È l'export Italiano
che può trainare
l'Italia fuori dalle
secche della crisi. E tra
i settori, quello
ad avere le maggiori probabilità di successo
è il manifatturiero. Inizia con
questa certezza il
FIMI - Forum Internazionale Made in Italy che Messe Frankfurt,
la Fiera di Francoforte, ha organizzato in collaborazione
con Il Sole 24 Ore e
che si è svolto a Milano. Tema dell'incontro è la
conquista dei
mercati internazionali da parte delle nostre
eccellenze produttive.
In quale modo? I relatori sono d'accordo nel sostenere che
le fiere
possono essere la chiave del successo.
Proprio dalle fiere, infatti, passa il
20%
dell'export
italiano ma tanto ancora si deve fare avendo ben presente che non si
può più avere una visione limitata della propria attività. "Il
proprio orticello
non basta più. Ma non basta più nemmeno
guardare solo all'Italia, o alla
Germania
o alla
Francia. La visione
dalla quale non si
può prescindere oggi è l'Europa". A dirlo è Aldo Bonomi, Fondatore e
Direttore dell'Istituto
di ricerca Aaster. E lo
dice dopo che Detlef Braun,
membro del direttivo di Messe Frankfurt, ha svelato il significato della
parola
“coopetizione”, concetto che fa da cappello a tutte
le strategie del più grande ente fieristico tedesco.
"La cooperazione
con i nostri concorrenti ci
permette di
creare una situazione
win-win
in cui tutti vincono. In tempi come questi
il segreto del successo è puntare
sulle
piattaforme
vincenti. Questo - aggiunge
Braun -
significa forse che i più piccoli e isolati scompariranno ma
significa anche che a rimanere saranno solo i
migliori, quelli che
dalla collaborazione
con l'altro, anche se l'altro è un concorrente,
sono capaci di trarre
insegnamenti e spunti per
la
crescita".
Questa filosofia
di ”coopetizione” in Italia è messa
in pratica dal
team di Messe Frankfurt
che proprio
a Milano
ha la
sua sede. "Quello
che cerchiamo di fare ogni giorno - spiega Donald Wich, AD
Messe Frankfurt
Italia - è trasferire
in Italia il modello
tedesco che
ha portato al miracolo
dell'export
in
Germania, frutto di una partnership tra le
imprese manifatturiere, le
associazioni e gli enti fieristici". Tra il capitalismo tedesco e quello
italiano però
ci sono delle differenze
come spiega bene Aldo Bonomi. "Quello che abbiamo noi è un
capitalismo manifatturiero molto legato al territorio. La domanda che
dobbiamo farci
è:
alla fine
di questa crisi, questo tipo di capitalismo
permetterà
al nostro
settore manifatturiero
di essere ancora al 2°
posto
in Europa?".
Il capitalismo italiano è nato con
la Fiat e l'Olivetti.
Poi sono arrivati i distretti
produttivi ma questi stanno subendo una
grande metamorfosi tant'è
vero
che "oggi - secondo Bonomi - il nostro capitalismo di territorio
è riassumibile in 19 piattaforme territoriali
tra
cui la Via Emilia, l'arco alpino, le due pedemontane che vanno da Torino a Trieste, le città adriatiche, l'asse
tosco-umbro- marchigiano
e l'asse pugliese". Per la
loro sopravvivenza l'export
diventa fondamentale così come fondamentale
diventa la scelta della
piattaforma fieristica che garantisce la maggiore visibilità
internazionale. Messe Frankfurt esiste
da 800 anni, nel 2012
supererà i 500mln
di fatturato ed è tra gli hub fieristici
più presenti
in tutto
il mondo.
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