è
l’espressione della sensazione che vogliamo far provare al conducente e dei
livelli di performance che desideriamo raggiungere.
Nello sviluppare il vecchio progetto dell’auto sportiva V10,
ci prefiggevamo obiettivi diversi. Con la nuova NSX, però, abbiamo voluto
raggiungere la sensazione di risposta istantanea. Questa sensazione non è
possibile senza il gruppo propulsore all’avanguardia che abbiamo sviluppato”.
Vi siete confrontati
con i team Honda Racing nelle fasi di sviluppo del gruppo propulsore?
“Sebbene non vi sia stato un collegamento ufficiale tra lo
sviluppo di NSX e i team Honda Racing, molti degli associati vantano una lunga
esperienza nel mondo delle corse; e sono mossi dallo stesso spirito e dalla stessa
ambizione di raggiungere performance elevate.
Nel corso del progetto, in molti sono passati dal team NSX
allo sviluppo del motore per la Formula 1. Grazie all’esperienza di sviluppo
acquisita lavorando al gruppo propulsore di NSX, la loro presenza è stata
determinante nel rientro di Honda in Formula 1.
Questa rotazione ha fatto sì che lo sviluppo di NSX servisse
da incubatrice di nuove idee e spirito creativo, che si sono poi diffusi in
tutta Honda.”
Secondo Lei, come si
svilupperà nel tempo questa piattaforma? Qual è la Sua visione della futura
versione di NSX?
“Fondamentalmente crediamo che esistano due direzioni per
gli sviluppi futuri. Una verso il potenziamento del motore a combustione;
l’altra verso un minore affidamento sul motore a combustione e su una maggiore
potenza derivata dagli elementi elettrici. Al momento, non abbiamo la certezza
di quale sia la via migliore; quindi le stiamo sondando entrambe.
Adesso che NSX è nelle mani di giornalisti e clienti, non
vedo l’ora di sapere cosa ne pensano in merito alla direzione che dovremmo
prendere. Sarà un feedback fondamentale che aiuterà il team a decidere il
miglior passo da intraprendere.”
In quali corse
automobilistiche Le piacerebbe vedere competere la NSX?
“In generale, ho una forte affinità con le gare di endurance
e prima o poi vorrei vedere la nuova NSX competere sul percorso Le Mans nella
classe GT.”
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