Scheda del circuito di Austin
(La valutazione si basa su un punteggio da 1 a 5, dove 1
significa meno impegnativo e 5 più impegnativo.)
Motore endotermico;
4
MGU-K: generatore
elettrico, sistema di recupero dell’energia cinetica in frenata: 4
MGU-H: generatore
elettrico, sistema di recupero dell’energia termica dai gas di scarico: 4
Batteria (o
stoccaggio di energia): 4
Consumo di
carburante: 3
Recupero di energia:
4
Panoramica del
circuito di Austin
Rémi Taffin,
responsabile delle operazioni in pista di Renault Sport F1:
«Il Circuito delle Americhe è uno dei più importanti
tracciati in calendario: un mix di curve adrenaliniche, rettilinei ad alta
velocità e tornantini ultratecnici. La pista è estremamente impegnativa per il
motore e mette a dura prova tutti i componenti. Nei primi due settori, il
propulsore viaggia a regimi medio-alti, mentre nella terza e nell’ultima
sezione si punta maggiormente sul recupero dell’energia e sulla stabilità in
frenata.
Il motore endotermico
e il turbocompressore affrontano una delle maggiori sfide di inizio giro.
Il V6 sfiora il limite massimo dei giri nel rettifilo dei box, poi il
dislivello della prima curva impone forti sollecitazioni al turbo, che deve
aumentare la velocità di rotazione per erogare la medesima potenza al vertice
della salita. Superato questo ostacolo, il pilota si immette nella curva 8 con
una rapida chicane che ricorda le Esse di Suzuka o la sequenza delle Maggotts e
Becketts a Silverstone. Anche qui il motore endotermico viene spinto al
massimo. Il rettilineo sul lato opposto del circuito viene percorso ad alta
velocità dalle auto, per più di un chilometro, toccando punte di oltre 320
km/h.
La terza sezione è più articolata: tornanti e curve serrate
permettono però alla MGU-K di recuperare energia. Nelle fasi di decelerazione,
quando il pilota preme sul freno, il generatore elettrico di bordo accumula
molta energia per ricaricare la batteria.
Siamo arrivati ormai agli ultimi tre appuntamenti della
stagione e l’affidabilità comincia a diventare una preoccupazione seria. Tutti
sentono una leggera ansia all’idea di correre su un circuito così esigente in
questo periodo dell’anno, ora che i componenti hanno accumulato un
chilometraggio elevato. Ci aspetta dunque un lavoro molto intenso per preparare
le parti meccaniche ad affrontare le nuove prove, verificandole nei minimi
dettagli onde evitare l’insorgere di problemi. In generale, però, godiamo
ancora di una relativa agilità. Conoscere il nostro livello di performance e
sapere come trarne il massimo vantaggio ci permette di scendere in pista con
fiducia nel week-end americano.»
Secondo Total
La sinergia tra il gruppo motopropulsore Energy F1-2014 e la
trasmissione delle monoposto è fondamentale. Total sviluppa un olio per
trasmissione basato su una tecnologia mondiale esclusiva che prevede l’impiego
di nanoparticelle metalliche. Il risultato è un prodotto a bassa densità che
migliora la tenuta meccanica delle crociere tripodi degli alberi di
trasmissione. Il vantaggio: una maggiore affidabilità e la contestuale
riduzione della temperatura operativa. Ne consegue la possibilità di aumentare
la temperatura, e quindi il rendimento del cambio, a parità di affidabilità, o
di ridurre le dimensioni del radiatore, ottimizzando la distribuzione dei pesi
e l’aerodinamica. Total punta su una strategia di integrazione che, in questa
stagione, si rivela più che mai fondamentale.
Renault Energy
F1-2014: sapevi che...?
- L’altitudine ha un ruolo importante ad Austin, dove il
circuito segue il profilo topografico del territorio presentando un sensibile
dislivello. Il regime del motore e la velocità di rotazione del turbo variano
in base alla pendenza della pista, obbligando le scuderie a continue messe a
punto, in cerca delle performance ottimali.
- I motori risentono molto del basso tasso di umidità delle
pianure texane. L’aria contiene più ossigeno e i propulsori endotermici hanno
prestazioni più elevate, ma l’aridità ambientale sottopone a grande stress i
componenti interni. Si dovrà far attenzione, in particolare, a eventuali
problemi di accensione.
- Ad Austin, le temperature possono essere già abbastanza
rigide a novembre, il che fa aumentare il consumo di carburante sul giro. Se a
questo aggiungiamo le irregolarità del manto stradale nel terzo settore, la
pista texana diventa una delle più avide di benzina al chilometro. I sistemi di
recupero energetico hanno però molte occasioni di ricaricare la batteria e
questo ci permetterà di rispettare il limite regolamentare dei 100 kg di
carburante consentiti durante il Gran Premio.
- Il rettilineo è lungo 1,016 km, ovvero una fase di
accelerazione che dura quasi 20 secondi. Al termine di questo tratto, le
monoposto toccano il limite massimo di giri per due secondi, prima che il
pilota rallenti per negoziare una serie di curve. Questo week-end saranno
determinanti anche l’equilibrio del retrotreno e la stabilità in frenata.
- Quasi il 60% del tracciato si percorre a piena potenza, e
la percentuale sale nel corso delle manche di qualificazione. Dopo Spa, Monza e
Suzuka, Austin è il quarto circuito nella seconda metà del calendario dove la
potenza gioca un ruolo chiave. La velocità media del giro è intorno a 200 km/h,
con punte massime superiori a 320 km/h.
- Dal 2012, anno in cui il Circuito delle Americhe è entrato
nel calendario del Mondiale di Formula 1, Sebastian Vettel e il suo motore
Renault si sono sempre guadagnati la pole position e il miglior giro al Gran
Premio degli Stati Uniti.
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