Di seguito alcuni stralci tratti dagli interventi dei
relatori che hanno partecipato alla tavola rotonda sul Superbollo che si è
svolta contestualmente alla presentazione della 3ª edizione del Salone dell’Auto Parco Valentino.
Eugenio Blasetti
(press relations manager Mercedes-Benz)
“C'erano una volta in Italia le auto potenti. Rosse,
Argento, Blu e Nere. Le vedevi, le sognavi, le compravi usate di seconda, terza
o quarta mano. Perché la passione ti divorava.
E c'erano i meccanici maghi. Ricordo quello di una
concessionaria di Roma che aveva il camice bianco. Era burbero, severo ma umano
e quando la mia auto vecchia ma potente ebbe un problema serio, me lo risolse
prendendo il costosissimo pezzo da un'auto incidentata.
Questo oggi è sparito, almeno in Italia. Perché le auto
potenti nuove se ne vendono poche in Italia. Quelle irraggiungibili, da
collezione, e quelle poche che si vendono dopo il primo proprietario, dopo
quattro anni, se ne vanno all'estero. E i maghi hanno cessato l'attività o
si dedicano alle utilitarie. Perché pochissimi possono permettersi di
mantenerle.
E questo ha un responsabile: il superbollo del 2011 del
Professor Monti. Pur avendo quest'ultimo ammesso di averlo introdotto per
motivi simbolici e oggi anacronistici, è ancora qui. Ma, direte, oltre ad aver
ucciso le auto potenti e massacrato l'indotto e l'artigianato che ci gravitava
attorno, il Superbollo ha finanziato le disastrate finanze italiane tassando
maggiormente quelli con la maggior capacità contributiva. (Così dice la nostra
bella costituzione.)
E invece no. Ha portato meno soldi all'erario, i ricchi
hanno pagato meno tasse e sperperato valore italiano svenduto
all'estero. Quindi, l'appello che lancio è: Fate pagare più tasse ai
ricchi, e un po' anche agli appassionati. Sostituite il superbollo con
un’imposta di immatricolazione pari al 3-5% del prezzo. In modo che il
secondo proprietario ne paghi la metà ed il terzo un quarto (secondo la
logica del valore residuo). E se il flusso di cassa non è sufficiente aumentate
questo valore per i primi anni per poi ridurlo. Tornerete a far sognare gli
italiani che sono orgogliosi di vivere nel paese di Ferrari, Maserati,
Lamborghini e Alfa Romeo. E riaccenderete le discussioni a scuola e nei bar o
nei circoli sportivi su chi fa meglio le auto tra Modena e Stoccarda”.
Lidia Dainelli
(direttore comunicazione Jaguar Land Rover)
“Rappresento due brand premium, Jaguar e Land
Rover, che naturalmente hanno risentito piu' di altri dell'introduzione
del superbollo su tutta la fascia alta/prestazionale delle rispettive gamme.
La forma con la quale la tassa è stata concepita ha di
fatto distrutto in Italia un segmento che rappresenta il fiore all'occhiello
dell'automotive e ha generato un danno per tutto il comparto automobilistico.
Tale danno ha un duplice aspetto, direi pratico e "filosofico".
Il superbollo per le auto più potenti è stato e continua a
essere improduttivo per lo Stato: ha generato una serie di fenomeni a catena
tra cui un calo verticale delle vendite sopra i 185KW, l'aumento delle
esportazioni di auto usate, mentre quella parte alta del segmento avrebbe
potuto generare un importante gettito fiscale per lo Stato e quindi un impulso
positivo all'economia.
L'altro aspetto è direi più di cuore: in Italia vige ancora
l'emozione data da una bella vettura prestazionale, il desiderio, la passione
nell'acquistarla e guidarla: la vettura diventa un po' l'immagine, l'identità
dell'acquirente. Questa sovrattassa che voleva colpire i super ricchi ha invece
danneggiato lo slancio del possesso di un oggetto desiderato. Potete immaginare
come può colpire a livello emozionale Jaguar che ha come DNA di brand the Art
of Performance!”.
Pietro Innocenti
(direttore generale Porsche Italia)
“In bocca al lupo a Parco Valentino per questa terza
edizione e grazie per aver riacceso i riflettori sul tema del superbollo, con
l’auspicio che la politica riesamini con serenità una legge che si è dimostrata
non solo inefficace ma anche dannosa per l’erario e l’occupazione”
Romano Valente (direttore generale UNRAE)
“I dati che abbiamo mostrato sono in grado di raccontare
meglio di qualsiasi considerazione quello che ha significato il Superbollo,
ovvero la perdita di fatturato, di gettito fiscale, la sofferenza di un’area
dell’eccellenza tipicamente italiana, e abbiamo anche messo in difficoltà
competenze commerciali e tecniche difficilmente rinnovabili. Se si eliminasse
il Superbollo ci sarebbe, quindi, un maggior gettito fiscale”.
Andrea Levy
(presidente Parco Valentino)
“Parlo da appassionato di automobili sportive che coltiva
questa passione da quando era giovane. I riflessi di questa tassa parlano di
perdite per le casse dello Stato dimostrate dai dati oggettivi, ma non parlano
di quanto abbiano influito su una passione che si spegne. Perché il Superbollo
ha evidentemente ridotto la possibilità per i giovani di acquistare un’auto
sportiva usata, considerando che nel giro di pochi anni i costi di gestione
della vettura eguaglierebbero o supererebbero il valore dell’auto stessa”.
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