Rivoira ha
partecipato alla quarta edizione della Conference intitolata “Etichettatura, presentazione e pubblicità
dei prodotti alimentari”, l’evento di riferimento sull’etichettatura e
pubblicità dei prodotti alimentari che si è tenuto il 15 e 16 aprile scorsi al Centro Congressi della Camera di Commercio
di Torino.
L’intervento ha visto la partecipazione di Michele Fino, Professore di fondamenti del
diritto europeo dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di
Pollenzo, con una memoria sui gas additivi intitolata “Più che gas: alimenti”, che ha preso le mosse dall’omonimo volume
pubblicato dalla casa editrice Artek nell'ambito della collana Food Packages
Free Press con il supporto di Rivoira e Università degli Studi di Scienze
Gastronomiche di Pollenzo (Bra-Cuneo).
“È a causa di un radicato pregiudizio - ha esordito Fino -
che la decina di gas utilizzati per il settore alimentare non vengano
considerati dei veri e propri alimenti, nonostante siano ingeriti assieme ai
cibi che contribuiscono a conservare o alle bevande rese frizzanti dal loro
utilizzo. Ma ciò è a causa di un’errata percezione della realtà: dobbiamo
considerarli come alimenti e soprattutto dobbiamo considerarli come tali a
livello normativo”.
Fino ha poi continuato elencando le tre possibili funzioni
dei gas nella produzione alimentare: “Come additivi sono impiegati nella fasi
di produzione e imballaggio, devono essere approvati dalla legislazione UE e
viene loro assegnato un numero E. I coadiuvanti tecnologici sono invece impiegati
nel processo di fabbricazione degli alimenti e di essi rimane traccia nel
prodotto finito. Infine vi sono i gas ingredienti, quali ad esempio l’anidride
carbonica utilizzata per le bibite”.
Il problema posto al momento del loro acquisto riguarda
prevalentemente l’affidabilità del produttore. Secondo Fino “esistono evidenti
differenze tra gli standard di purezza previsti dalla legge e quelli proposti
da buona parte delle aziende presenti sul mercato. Diventa quindi decisivo
capire a chi affidarsi”.
E se chi utilizza un gas alimentare “Diventa responsabile
della rintracciabilità e della sua sicurezza - conclude Fino - risulta evidente
come sia fondamentale mantenere elevati gli standard di purezza dei gas
alimentari. In tal senso, uno strumento per valutare la competenza e
l’affidabilità dei fornitori di gas è senz’altro la richiesta di certificazioni
di standard di qualità quali l’FSSC 22000:2010, attualmente il più avanzato sul
mercato ottenibile anche da aziende produttrici di gas”.
Il volume “Più che gas: alimenti”, curato da un gruppo di
lavoro composto da Michele Fino, Luisa Torri, tecnologa alimentare e
ricercatrice presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e
Gianluca Porto ingegnere chimico e marketing manager di Rivoira, è scaricabile
gratuitamente dal sito freepress.foodpackages.net.
Nessun commento:
Posta un commento