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La Volkswagen festeggia al Salone di
Parigi il debutto della nuova Golf. La Golf di settima generazione si svela per
la prima volta in occasione di un Salone internazionale prima del lancio sui
mercati europei previsto a partire dall’autunno. Passo dopo passo, approderà poi
in tutti i continenti. La Volkswagen ha pensato alla capitale francese anche per
presentare i prototipi pre-serie delle nuove Golf BlueMotion e Golf GTI.
La
Golf BlueMotion (110 CV) spicca nella categoria con consumi nel ciclo combinato
di appena 3,2 l/100 km a fronte di emissioni di CO2 di 85 g/km,
mentre la nuova Golf GTI con i suoi 6,0 l/100 km (pari a 140 g/km di CO2)
dimostra come anche le vetture sportive possano essere moderate nella richiesta
di carburante. Il consumo della Golf GTI 220 CV, che per la prima volta disporrà
del pacchetto opzionale Performance per l’aumento della potenza a 230 CV, è
stato ridotto rispetto al modello precedente (210 CV) di ben 1,3 litri, ovvero
del 18%.
Innovativa – Fino a
100 kg più leggera della precedente
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“Sei generazioni di Golf, dal 1974 al 2012. Un successo
che dura da 38 anni, una bestseller mondiale venduta in 29,13 milioni di
esemplari, un fattore economico di straordinaria importanza, una garanzia di
sicurezza a livello occupazionale e, per decenni, un punto di riferimento nel campo
del progresso tecnico”, afferma Martin
Winterkorn, Presidente del Gruppo Volkswagen. Poi prosegue: “Con la settima generazione della Golf vogliamo
continuare questa storia di successi. Il potenziale di questa Volkswagen è
dimostrato dalla riduzione del peso ottenuta. Nonostante la nuova Golf sia più
sicura, più comoda e più spaziosa del modello precedente è ora fino a 100 kg
più leggera e fino al 23% più parca, nel caso del nuovo motore benzina da 140
CV con sistema di gestione attiva dei cilindri, e consumi pari a 4,8 l/100 km”.
Con la nuova Golf, consumi a questo livello sono la norma, non l’eccezione. I
modelli di accesso consumano 4,9 l/100 km (motore benzina 1.2 TSI 85 CV) e 3,8
l/100 km (motore Turbodiesel 1.6 TDI 105 CV), inoltre le emissioni di CO2
del TSI sono pari a 115 g/km mentre quelle del TDI, con 99 g/km, restano sotto
la soglia dei 100 g/km.
All’avanguardia –
La prima Volkswagen con frenata anti collisione multipla
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Sicurezza e comfort di un altro livello. Nel tentativo di eliminare ogni grammo possibile è
necessario accertarsi che i passi avanti in questo campo non vadano a discapito
di altri aspetti. Anche in questo caso la Volkswagen dimostra che la Golf è più
che mai sinonimo di democratizzazione del progresso e perfezione nei dettagli:
più grande (più spazio libero per le gambe nel vano posteriore e 30 litri in
più di capacità del bagagliaio), dotata di nuovi pionieristici sistemi di
sicurezza come la frenata anti collisione multipla (di serie), il sistema
proattivo di protezione degli occupanti, nonché la regolazione automatica della
distanza ACC con Front Assist, la funzione di frenata di emergenza City, il nuovo
sterzo progressivo (che sarà di serie sulla GTI) e gli organi di sospensione
delle ruote di nuova concezione; e ancora, la possibilità di scegliere tra
diversi programmi di guida, touchscreen di serie su tutti i modelli e un
universo completamente nuovo di sistemi di infotainment ed entertainment con un
display, nelle versioni top di gamma, che reagisce ai movimenti della mano
tramite un sensore di prossimità.
Golf BlueMotion prototipo
– Sarà la Golf più parca nei consumi di sempre
- In anteprima, la Volkswagen presenta a Parigi il prototipo di una delle vetture più parche nei consumi esistenti al mondo: la nuova Golf BlueMotion. Questa Golf, con il suo Turbodiesel 1.6 TDI di nuova concezione, vanta, infatti, un consumo nel ciclo combinato di appena 3,2 l/100 km, a fronte di emissioni di CO2 di soli 85 g/km. La Golf BlueMotion 110 CV, che raggiunge i 202 km/h (valore stimato), è una versatile cinque posti per tutta famiglia, sicura, confortevole e adatta all’impiego quotidiano. Sul mercato, la Golf BlueMotion della terza generazione arriverà a metà del 2013.
