Il mercato cinese alla ricerca dell’esclusività e
dell’esperienza emozionale - Il sesto
Forum dell’internazionalizzazione del Made in Italy, organizzato da Messe
Frankfurt Italia si chiude con 280 partecipanti e rinnovate prospettive
verso il mercato cinese.
L’incontro, tenutosi questa mattina a Milano in
collaborazione con Fondazione Italia
Cina e Elle Decor Italia, ha raccontato il ruolo determinante del Paese
nell’economia e nella diffusione di nuove tendenze sullo scenario mondiale.
Il sogno cinese, che si concretizza nell’affermazione di una
nazione moderna e pienamente sviluppata entro il 2049, offre opportunità che
richiedono la consapevolezza di precise dinamiche culturali.
Il miglioramento degli stili di vita, la ricerca
dell’esclusività e di una esperienza di acquisto emozionale caratterizzano la
generazione dei millenials, 415 milioni di persone che traineranno i consumi e
richiederanno una strategia di comunicazione secondo il linguaggio delle nuove
generazioni cinesi, avanti anni luce nell’utilizzo dei dispositivi tecnologici.
Detlef Braun, Member
of Executive Board di Messe Frankfurt, ha affermato “il mercato cinese
rappresenta una destinazione strategica per l’export. Approfondire le dinamiche
del mercato cinese risulta fondamentale per qualsiasi impresa del Made in Italy
o Made in Germany che abbia l’ambizione di competere in quest’area di mondo.
Messe Frankfurt che ha organizzato trent’anni fa la sua prima fiera in Asia,
con un una prospettiva di lungo termine, ha poi sviluppato manifestazioni quali
Interiorlifestyle China e Intertextile Shanghai Home Textiles per l’interior
design, Intertextile Shanghai Apparel Fabrics per il tessile abbigliamento,
Automechanika per l’automotive, Music China per la musica rispondendo a una
crescita dei consumi legati all’abbigliamento, alla casa, all’educazione, alla
cultura e al tempo libero, ai trasporti”
Xu Yingxin, Vice
President, China National Textile and Apparel Council. Executive Vice
President, The Sub-Council of Textile Industry, China Council for the Promotion
of International Trade, ha dichiarato: “Dal settembre 2013 ad oggi, la Belt and
Road Initiative, la via della seta del ventunesimo secolo, ha riscosso ottimi
risultati, raccogliendo, alla fine del 2016, il supporto di oltre 100 Paesi. La
Cina ha firmato 46 accordi di cooperazione con 39 Nazioni e organizzazioni
internazionali, tra cui l’Italia e altri Paesi Europei, garantendo così
relazioni internazionali, capacità produttive, investimenti finanziari, ricerca
e sviluppo tecnologico e accordi marittimi. In generale, si tratta di una
proposta di progetto a lungo termine in grado di intercettare le sfide globali
di oggi per svilupparle in maniera inclusiva e sostenibile, non solo in Cina ma
in tutto il mondo. Sono cinque i pilastri fondanti dell’iniziativa:
coordinamento delle politiche internazionali, collegamenti e infrastrutture,
accordi di libero mercato, integrazione finanziarie e politiche sociali.”
Massimiliano Guzzini,
Vice President e Direttore Business Innovation iGuzzini ha commentato “Dal
2005 al 2011 sono vissuto a Shanghai per avviare la sede e lo stabilimento iGuzzini
in Cina, destinati a soddisfare le esigenze del mercato Asia Pacific. Sulla
base di questa esperienza, che reputo un accrescimento personale fondamentale,
ritengo che la Cina, con tutte le difficoltà legate al dialogo ancora complesso
tra culture diverse, rappresenti per le imprese innovatrici una grande
opportunità sotto vari aspetti. Non solo come business, ma anche perché stimola
la creazione di nuovi processi di produzione e consente di confrontarsi con
nuovi trend e architetture ad alto impatto tecnologico e di innovazione.”
Francesco Boggio
Ferraris, Direttore Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia
Cina ha evidenziato: “Il Made in Italy gode di un apprezzamento
elevatissimo sul mercato cinese, ma necessita di un adeguamento dei modelli di
distribuzione che è possibile solo attraverso un aggiornamento costante sulle
abitudini di acquisto di quello che a tutti gli effetti è il nuovo trend setter
globale. I magazzini fisici non possono più essere solo luoghi di vendita, ma
locali che combinano arte, cultura e intrattenimento. Le strategie O2O
(online-to-offline) mirate a migliorare l’esperienza di acquisto costituiscono
uno sviluppo imprescindibile.”
