Il primo report dell’Osservatorio SUNRISE di MOST fotografa un trasporto su strada in fase di “ricarbonizzazione”: servono interventi immediati. L’Italia rischia di perdere la corsa verso la decarbonizzazione.
È quanto emerge dal primo rapporto dell’Osservatorio SUNRISE, promosso da MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, che fotografa uno scenario allarmante per il trasporto su strada: +3% di emissioni di CO? rispetto al 2019, a causa di un ritorno ai carburanti tradizionali e di un parco auto sempre più vecchio e pesante.
Il documento, presentato a Milano nella sede di Assolombarda e coordinato dal prof. Ennio Cascetta, è il risultato di una collaborazione tra istituzioni, università e partner industriali come Almaviva, Autostrade per l’Italia, CDP, Eni, ACI e Iveco Group. Per la prima volta viene offerta una fotografia reale del parco circolante e delle percorrenze effettive, basata su una metodologia multi-fonte innovativa.
Dati reali, quadro critico
Nel 2024 in Italia sono stati percorsi circa 520 miliardi di veicoli*km, di cui 415 miliardi dalle auto. Ma su 47 milioni di veicoli realmente in circolazione, il 12% delle auto e addirittura il 32% dei motocicli iscritti al PRA non è attivo su strada. Inoltre, solo il 10% dei km percorsi proviene da veicoli con oltre 20 anni di età: segno che il vero impatto ambientale è generato da mezzi relativamente recenti.
Lo studio corregge anche le stime ufficiali sulle emissioni locali. Il peso di NOx e PM attribuito al traffico potrebbe essere stato sovrastimato, dato l’aumento di veicoli Euro 6, ibridi ed elettrici, molto meno inquinanti. Il risultato? Serve ricalibrare le politiche ambientali urbane sulla base di dati aggiornati, non su modelli ormai superati.
Più SUV, più peso, più emissioni
Un altro nodo critico è la crescente massa media dei veicoli, legata alla popolarità dei SUV. Nei veicoli termici, il peso influisce in modo diretto sui consumi. Negli elettrici, grazie al recupero in frenata, l’impatto è minore, ma resta. Il risultato è un sistema di mobilità complessivamente meno efficiente, nonostante l’evoluzione tecnologica.
Il mercato, nel frattempo, segna una frenata nel rinnovo del parco, con prezzi in crescita e meno rottamazioni: un trend che allontana gli obiettivi del Green Deal europeo.
Obiettivi europei fuori portata
L’Italia, con le attuali politiche, non raggiungerà il target di riduzione delle emissioni del 43% al 2030 previsto dal pacchetto "Fit for 55". Anche nello scenario più ottimistico, si arriverebbe solo a -24% rispetto al 2005. In quello più pessimistico, addirittura si registrerebbe +7% di traffico stradale rispetto al 2024.
Il comparto merci (soprattutto camion) è destinato a pesare ancora di più sulle emissioni, poiché elettrico e idrogeno sono ancora marginali nel trasporto pesante.
Le azioni da mettere in pista
Non tutto è perduto. Lo studio indica azioni concrete per invertire la rotta:
* Incentivare l’uso di biocarburanti, in particolare per i mezzi pesanti
* Promuovere stili di guida sostenibili e eco-driving
* Contrastare il fenomeno del gigantismo automobilistico con incentivi mirati
* Ottimizzare i carichi nei veicoli commerciali leggeri
Interventi integrati e orientati alla neutralità tecnologica, uniti al calcolo delle emissioni sull’intero ciclo WTW (dal pozzo alla ruota), potrebbero addirittura permettere al settore di superare i target ambientali, migliorando anche la qualità dell’aria urbana.
“SUNRISE ci consegna un quadro aggiornato e sorprendente: i veicoli più vecchi contano meno di quanto si pensasse, mentre furgoni e camion sono i veri protagonisti delle emissioni”, ha dichiarato Ennio Cascetta. “La ricerca prosegue con nuovi dati e un focus sui comportamenti d’acquisto degli italiani”.
“Gli Osservatori di MOST forniscono dati oggettivi per guidare le politiche future - ha aggiunto Ferruccio Resta, presidente di MOST - Una collaborazione pubblico-privata che lavora per il bene del Sistema Paese”.


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