- Sempre più parca nei consumi. La prima generazione della Golf BlueMotion fece il suo debutto cinque anni fa al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra, approdando sul mercato alla fine del 2007. All’epoca la Golf BlueMotion si era imposta, con i suoi 4,5 l/100 km (a fronte di emissioni di CO2 di 119 g/km), come nuovo punto di riferimento in materia di ecocompatibilità. Nel 2009 la Volkswagen presentò, sempre a Ginevra (ancora come prototipo) la Golf BlueMotion di seconda generazione, il cui consumo nel ciclo combinato era stato ridotto a 3,8 l/100 km (pari a 99 g/km CO2) mentre per la versione di serie di questa Golf BlueMotion si dovette attendere l’ottobre dello stesso anno. Il fatto che la Volkswagen sia riuscita a ridurre i consumi della Golf BlueMotion di terza generazione di ulteriori 0,6 l (15%) e le emissioni di CO2 di altri 14 g, evidenzia un continuo progresso tecnologico tale da fare della Casa un indiscusso punto di riferimento. Con una capacità del serbatoio di 50 l e un consumo nel ciclo combinato di 3,2 l/100 km, la nuova Golf può raggiungere un’autonomia teorica di ben 1.562 km.
Golf GTI prototipo – Due diverse potenze e nuovo
sterzo progressivo
- Quattro anni fa debuttò a Parigi, ancora come prototipo, la sesta generazione della bestseller. Ora, nell’autunno 2012, al Salone di Parigi, la Volkswagen presenta il prototipo della Golf GTI settima generazione. In questo modo la casa di Wolfsburg anticipa l’immediato futuro della gamma Golf. La nuova Golf GTI sarà in vendita in Germania a partire dall’inizio del 2013.
- 220 e 230 CV. La Golf GTI è dotata di una nuova versione ulteriormente sviluppata del motore della serie EA888, un turbo benzina a iniezione diretta da 220 CV. Per la prima volta nella sua storia, la Golf GTI sarà disponibile, a richiesta, con il pacchetto Performance che porta la potenza massima a 230 CV. Entrambe le versioni della GTI (con o senza pacchetto Performance) sono dotate di sistema start/stop di serie e già ad oggi sono conformi alla normativa sui gas di scarico Euro 6 che entrerà in vigore solo dal 2014; inoltre raggiungono gli stessi consumi ridotti, pari a 6,0 l/100 km (CO2: 140 g/km). Entrambe sono offerte anche con cambio DSG a doppia frizione a 6 rapporti (in alternativa al manuale 6 marce di serie). Rispetto alla generazione precedente, sul nuovo modello è stato possibile aumentare ulteriormente la proverbiale e straordinaria agilità della Golf GTI su due livelli distinti.
- Livello 1 – GTI. Forte dei suoi 220 CV, la GTI sviluppa ora 10 CV di potenza in più rispetto alla precedente. Parallelamente è stato possibile aumentare la coppia massima di ben 70 Nm, arrivando a 350 Nm. In questo modo la nuova Golf GTI si trova esattamente sullo stesso livello della Golf R, che però disponeva di un motore TSI di altra generazione. Così equipaggiata, la Golf GTI ha una straordinaria capacità di ripresa: in quarta marcia accelera da 80 a 120 km/h in 5,0 secondi, in quinta in appena 6,0 secondi. Ecco altre cifre: la GTI accelera da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi, raggiungendo una velocità massima di 246 km/h.
- Livello 2 – GTI con pacchetto Performance. Chi sceglie questa soluzione passa al secondo livello. Come accennato, la potenza in questo caso aumenta di 10 CV, la coppia massima rimane identica. I 230 CV consentono di raggiungere una velocità massima di 250 km/h (stimata) e di passare da 0 a 100 km/h in soli 6,5 secondi.
- Nuovo bloccaggio del differenziale anteriore. Il pacchetto Performance, tuttavia, non si traduce soltanto in un aumento di potenza, ma anche in un miglioramento delle caratteristiche di marcia: oltre ai freni più potenti (e con il logo GTI sulle pinze), c’è il nuovo bloccaggio del differenziale anteriore con regolazione elettronica (VAQ), anch’esso proposto per la prima volta in questa forma.
