* La vettura è stata prodotta nello stabilimento di
Wolfsburg * Premio “Car of the Year
2013” consegnato a Martin Winterkorn
- Si tratta di un evento storico: la 30 milionesima Golf ha lasciato lo stabilimento
Volkswagen di Wolfsburg. È un nuovo record per la vettura europea di maggior
successo di tutti i tempi, la cui prima generazione debuttò nella primavera del
1974. Da allora, ogni giorno, per 39
anni, in media oltre 2.000 persone hanno scelto una nuova Golf, rendendola
“das Auto”, l’auto per antonomasia. La
Golf numero 30 milioni è una TDI BlueMotion da appena 3,2 l/100 km nel
ciclo combinato: la più parca nei consumi di sempre.
Oltre a celebrare quest’altro eccezionale traguardo della Golf, Martin Winterkorn, Presidente del Gruppo Volkswagen, ha contestualmente ricevuto il premio “Car of the Year 2013”, il prestigioso riconoscimento assegnato alla Golf dai 60 giurati internazionali allo scorso Salone di Ginevra.
In occasione dei due eventi, Winterkorn ha dichiarato: “La
storia della Golf è anche la storia del progresso in campo automobilistico. Con
tecnologie come la sicura trazione anteriore della prima Golf, il debutto del
TDI sulla terza generazione, il controllo elettronico della stabilizzazione ESP
e il cambio a doppia frizione della quarta o la frenata anti collisione
multipla di serie dell’attuale generazione, il modello è da sempre sinonimo di
democratizzazione del progresso. Sicurezza, comfort e piacere di guida grazie
alla Golf non sono più riservati a una Clientela ristretta”.
Ognuna delle sette generazioni Golf ha scritto un pezzo di
storia.
Golf I (dal 1974 al
1983). “Tutto ebbe inizio nel 1974 con una rivoluzione”, spiega Klaus
Bischoff, Responsabile Design Marca Volkswagen: “Il salto dal Maggiolino alla
Golf fu rivoluzionario. Il passaggio dal motore posteriore raffreddato ad aria
a quello anteriore raffreddato ad acqua, e dalla trazione posteriore a quella
anteriore, diede vita a una nuova configurazione di veicolo. Dal punto di vista
creativo, i designer Volkswagen abbandonarono le linee tonde per abbracciare
forme più squadrate, grazie al leggendario progetto di Giorgetto Giugiaro”.
Golf II (dal 1983 al
1991). Fu la Golf con cui la Volkswagen trasformò in realtà tecnologie
quali il catalizzatore (1984), l’ABS (1986) e la trazione integrale (1986). La
gamma Golf diventò inoltre una vera e propria icona con questa generazione:
“Uno dei momenti più importanti nella storia della Golf fu quando i Membri del
Consiglio di Amministrazione decisero di sviluppare ulteriormente il design
della Golf I e di progettare la Golf II sulla base del suo DNA stilistico”,
sottolinea Marc Lichte, Responsabile del Design degli Esterni Volkswagen.
“Iniziò tutto da qui. Con questo modello la Volkswagen gettò le basi per il
continuo sviluppo della gamma”.
Golf III (dal 1991 al
1997). Nel 1991, con la terza generazione, la Volkswagen inaugurò una nuova
era della sicurezza. Nel 1992 fu la prima Golf a montare gli airbag frontali e
introdusse enormi progressi nel campo della costruzione della carrozzeria, che
migliorarono notevolmente le caratteristiche di resistenza agli urti. Questa
Golf montava, inoltre, il primo motore TDI (1993).
Golf IV (dal 1997 al
2003). Sotto la guida di Hartmut Warkuß, l’allora Responsabile del Design
del Gruppo Volkswagen, si delineò quel linguaggio delle forme essenziale e
preciso che avrebbe segnato il futuro successo della Casa. Oggi, gli esperti
considerano la Golf IV un’icona di stile e un punto di riferimento. Ma questa
Golf era innovativa anche sotto il profilo costruttivo grazie a tecnologie
quali l’ESC (1998) e il cambio a doppia frizione DSG (2002).
Golf V (dal 2003 al
2008). In fatto di comfort, dinamica e soprattutto qualità, questa Golf si
lasciò alle spalle molti concorrenti della classe media superiore. Al suo
debutto nel 2003, la Golf V si fece notare per il 35% in più di rigidezza
torsionale che andava a rafforzare la stabilità della carrozzeria con saldature
laser. Nel 2007, sulla base della Golf V, fu prodotta la prima Golf BlueMotion
(4,5 l/100 km).
Golf VI (dal 2008 al
2012). La nuova carrozzeria era talmente sicura da ottenere il massimo del
punteggio, cinque stelle, nel crash-test EuroNCAP. L’affermazione dei motori
TSI (motori benzina high-tech) e il passaggio dal Turbodiesel TDI con
alimentazione pompa-iniettore a quello con sistema common rail, assicuravano
maggiore dinamica e minori consumi. Il modello di punta sul fronte
ecocompatibilità della gamma è stato la seconda Golf BlueMotion, con un consumo
nel ciclo combinato di appena 3,8 l/100 km.
Golf VII (dal 2012).
La riduzione di peso della settima Golf arriva fino a 100 kg, aumentando così
l’efficienza della vettura. In funzione della motorizzazione è stato possibile
ridurre i consumi fino a oltre il 23% rispetto al modello precedente. In questo
senso, la Golf TDI BlueMotion, con soli 3,2 l/100 km nel ciclo combinato, offre
i risultati migliori. La Golf VII entrerà sicuramente nella storia come il
modello compatto su cui ha debuttato tutta una serie di nuovi dispositivi di
assistenza. Si tratta di sistemi quali la protezione proattiva degli occupanti
e la frenata anti collisione multipla: tutte tecnologie tradizionalmente
riservate alla classe superiore, piuttosto che a quella media. E anche questo
aspetto testimonia la democratizzazione del progresso.
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