La rivoluzione del New Retail fa della Cina il primo mercato
e-commerce al mondo, con un tasso di
crescita medio annuo del 20%.
Albert Antonini
Mangia, Marketing Manager di Alibaba Italia, a chiusura dell’evento ha
dichiarato: “Il tema di questa edizione del Forum coincide con la
nostra mission di supportare le aziende italiane a esportare in Cina
utilizzando le nostre piattaforme. Tramite il nostro ecosistema offriamo loro
la possibilità di vendere a un mercato di 488 milioni di utenti attivi, dei
quali circa l’80% ha meno di 35 anni e accede alle piattaforme e fa
acquisti soprattutto da dispositivi mobili. Internazionalizzazione
delle imprese fa però anche rima con
digitalizzazione: Alibaba intende ridisegnare il futuro del
commercio, puntando proprio sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione
del retail lungo tutta la catena del valore, di fatto rendendo obsoleta la
tradizionale distinzione online e offline nell’esperienza di acquisto.”
Il forum ha anche offerto spunti per fare chiarezza sul tema
della proprietà intellettuale, determinante per tutti gli interlocutori
coinvolti nel processo creativo.
Andrea Cappai,
European and Italian Trademark and Design attorney Bugnion Spa ha affermato
“Se guardiamo alla storia, il fil rouge commerciale che lega l’Italia alla Cina
risale all’Alto Medioevo; da allora questi due Paesi di cultura millenaria si
sono confrontati e, sebbene con alterne vicende, hanno goduto di un proficuo
scambio culturale, oltre che economico. L’incontro di oggi, quindi, è un
tassello importante che suggella un rapporto centenario in cui la tradizione si
è intrecciata costantemente con l’innovazione. Ed è proprio nella Cina di oggi
che l’antico e raffinato artigianato, sviluppatosi nel corso dei vari cicli
dinastici, si mescola con la tecnologia più moderna ed evoluta; questo cocktail
degli estremi genera un mercato di consumatori che, al di là del benessere
economico, stanno riscoprendo il valore del saper fare e dell’esclusività,
meglio, dell’unicità. In questo contesto, le piccole e medie imprese italiane,
innovative per vocazione ma radicate nei propri territori e nelle proprie culture,
possono trovare uno sbocco molto importante e in alcuni casi il riscatto da
anni di crisi.
Tuttavia, l’enormità del mercato cinese odierno e la
competizione con colossi – locali e internazionali – impone alle imprese
nostrane di compiere scelte strategiche che siano adeguate e consapevoli. In
tale prospettiva, una strategia di tutela dei diritti di proprietà industriale
di buon senso permetterà di concorrere, anche con i big player, avendo le carte
in regola per ottenere il successo commerciale.”
Livia Peraldo Matton,
Direttore Responsabile di Elle Decor Italia ha presentato il numero di
novembre dal titolo ‘Cina Andata e Ritorno’. Forte di un network internazionale
composto da 25 edizioni - tra le quali ricordiamo quella cinese che in circa
dieci anni di vita è riuscita a riflettere pienamente l’evoluzione del gusto e
dei consumi del suo pubblico - il magazine compie un viaggio nel Paese
attraversando
i territori che gli sono più vicini, raccontando cosa nasce
dall’incontro fra Occidente e Oriente. Si parte dall’attualità:
dall’inaugurazione in Cina di nuovi
progetti firmati da brand e curatori occidentali, per poi raccogliere le testimonianze di tycoon
orientali, testimoni oggi di un modello vincente di globalizzazione nel mondo
dell’arte, dell’architettura, del fashion, dell’arte, degli interiors e del
design.
E racconta di giovani emergenti impegnati nella ricerca di
un linguaggio riconoscibile e originale che supera definitivamente il cliché del 'made in China' inteso come
copia. Ma è entrando nella dimensione domestica, nel modo di abitare delle
nuove generazioni, quella dei Millennial, che le due culture, orientale e
occidentale, trovano la giusta sintesi nel nome del design italiano: nei loft di giovani architetti ed enfant prodige del
cinema cinese l’artigianato etnico dialoga con pezzi d’autore e icone del made
in Italy.
Una testimonianza che annulla le distanze, a dimostrazione che il dialogo è già possibile.
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