- Nuovo sterzo progressivo. Tutte le nuove Golf GTI saranno inoltre dotate di serie di un nuovo sterzo progressivo. In estrema sintesi, questo sistema consente al conducente di ottenere l’angolo di sterzata desiderato con un minor numero di giri del volante rendendo così meno frequente la necessità di spostare le mani. Un concetto in apparenza semplice, in realtà rivoluzionario. Ci sono dei precedenti: gli sterzi convenzionali operano, infatti, con rapporto di demoltiplicazione costante. Il nuovo sterzo della Golf GTI, invece, opera con un rapporto di demoltiplicazione progressivo che, in fase di manovra e parcheggio, regala maggiore agilità alla vettura. Viceversa, su strade extraurbane caratterizzate da numerosi tratti in curva e in fase di svolta, il guidatore percepisce un netto vantaggio in termini di dinamica di marcia derivante dal rapporto diretto.
Golf I – Dal 1974 al 1983
La prima Golf prodotta in serie è
uscita dalla catena di montaggio di Wolfsburg nel marzo 1974 e a maggio ha
fatto il suo debutto nei Concessionari Volkswagen. Dopo che per decenni il
Maggiolino e quindi il motore e la trazione posteriori l’avevano fatta da
padroni, è finalmente iniziata una nuova epoca: quella del motore anteriore
montato trasversalmente e della trazione anteriore. Questa trasformazione era
stata introdotta poco tempo prima dalla Passat presentata nel 1973, la prima
vettura Volkswagen a trazione anteriore dopo la K70 ripresa dalla NSU. Grazie
alla Golf questa impostazione tecnica ha esordito nel segmento dei maggiori
volumi.
La Golf I progettata da Giorgio
Giugiaro doveva corrispondere alle enormi aspettative create precedentemente
dal leggendario Maggiolino, venduto in più di 21,5 milioni di unità, portando
avanti la storia di quella che fino ad allora era stata l’auto di maggior
successo al mondo. Nella primavera del 1974 nessuno poteva essere assolutamente
certo che anche la nuova auto sarebbe riuscita in questa impresa. Tuttavia la
soluzione di trazione moderna e sicura, la spaziosa configurazione degli
interni con sedili posteriori con schienali ribaltabili, la carrozzeria con il
comodo portellone posteriore e anche il design furono così convincenti che già
nell’ottobre del 1976 si poté festeggiare la vendita della milionesima Golf.
A quel tempo Volkswagen scrisse a
proposito della nuova auto: “La Golf offre il massimo in materia di spazio
utile e sicurezza ed è progettata all’insegna della praticità senza
compromessi. La bassa linea di cintura sottolinea l’essenzialità strutturale,
mentre il cofano anteriore digradante apre la visuale sulla carreggiata
immediatamente davanti alla vettura. Inoltre il lunotto estremamente ribassato
facilita le manovre in retromarcia”. Tutto questo è valido ancora oggi.
La prima generazione della Golf ha
costituito un punto di riferimento in fatto di progresso e tendenze in campo
automobilistico, così come tutte le Golf seguenti nelle rispettive epoche. Ad
esempio, con la prima Golf GTI (1976) la Volkswagen diede una svolta alla
dinamicità di questa classe; la Golf D (Diesel aspirato, 1976) e la successiva
Golf GTD (Turbodiesel, 1982) videro il Diesel fare breccia nel segmento delle
auto compatte. Nel 1979 con la Golf Cabriolet, l’auto scoperta più venduta al
mondo in quegli anni, la Volkswagen portò una ventata di aria fresca nella
classe che nel linguaggio popolare era già da tempo chiamata “classe Golf”.
Della prima generazione della Golf, comprese tutte le versioni derivate come la
Cabriolet e la Jetta a suo tempo di identica costruzione, furono venduti 6,72
milioni di esemplari in tutti i continenti e la Golf dimostrò così di essere la
degna erede del Maggiolino.
