mercoledì 26 giugno 2013

Peugeot 205: SPLENDIDA TRENTENNE

 
Mi fa piacere quando mi dicono che ho trent’anni e non li dimostro. Eppure trent’anni sono tanti, soprattutto per un’automobile. Anche l’Europa non era la stessa di oggi: le crisi petrolifere degli anni  70 avevano messo  in crisi l’industria dell’auto che era obbligata a modificare rapidamente i programmi produttivi per adattarli alla nuova situazione.
In pratica, si voleva  che  noi automobili fossimo  più economiche nella  costruzione e nell’uso,  strizzando un  occhio  ai giovani che erano ormai  diventati una componente vitale della società.

 
È in questa  situazione che  Peugeot  che  tra  l’altro  attraversava un  periodo   finanziariamente difficile,  anche  in conseguenza dell’acquisto di Citroën – comincia  a pensare a me. All’inizio mi chiama M24 e mi definisce un progetto: dovevo essere  innovativa, leggera, aerodinamica e avere  motori  ad alto rendimento.
E poi: non troppo  piccola, ma neanche troppo  grande, insomma un po’ a metà delle mie “zie” 104 e 304.
 
Il mio papà invece si chiama Gerard Welter;  a quel tempo  era il Direttore del Centro  Stile di Peugeot ed era stato messo a confronto con quello di Pininfarina.
Ma  Welter  era    particolarmente ispirato.  Gli bastò   qualche schizzo  per  passare alla  preparazione della  maquette, sviluppata intorno   ai  vetri  laterali  posteriori e  alla  linea  di  cintura della  carrozzeria bassa  che  offre  una   grande superficie vetrata.
Ricordo ancora che conquistai subito  Roland  Peugeot, al quale  si deve il suggerimento di adottare una  calandra a tre listelli, “i baffi del leone”.
Anche Jean  Boillot, il Direttore commerciale Peugeot di allora, fu affascinato, con un unico appunto sul mio “lato B”: le luci posteriori posizionate ai lati lasciavano visibile un ampio pannello dipinto un po' antiestetico.
Allora il Centro Stile inventò un rivestimento particolare, definito «zigrinatura di un porta sapone».
 
È così  che  sono  nata, dopo  833mila ore  di  studio  e  altre   831mila per  le  prove  dinamiche, e  dopo  aver  speso  il corrispettivo di 18 milioni di euro per il solo prototipo iniziale. È stato con  me  che  si sono  affermati i nuovi  strumenti assistiti  dal  computer, per  il disegno,  il modellino  e per  la progettazione delle strutture della carrozzeria e degli elementi meccanici.

Sono stata battezzata 205. Per accogliermi a casa, lo stabilimento di Mulhouse, Peugeot ha investito quasi 70 milioni di euro per attrezzare le linee e ben mezzo milione di ore per l'allestimento degli impianti  robotizzati. Infatti,  la mia scocca, che pesa  solo 194  chili, è composta da 477  lamierati uniti da 2572  punti di saldatura automatici effettuati da 41 robot a sei assi. Tra le innovazioni,  il posizionamento e l’incollaggio automatico del cielo interno in materiale sintetico.

La mia  casa  è presto  diventata troppo  piccola:  la produzione, prevista inizialmente di 800  vetture al giorno,  è presto diventata di 1000  unità  al  giorno  alla  fine del  1983  e di 2000  un  anno  dopo.  Così ho  trovato altre  “case”:  Poissy, Sochaux,  Villaverde e persino in stabilimenti tradizionalmente Citroën, come Aulnay e Chausson.


Dopo quattro anni eravamo già 2milioni in giro per il mondo! Quando ho deciso  di “ritirarmi”, nel  1998, ero  stata prodotta in 5.278.054 esemplari. Un vero  record,  che  sarà poi battuto solo dalla  mia erede,  la 206.

Carriera gloriosa
Il suo  successo ha  molte sfaccettature: la 205  è innanzitutto un prodotto da  conquista perché il 50 % della  clientela proviene da altri marchi;  poi è «facile da produrre» e offre «un altissimo livello di qualità». Le due versioni più semplici rappresentano solo  il 5 % delle vendite  nel 1984,  le due successive il 30 %, i modelli  più costosi coprono il 65 % degli ordini.

Infine, la 205  costituisce un’offerta completa, con versioni 3 e 5 porte,  una  cabriolet, una  serie  speciale Lacoste,  e una GTI che ringiovanisce l’immagine di marca. Una strategia scadenziata voluta  da Jean  Boillot. Se c’è un costruttore che “mostra gli artigli”, quello è Peugeot, grazie alla 205 che salva il Marchio e il gruppo PSA dalla  crisi della fine anni ‘70.

La 205  arriva in Italia nell’ottobre 1983  con carrozzeria a 3 e 5 porte con motorizzazioni di 1000,  1200  e 1400  cc con vari livelli di allestimento. Intanto, con un colpo  di teatro da maestro, sui giornali  viene presentata la 205 Turbo 16 che dominerà le corse negli anni  successivi, ma  per  chi di strada doveva  compierne molta già a ottobre la gamma delle
205 venne  completata con due versioni diesel.

A fine anno in Italia ne verranno immatricolate ben  5.000  per crescere incessantemente tanto che  nel 1989,  in piena maturità, saranno 68.500 le 205 con targa italiana.

EVOLUZIONE 205 – LE TAPPE PRINCIPALI

24 febbraio 1983
Lancio commerciale della 205 in Francia.
Ottobre 1983
Inizio commercializzazione in Italia della 205 cinque  porte.
Marzo  1984
205 GTI 105 CV.
Giugno  1984
205 T16 stradale.
Ottobre 1984
205 tre porte.
Maggio 1985
205 Lacoste.
Aprile 1986
205 Cabriolet; 205 GTI (1580 cc da 115 CV); 205 Automatica.
Marzo  1987
205 GTI (1905 cc da 130 CV).
Dicembre  1987
Due milioni  di 205 prodotte.
Marzo  1988
205 Rally.



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