martedì 17 gennaio 2023

Suzuki: a dicembre la quota di mercato ha raggiunto il 2,07%

Nel mese di dicembre Suzuki ha registrato un aumento delle immatricolazioni del 47,77% rispetto allo stesso mese del 2021 (fonte UNRAE). Questo dato permette alla casa del Sol Levante di guardare al 2023 e al futuro con ottimismo, dopo le recenti difficoltà causate dalla scarsità di materie prime e dalla logistica.

Pur se in un anno complesso per il settore auto, con difficoltà di approvvigionamento di componenti e di disponibilità di spazi di trasporto sulle rotte di logistica intercontinentale, Suzuki archivia il 2022 con un segnale positivo. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dall’UNRAE, nel mese di dicembre la Casa di Hamamatsu ha registrato un aumento delle immatricolazioni del 47,77% rispetto allo stesso mese del 2021, con 2.190 veicoli targati contro i 1.482 esemplari dello scorso anno.

“Nel 2023, Suzuki continuerà a presidiare tutti i segmenti rilevanti del mercato italiano- ha dichiarato Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia - Dopo l’inversione di tendenza del dicembre scorso, e l’aumentata disponibilità delle nostre autovetture, riprenderemo la crescita del Marchio sul mercato Italiano, che dimostra di apprezzare le Suzuki come vetture efficienti, tecnologiche e ricche di equipaggiamento”. 

A dicembre 2022 la quota di mercato di Suzuki ha raggiunto il 2,07%, in significativo progresso sull’1,71% dell’ultimo mese del 2021. Tra le artefici di questa brillante performance di fine anno spiccano Ignis, che a dicembre è stata il settimo modello più venduto nel segmento A con 479 esemplari, e Vitara, ottava tra le fuoristrada con 326 vetture targate, quasi il doppio delle 166 di dicembre 2021.

Dopo aver stabilito nel 2021 il record assoluto in Italia con 41.019 vetture Suzuki (inclusi Jimny N1) e il 2,70% di market share (la quota più alta di sempre), Suzuki ha accusato nello scorso anno una flessione. Le immatricolazioni totali nel 2022 sono state di 21.554 unità, lontane dal primato del 2021 (-45,18%) e anche la quota calcolata su base annuale ha subito un arretramento, passando dal 2,70% all’1,64%.




 

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