Golf II – Dal 1983 al 1991
Questa seconda Golf è stata la Volkswagen su cui ha
imparato a guidare la generazione dei baby-boomer, vale a dire di coloro che oggi
hanno circa cinquant’anni. Che dall’agosto 1983 non ci si sarebbe più seduti
gomito a gomito fu chiaro leggendo la cartella stampa del 1983: “Passo,
carreggiata anteriore e carreggiata posteriore sono stati incrementati
rispettivamente di 75, 23 e 50 mm. Lunghezza e larghezza della vettura sono aumentate
di 170 mm (3,99 m) e 55 mm (1,42 m)… I 37 mm in più tra pedale
dell’acceleratore e schienali dei sedili posteriori assicurano una misura
confortevole di 1.837 mm, mentre lo spazio all’altezza dei gomiti davanti e
dietro è rispettivamente aumentato di 92 mm e 112 mm. Nel modello a cinque
porte lo spazio a disposizione è addirittura di 120 mm”.
Da ricordare anche
che nel segmento della Golf è stato proprio questo modello a introdurre il
catalizzatore (1984), il sistema antibloccaggio (ABS, 1986) e il servosterzo, e
per la prima anche la trazione integrale (syncro, 1986). Inoltre già nel 1989,
con ben 23 anni di anticipo, la Volkswagen si basò su questa Golf per
presentare due prototipi, uno a trazione elettrica e uno a propulsione ibrida.
Nel giugno 1988, 14 anni dopo il debutto, la Golf abbatté il magico muro della
produzione di 10 milioni di esemplari! Dopo 6,41 milioni di unità, nel 1991 la
seconda generazione della Golf abbandonò il campo, per lasciare il posto al
modello successivo.
Golf III – Dal 1991 al 1997
Con la Golf terza generazione, a
partire dall’agosto 1991, la Volkswagen inaugurò una nuova era nel campo della
sicurezza. Da un lato la Golf III fu la prima Golf a montare dal 1992 gli
airbag frontali, dall’altro introdusse enormi progressi nel campo della
costruzione della carrozzeria, che migliorarono notevolmente le caratteristiche
di resistenza agli urti. Con il senno di poi si può affermare che con questa
Golf la Volkswagen realizzò davvero la democratizzazione della sicurezza
passiva, dato che la maggiore protezione costituì un vantaggio per milioni di
automobilisti in tutto il mondo.
Comunque, alla Golf III sono legate
numerose altre pietre miliari del modello; sotto la sua carrozzeria debuttarono
il primo motore a sei cilindri (VR6), il leggendario SNA (una combinazione di
frizione automatica e sistema start/stop) e il cruise control (regolatore della
velocità), il primo catalizzatore ossidante per i motori Diesel (1991), i primi
motori Diesel a iniezione diretta (TDI, 1993 e SDI, 1995) e i primi airbag
laterali (1996). Sempre nel 1996, in settembre, tutte le Golf furono
equipaggiate con ABS di serie. Inoltre, prendendo come base la terza Golf, nel
1993 la Volkswagen presentò una nuova Cabriolet, un nuovo modello a trazione
integrale (syncro II) e la prima Variant (station-wagon) della serie. Un anno
dopo, nel maggio 1994, la Volkswagen festeggiò i 15 milioni di Golf prodotte.
Nel 1997 la terza generazione uscì di scena dopo 4,96 milioni di esemplari prodotti.
Golf IV – Dal 1997 al 2003
Sotto la guida dell’allora
Responsabile Design del Gruppo Volkswagen Hartmut Warkuß si delineò quel design
essenziale e preciso che da una parte era più che mai rappresentativo della
storia del Marchio, mentre dall’altra preparava il terreno per affrontare il
futuro della Volkswagen. Il nuovo DNA del design Volkswagen ha origine in
questi anni. Oggi la Golf IV è considerata un’icona di stile dagli esperti di
design, di certo anche perché la purezza delle sue forme e il caratteristico
design dei montanti posteriori creavano un collegamento con la Golf I del 1974.
