Possono essere montati rapidamente e garantire la
massima sicurezza su strade invernali. Ma prima che gli pneumatici invernali
siano pronti in adeguate quantità, devono essere sottoposti ad una lunga serie
di test: nel Circolo Polare Artico, in Nuova Zelanda e nel Contidrom Test
Center della Bassa Sassonia in Germania.
Andreas Topp, responsabile del Winter Tire
Development di Continental, svela i segreti del suo interessante campo di
ricerca in una intervista ricca di dettagli.
Se gli Eschimesi hanno ben oltre un centinaio di nomi
per la neve, gli ingegneri della Ricerca e Sviluppo dei pneumatici invernali
devono conoscere anch’essi una infinità di tipologie di neve: “Abbiamo dimestichezza con una vasta gamma di
tipi di neve”, spiega Andreas Topp, ”ma
in realtà non ce ne sono così tanti e, diversamente dagli Eschimesi, non
attribuiamo specifici nomi per ogni tipo. La cosa non è così rilevante.
Testiamo pneumatici invernali in tutte le parti del mondo. Ciò che rileva
particolarmente è poter ricreare condizioni di test raffrontabili tra loro
ovunque ci troviamo, in Nuova Zelanda, Lapponia, o Svizzera che sia. E’ il
motivo per il quale prepariamo le piste in maniera conforme. Non testiamo
diversi tipi di neve, creiamo invece ove possibile le “giuste” condizioni di
neve per poter condurre una valutazione rappresentativa dell’ampia varietà di
condizioni per i consumatori che raggiungeremo”.
L’importante è riuscire a trovare la migliore neve
del mondo per i test: “Per noi non è
questione di buona o cattiva neve. Non ragioniamo in questi termini. C’è neve
asciutta e neve bagnata, neve sciolta e neve battuta e molti altri tipi di neve
nel mezzo. Durante i test risulta fondamentale avere una pista con condizioni
stabili che ci consentano di ottenere risultati riproducibili. Per esempio, a
temperature di –2 gradi Celsius, la neve è troppo bagnata. Forma rapidamente un
sottile strato di acqua e questo può alterare i risultati. Abbiamo bisogno di
temperature più basse e di un sufficientemente spesso strato di neve. Al tempo
stesso non effettuiamo test su neve fresca. Lo facciamo invece su una pista preparata
appositamente. Compattiamo la neve su di una vasta area e poi irruvidiamo di
nuovo la superficie. Ciò produce una superficie omogenea e ci mette nelle
condizioni di ottenere risultati comparabili”.
Bisogna poi anche conciliare una pista preparata ad
arte, per esempio, in Nuova Zelanda con le pessime condizioni meteo invernali
in Germania: “Il tipico cattivo tempo che
conosciamo in molti paesi europei è in effetti una grande sfida. Testiamo i
pneumatici su di un compatto e solido strato di neve. I test condotti su
superfici miste non darebbero affatto risultati comparabili. Le condizioni di
neve mista a fanghiglia devono essere considerati una combinazione tra
prestazioni di aquaplaning e situazione di neve. Per valutare condizioni miste
come queste, noi dobbiamo condurre un vasto numero di test individuali in un
enorme varietà di condizioni. Il nostro test center Contidrom vicino Hannover,
ad esempio, è eccellente per i test di aquaplaning”.
Se si prende ad esempio l’attuale prodotto di
Continental per questo inverno, il test winner ContiWinterContact TS 850,
bisogna sapere che dietro alla definizione del prodotto idoneo al lancio sul
mercato c’è un immenso lavoro di test che è andato avanti addirittura per anni:
“Un prodotto come il TS 850 ha bisogno di
circa tre anni di sviluppo. L’anno scorso, lo pneumatico è stato sottoposto a
test chiave: negli impianti e sulle piste di prova e, in condizioni molto
operative, in test su strada controllati”.
Uno pneumatico deve superare un numero infinito di
test durante il processo di delibera: “Ogni
pneumatico è testato in una vasto spettro di discipline diverse. Per noi le
proprietà di sicurezza sono i criteri chiave. Ecco perché conduciamo una serie
di test estensivi di sicurezza, frenando sul bagnato, ad esempio, o sulla neve,
sul ghiaccio, e su strade asciutte. Quanto alla stabilità – in altre parole, la
tenuta in curva – è anche di vitale importanza la prestazione soggettiva in
situazioni critiche di guida. Un buon pneumatico deve non solo garantire la sicurezza
a piloti professionisti, ma deve anche offrire ai guidatori di tutti i giorni
una maneggevolezza affidabile e corretta”.
Eccellere in tutti gli aspetti non è una cosa facile
neppure per il miglior pneumatico: “Essere
eccellente in tutto è la più ardua delle sfide. Ed è qualcosa che soltanto uno
pneumatico veramente fuori dal comune può ottenere. E’ relativamente semplice
disegnare uno pneumatico capace di eccellere in uno o due aspetti. Ma ottenere
il top in ogni area è una vera sfida. Per comprendere il principio che porta a
questa affermazione si può prendere l’esempio della differenza tra uno sprinter
e un decatleta: diversamente dallo sprinter, il decatleta deve essere il
migliore in tutte le discipline e non soltanto nelle gare dei centro metri. Questo
è esattamente ciò che dobbiamo raggiungere, perché gli utenti devono guidare in
sicurezza in tutte le situazioni”.
Nell’era delle simulazioni virtuali non sarà comunque
molto facile prescindere dalla fase concreta dei test su strada: “Un moderno software può essere un maggiore
supporto alla conoscenza tecnica e nella fase iniziale di design, durante la
quale, per esempio, sono valutate idee sul battistrada. Tuttavia, nella fase
finale abbiamo bisogno di combinare tutti i diversi aspetti, come design,
composto di gomma, caratteristiche, eccetera, e mettere in terra il prototipo
per la prova su strada. Questa fase riserva sempre qualche sorpresa per noi.
Ecco perché ritengo che il vero test sulla neve sia insostituibile e continuerà
ad essere così anche in futuro”.
Gli pneumatici invernali migliorano di anno in anno.
Hanno al tempo stesso una più bassa resistenza al rotolamento ed una migliore
tenuta di strada dei loro predecessori: “Lo
possiamo desumere dal fatto che ogni nuova linea di pneumatici aumenta il
livello di qualità. I rilevanti test condotti ogni anno dalle riviste e dagli
automobile club lo confermano. Ma soprattutto, lo sviluppo si è
considerevolmente incrementato nell’ultimo anno grazie alla nuova etichetta
degli pneumatici e alla crescita del livello di competizione”.
Il nuovo TS 850, per esempio, è divenuto ancora più
sofisticato del suo predecessore: “Il
ContiWinterContact TS 850 ha superato le performance del suo predecessore
registrando un ulteriore +4% in termini di frenata, trazione, e maneggevolezza.
Allo stesso tempo, abbiamo ridotto la resistenza al rotolamento del 10% e
guadagnato un 5% di miglioramento nella frenata sul bagnato”.
Dagli anni ‘90, Continental ha fissato nuovi standard
aggiungendo silice al composto di gomma. Ora ci sono nuovi approcci. Si
studiano nuovi materiali e nuove tecnologie per stare al passo con le più
insistenti richieste del mercato. Andreas Topp e tutto lo staff della Ricerca e
Sviluppo pneumatici invernali di Continental sta già lavorando per le coperture
winter di domani.

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