L’export verso i
Paesi UE pesa per il 70% e il primo paese di destinazione è la Germania,
mentre in Asia è la Cina a condurre la classifica - Nel primo semestre 2014,
l’export della filiera dei componenti per autoveicoli ha raggiunto 10,2 miliardi di Euro, con una crescita
del 5% rispetto a gennaio-giugno 2013. Nello stesso periodo, crescono anche le
importazioni (+6,4%), per un valore di 5,9 miliardi di Euro, portando così la
bilancia commerciale a un saldo positivo di 4,2 miliardi di euro, il 3,1% in
più rispetto al 1°semestre 2013.
Questi risultati derivano da un 1° trimestre positivo
(export a +9,3% e import a +8,2% rispetto al 1° trimestre 2013), a cui ha fatto
seguito un 2° trimestre ancora positivo, ma in rallentamento a confronto con il
primo (export a +0,9% e import a +4,6% rispetto ad aprile-giugno 2013).
Le esportazioni del
settore componenti rappresentano il 5,2% di tutto l’export italiano (era il
4,9% a gennaio-dicembre 2013) – a sua volta in rialzo del 2% nel semestre
- mentre le importazioni valgono il 3,3% circa, quote che
salgono rispettivamente al
5,4% e al 4% se si esclude dal totale dei flussi commerciali
il comparto energia.
Il 2013, per la componentistica, si era chiuso, invece, con
l’export a +5,7%, per un valore di 19,3 miliardi di Euro, e con un saldo
positivo della bilancia commerciale di 8,2 miliardi di Euro (+7,7%). ha chiuso
a -1,5%, con un calo del 5,6% per le autovetture e pesanti flessioni a due
cifre per i veicoli industriali – e un mercato auto interno che mostra una
ripresa solo parziale e altalenante (+3,6% nei primi 9 mesi del 2014), la
componentistica italiana continua a dimostrare una forte capacità di
differenziazione e di penetrazione sui mercati
internazionali – ha
dichiarato Aurelio Nervo, Presidente
del Gruppo Componenti ANFIA.
La filiera della componentistica ha oggi in Italia un peso economico rilevante:
sono circa 2.400 le imprese operanti nel
settore, per un totale di 165.000 addetti diretti (compresi gli operatori del
ramo della subfornitura) e un fatturato complessivo di circa 38,7 miliardi di
Euro.
Si tratta di una filiera che ha rafforzato, anche negli anni
della crisi, la sua propensione
all’internazionalizzazione,
riuscendo a contenere
le perdite proprio grazie al crescente peso delle
commesse estere: nel confronto 2013-2007, le autovetture e i veicoli
commerciali e industriali hanno registrato contrazioni di mercato del 57% e del
28% rispettivamente, mentre per il fatturato della componentistica la flessione
è stata del 15% circa.
Dal 2008 al 2013, la bilancia commerciale della
componentistica ha registrato un incremento del 20% – ha concluso Nervo. Adesso
si esporta di più che nel 2007, prima della crisi e questa filiera merita di
essere promossa a livello internazionale, anche per attrarre investimenti sul nostro
territorio”.
Sempre in riferimento al 1° semestre 2014, l’export della
componentistica verso i paesi UE vale 7,2 miliardi di Euro (+8,2%) e pesa il
70% di tutto l’export componenti (era il 68,2% un anno fa), con un avanzo
commerciale di 2,7 miliardi di Euro (era di 2,4 miliardi a gennaio-giugno
2013). L’export verso i paesi extra UE è di 3 miliardi di Euro (-1,9%) e
produce un saldo positivo di 1,5 miliardi di Euro, pari a un terzo della
bilancia commerciale componenti (4,24 miliardi di euro).
La classifica dell'export per paesi di destinazione vede al
1° posto la Germania con 2,1 miliardi di Euro e una quota del 21% sul totale;
seguono Francia (11% di quota), Spagna (8%), USA (7%), che supera di poco UK
(6,9%), Polonia (6,8%), Turchia (3,7%), Brasile (2,8%), Austria (2,7%) e Belgio
(2,4%).
Le aziende italiane esportano verso l'area NAFTA componenti
per un valore di 902 milioni di euro, in crescita del 23% e un saldo attivo di
690 mln. L'Italia esporta verso l'area Mercosur componenti per 330 milioni di
euro, in calo del 32% rispetto ad un anno fa, ma con un saldo attivo di 273
milioni.
Il primo mercato asiatico è la Cina (183 milioni di
Euro,+8,9% rispetto a gennaio- giugno 2013 e un saldo negativo di 314 milioni),
seguono Giappone (122 milioni di Euro, +52%, con un saldo positivo di 24
milioni) e India (114 milioni di Euro, +22%).
La suddivisione dei componenti in macro-classi, vede il
comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare il 66%
del valore dell'export con 6,7 miliardi di euro e un saldo attivo di 3,6
miliardi. Seguono il comparto dei motori, per un valore di 2,1 miliardi di
Euro, che pesa per il 20% sul totale, e un saldo attivo di 743 milioni di euro
e il comparto dei componenti elettrici e affini, che vale il 7,6% dell’export,
pari a 777 milioni di Euro, con un saldo pari a 103 milioni di Euro. Pneumatici
e componenti riproduttori del suono, invece, presentano saldi negativi.
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