Comunque la Golf IV era pionieristica
non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello tecnico. Con questa
auto la Volkswagen raggiunse uno standard qualitativo completamente nuovo nel
segmento. Contemporaneamente, il debutto dell’ESP (1998) e del dispositivo di
assistenza in frenata proseguirono la democratizzazione nel campo della
sicurezza. Sempre nel 1998 la Volkswagen presentò la prima Golf a trazione
integrale con frizione Haldex, la Golf 4Motion. Un anno dopo, partendo dalla
Germania, l’ESP entrò a far parte della dotazione di serie. Nello stesso anno
fece il suo debutto la prima Golf con cambio a 6 rapporti. Nel 2001 seguì la
Golf GTI da 180 CV (per il 25° compleanno della GTI), oggi già considerata un
classico, e nel 2002 fu la volta della prima Golf con iniezione diretta di
benzina (FSI) e del debutto degli airbag per la testa (airbag a tendina) di
serie. Sempre nel 2002 la Volkswagen presentò inoltre quella che allora era la
Golf più sportiva di tutti i tempi: la R32 da 250 km/h. Nel 2003 fu questo
modello top della serie a essere disponibile per la prima volta con il
rivoluzionario cambio a doppia frizione DSG, rapido e in grado di far
risparmiare carburante: il cambio automatico della nuova era. Nello stesso anno
la Golf IV, la prima Golf completamente zincata disponibile con sistema di
navigazione e fari bixeno, dopo 4,92 milioni di esemplari abbandonò la catena
di montaggio a favore della Golf V.
Golf V – Dal 2003 al 2008
In fatto di comfort e dinamica questa
Golf si lasciò alle spalle molti modelli concorrenti della classe media
superiore. E anche per quanto riguarda la qualità. Al suo debutto nel 2003 la
Golf V si fece notare per il 35% in più di rigidezza torsionale che andava a
rafforzare la stabilità della carrozzeria saldata con il laser. Per la prima
volta la Golf poteva inoltre essere equipaggiata a richiesta con airbag
laterali nel vano posteriore; contando i sei airbag di serie (anteriori,
laterali anteriori e per la testa) a bordo si trovavano così otto cuscini
d’aria protettivi.
Sul fronte del comfort e della
dinamica la Golf V vantava tra l’altro un nuovo asse posteriore multilink a
quattro bracci e un nuovo cambio DSG a 7 rapporti, fari bixeno, sensore pioggia
e tetto scorrevole panoramico, senza dimenticare il debutto del primo motore
turbo benzina a iniezione diretta sulla Golf GTI (2004) e del primo Twincharger
al mondo (TSI, 2006) dotato di doppia sovralimentazione con turbocompressore e
compressore meccanico. Contemporaneamente la serie attirò l’attenzione di
un’ampia gamma di automobilisti grazie alle nuove varianti di carrozzeria: nel
2006 debuttò la Golf Plus mentre nel 2007 furono presentate la Cross Golf, una
nuova Variant e la Golf BlueMotion, il cui consumo nel ciclo combinato di soli
4,5 l/100 km aprì nuovi orizzonti. Quando nel 2008 fu presentata la Golf VI, la
generazione V era stata prodotta in 3,27 milioni di esemplari in tutte le
versioni.
Golf VI – Dal 2008 al 2012
In soli quattro anni, fino a fine luglio
2012, sono state 2,85 milioni le Golf costruite sulla base della sesta
generazione presentata nel 2008. Notevoli i passi avanti compiuti in fatto di
sicurezza: la nuova carrozzeria saldata con il laser era talmente stabile da
ottenere il massimo del punteggio, cinque stelle, nel crash-test EuroNCAP.
Inoltre la dotazione di serie comprendeva un altro airbag: l’airbag per le
ginocchia.
Per quanto riguarda la qualità, gli
interni della Golf VI si sono dimostrati particolarmente innovativi, mentre la
maggiore dinamica a fronte di un minore consumo era garantita da una gamma
sempre più ampia di motori TSI e dal passaggio del Turbodiesel (TDI) dal
sistema pompa-iniettore al sistema common rail. Il modello di punta per
ecocompatibilità è stata la Golf BlueMotion, con un consumo nel ciclo combinato
di soli 3,8 l/100 km equivalente a 99 g/km di CO2. Nuovi sistemi di
assistenza, come la regolazione automatica degli abbaglianti Light Assist, il
Park Assist e il sistema di assistenza nelle partenze in salita, e tecnologie,
come la regolazione elettronica delle sospensioni DCC, hanno fatto eleggere
“World Car of the Year” nel 2009 quella che all’epoca era la Golf più
all’avanguardia. Inoltre la vettura disponeva di dotazioni quali il sistema
start/stop e il sistema di recupero dell’energia, le luci di svolta dinamiche e
i gruppi ottici posteriori a LED. Anche se ora la Golf VI ha lasciato il posto
alla Golf VII, grazie alle sue eccezionali caratteristiche di prodotto e al suo
design insuperabile resterà ancora a lungo sul mercato delle auto usate come
una delle vetture compatte di maggior successo.
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