giovedì 27 ottobre 2011

PSA: ricavi trimestrali ok, profitti no


La guerra dei prezzi nel mercato europeo, le perdite produttive per l’interruzione delle forniture di componentistica, i costi generati dal sisma nipponico dell’11 marzo e l’incremento dei prezzi delle materie prime. Tutti fattori che hanno indotto il Gruppo PSA a lanciare un allarme profitti per l’esercizio 2011. La società prevede ora che l’utile operativo della divisione automotive chiuda l’anno vicino al pareggio di bilancio, mentre in precedenza aveva ipotizzato un deciso incremento rispetto al 2010.

Inoltre, il cash flow è ora stimato in negativo rispetto alla previsione iniziale di break-even e il Gruppo si vedrà costretto a tagliare i costi 2012 di altri 800 milioni di Euro, 400 milioni dei quali attraverso la riduzione dei costi fissi e 400 milioni tramite l’abbattimento dei costi di acquisto inferiori. Secondo il responsabile finanziario, Frédéric Saint-Geours, la riduzione dei costi fissi comporterà un probabile taglio del 10% della sua forza lavoro, vale a dire circa 5.000 addetti. Coinvolti in particolare i facenti parte dello staff e non quelli impiegati nella produzione.
Il profit warning è stato lanciato in occasione della pubblicazione del bilancio trimestrale. Da luglio a settembre, il fatturato del Gruppo PSA è cresciuto del 3,5% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno a 13,45 miliardi di Euro, risultato leggermente migliore rispetto alle stime degli analisti. I ricavi della sola divisione automotive sono però scesi dell’1,6% a 9,31 miliardi di Euro per la perdita produttiva di circa 45 mila vetture causata da problemi di fornitura da parte di un’azienda italiana. A sostenere il giro d’affari del Gruppo ci ha pensato soprattutto la sussidiaria Faurecia.

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