venerdì 7 giugno 2013

Anteprima Renault Sport F1 del Gran Premio del Canada


Rémi Taffin, Direttore Prestazioni di Pista di Renault Sport F1, commenta il circuito di Montreal e l’impegno di Renault in vista del GP del Canada
Dopo la pista più lenta del calendario, correremo su quella con il tempo di giro più basso: 75 secondi, in media, sono sufficienti per completare l’intero percorso del circuito Gilles Villeneuve. Questo perché il tracciato è breve – poco più di 4 km – e ci sono lunghi tratti rettilinei, che rappresentano una percentuale particolarmente elevata. La nostra attenzione, quindi, va sull’accelerazione e la velocità massima.

 I rettilinei sono collegati da curve strette, dove la velocità delle monoposto scende al di sotto dei 60 km/h. La nostra sfida consiste nell’avere una velocità massima elevata e, allo stesso tempo, un freno motore efficace e una buona trazione in entrata e in uscita dai tornanti. Va tenuto conto anche del fatto che le due curve e la chicane sottopongono i componenti del motore a violente accelerazioni laterali, tre volte per giro. Non a caso Montréal ha la reputazione di essere un circuito “spacca motori”.

Essendo un tracciato dove si alternano frenate e accelerazioni energiche, siamo costretti a partire con una quantità di carburante ai valori massimi della stagione, come ad Abu Dhabi e in Australia. Questo aspetto comunque dipenderà anche dalle strategie di gara e dalle condizioni meteo, che quest’anno si annunciano estremamente incerte.

Circuito Gilles Villeneuve: tre curve in dettaglio
Rettilineo dei box e curva 1
Il tracciato comincia con un breve rettilineo in prossimità dei box, dove la velocità supera i 300 km/h. Poi i piloti scalano in terza per affrontare una curva a sinistra a circa 120 km/h. Nel punto “T1” la pista si piega a forma di cucchiaio, che esige una risposta dolce e progressiva del motore. In questa curva, per cinque secondi, il regime è intorno agli 11.000 giri/min: l’intervallo più lungo in cui si mantiene un basso regime costante sull’intero circuito.

Curva “Spilla”
Le monoposto rallentano a 58 km/h per sorpassare il tornantino che immette sul rettilineo più lungo del tracciato, il Droit du Casino (1064 m). Le mappature saranno modificate per potenziare la guidabilità all’imbocco della curva Spilla e ottimizzare i tempi di risposta in uscita. I rapporti al cambio saranno tarati con estrema precisione per avere la migliore accelerazione in rettilineo. Si dovrà tenere conto anche della velocità e della direzione del vento: con il vento in faccia, gli ingegneri opteranno per rapporti più corti e viceversa. In caso di forte vento, i motoristi dovranno studiare attentamente i consumi. Se il vento è contrario, il tempo di intervento del limitatore alla fine del rettilineo è più breve e, di conseguenza, salgono i consumi.

Il “Muro dei Campioni”
I piloti salgono di marcia per raggiungere 320 km/h e poi frenano in vista della curva 13, la rapida chicane al termine della quale è posto il celebre “Muro dei Campioni”. Il segreto per superarla è mantenere il bilanciamento della vettura: i piloti per questo utilizzano sia il freno motore che il pedale sinistro, sottoponendo a forti sollecitazioni i componenti interni e i circuiti dei fluidi. Dopo l’ingresso in curva, il pilota dà un colpo di acceleratore per affrontare la successiva linea retta. Le mappature di freno e acceleratore devono erogare l’esatto livello di potenza al momento giusto: se c’è troppa spinta, l’auto finisce contro il muro; se ce n’è poca, si compromette l’accelerazione sul rettilineo.

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