Era
partita come una sfida di carattere personale: dacchè tempo è tempo, è
abitudine al Rallye di MonteCarlo montare sempre pneumatici chiodati, e
chiunque è convinto che questa sia l’unica soluzione possibile, dato lo stato
prevalentemente ghiacciato, quando non addirittura innevato, delle strade che
interessano la manifestazione monegasca che si sviluppa lungo i percorsi alpini
e montani di mezza Francia.
Continental,
leader tecnologico del moderno pneumatico invernale, ha voluto sfatare questa
convinzione, forte del fatto che il suo uomo di comunicazione si era offerto
come cavia per questo esperimento. “Oggi
abbiamo una tecnologia così avanzata nel pneumatico winter” spiega Alberto
Bergamaschi, PR di Continental Italia, “che
possiamo competere ad armi pari, anzi, possiamo essere addirittura più
performanti del pneumatico chiodato sulle superfici ghiacciate”.
Per
questo scopo è stata scelta la gara più impegnativa per vetture prive di
qualsiasi assistenza elettronica, in grado così di mettere in risalto la
qualità pura del pneumatico nelle sue condizioni di utilizzo più stressanti: il
Rallye di MonteCarlo Historique, riservato alle auto costruite prima del 1980.
L’esperimento ha tenuto conto che, in una gara di 2500 chilometri a cavallo tra
fine gennaio e inizio febbraio su e giù per i passi alpini, il rischio di
trovare superfici gelate, con o senza neve, era estremamente alto.
Una
temperatura particolarmente mite ed un sole caldo durante i cinque giorni di
gara hanno praticamente ridotto ai minimi termini l’innevamento stradale,
lasciando campo libero a strade pulite attraversate, però, da pericolosi
rigagnoli di neve in scioglimento. Queste condizioni hanno fatto sì che nelle
prime ore della mattina e durante la notte i concorrenti si sono trovati a
dover affrontare improvvise placche di ghiaccio dovuto al congelamento
dell’acqua sull’asfalto, soprattutto nelle curve più esposte. In queste
condizioni la qualità dei materiali costruttivi dei pneumatici fa davvero la
differenza. “Uno pneumatico chiodato ha
l’handicap di dover cedere parecchio in tenuta di strada ed in frenata se
viaggia su terreno asciutto o addirittura bagnato, e questa perdita di
prestazioni non è realmente compensata dalla percezione di vantaggio che si
avverte quando si passa sul terreno gelato” prosegue Bergamaschi. “Uno pneumatico soft compound studiato
espressamente per i climi artici, come il ContiIceContact montato sul nostro
Maggiolone da 140 cavalli, offre il massimo possibile dell’aderenza su tutti i
fondi quando la temperatura scende sotto zero, aggrappandosi con mescola e
lamelle anche sui tratti più ghiacciati. Quando però la temperatura sale sopra
zero, per far lavorare in maniera corretta l’assetto della vettura bisogna
adeguare le coperture alle condizioni climatiche più mitteleuropee. Così noi,
nelle fasi di gara che si disputavano di giorno, con il termometro a cavallo
tra i 7°C e i 2°C, abbiamo giocato la carta degli ultimi nati di casa
Continental, i nuovi ContiWinterContact TS850, migliorando ulteriormente il
vantaggio rispetto a chi era costretto a lottare con la tenuta di strada di
coperture che facevano attrito sul suolo asciutto solo con l’acciaio dei chiodi”.
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