La FEDERVEICOLI,
Federazione dell’industria veicolistica aderente a Confindustria, nata nel
settembre 2009 dall’aggregazione di Confindustria ANCMA (Associazione
Nazionale Ciclo, Motociclo e Accessori), FEDERUNACOMA (Federazione
Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura) e ANFIA (Associazione
Nazionale Filiera Industria Automobilistica), rappresenta circa 780 aziende con
un fatturato di 113 Miliardi di Euro e circa 329.000 addetti. La filiera
produttiva da noi rappresentata affronta oggi una crisi economica senza
precedenti con impatti dirompenti sia sulla struttura industriale che sul
mercato dei veicoli.
Il Programma
ispirato al progetto di Confindustria “Crescere si può, si
deve” recentemente illustrato dal presidente Squinzi, riassume alcune richieste
che i nostri tre comparti industriali rivolgono al futuro Governo e al
Parlamento che si formerà dalla prossime elezioni politiche: dal recepimento
delle priorità suggerite dipendono il futuro delle nostre aziende e delle
persone che vi lavorano, ma anche il futuro di una risorsa strategica per il
nostro Paese: la mobilità in tutte le sue forme.
FEDERVEICOLI si propone
come interlocutore unitario di riferimento delle Istituzioni sulle tematiche
della mobilità, dei trasporti e delle politiche industriali collegate a questi
ambiti.
PROGRAMMA di
Federveicoli per l’agenda politica
1. La ripresa del settore passa
necessariamente attraverso il rilancio della domanda, da perseguire
attraverso alcune misure specifiche: Contenimento dei costi di possesso e di
gestione dei veicoli e, in particolare, iniziative concrete per calmierare le
tariffe assicurative, arrivate ormai a livelli insostenibili; Riduzione
programmata delle accise sui carburanti; Iniziative di defiscalizzazione che
consentano di portare in detrazione/deduzione alcuni costi di utilizzo dei
veicoli; Incentivazione dei veicoli a basso impatto ambientale
2. L’innovazione
tecnologica è determinante per il mantenimento della competitivita’ delle
industrie italiane in un mercato globale. FEDERVEICOLI plaude
all’approvazione, nell’ambito della Legge di stabilità, di un credito d’imposta
per finanziare l’R&D. Chiede tuttavia ai Ministeri e alle Commissioni
parlamentari competenti di accelerare l’emanazione dei decreti attuativi allo
scopo di rendere quanto prima operativa la misura. Auspica, inoltre, che il
credito d’imposta diventi in prospettiva una misura strutturale.
3. L’accesso al credito è una
condizione imprescindibile per assicurare liquidità alle imprese: ad oggi le
aziende italiane pagano tassi più alti rispetto alle aziende concorrenti,
subendo un importante gap di competitività
4. La sostenibilità
ambientale è una sfida strategica dei nostri settori industriali. Ma per
vincerla è necessario che i futuri provvedimenti tengano in considerazione la
fattibilità tecnologica e progettuale delle misure introdotte. Occorre,
inoltre, creare condizioni favorevoli allo sviluppo di veicoli ecologici e
nuovi carburanti.
5. Gli incidenti
stradali e nei luoghi di lavoro non sono solo un problema etico, ma hanno
gravi ricadute sul piano sociale ed economico: costi sociali quantificabili in
30 miliardi di euro e una pesante ricaduta sulla produttività. A fronte di uno
sforzo costante da parte dei produttori per accrescere gli standard di
sicurezza dei veicoli, non si ravvisa un eguale impegno da parte della sfera
pubblica. Chiediamo, in particolare, che vengano messe in sicurezza le
infrastrutture stradali adeguandole agli standard europei. E’ inoltre
necessario riprendere l’iter del progetto di riforma del codice stradale,
intrapreso durante la scorsa legislatura ed ispirato a criteri di semplificazione
della legislazione in materia. E’ necessario che i proventi delle sanzioni
vengano destinati allo sviluppo della sicurezza di veicoli e infrastrutture.
Serve, infine, un sistema di rilevazione statistica unitario che consenta di
approfondire la conoscenza sulle circostanze degli incidenti fornendo
informazioni preziose in un’ottica di riduzione delle vittime e di contenimento
dei costi assicurativi.
6. La mobilità
urbana rappresenta il principale ambito di sviluppo per il futuro dei
trasporti. Chiediamo una regolamentazione dell’accesso ai centri urbani dei
veicoli per il trasporto merci e passeggeri unitaria e armonizzata sul piano
nazionale e non affidata esclusivamente alla discrezionalità delle singole
amministrazioni; l’introduzione dei sistemi ITS per la gestione
intelligente del traffico; lo sviluppo dell’intermodalità e il potenziamento di modi di trasporto integrativi al
trasporto pubblico quali la mobilità ciclistica e l’adozione di servizi di
trasporto flessibili (es. car sharing, bike sharing, ecc.); la promozione della
mobilità su due ruote attraverso infrastrutture e servizi dedicati (piste
ciclabili protette, possibilità di accesso alle corsie riservate ai mezzi
pubblici, parcheggi riservati, ecc.).
7. Il costo
dell’energia elettrica è un altro fattore che contribuisce ad indebolire la
competitività delle nostre industri rispetto ai competitor stranieri (stimiamo
una perdita di competitività nell’ordine dell’1,5-2% del margine operativo
lordo imputabile ad un discostamento del 40% rispetto al costo medio
dell’energia nei paesi UE): chiediamo una riduzione di almeno l’80% della
componente A3 per le imprese ad alta intensità di energia, come quelle dei
settori rappresentati da FEDERVEICOLI.
8. Le strategie
di internazionalizzazione risultano sempre più decisive per il futuro delle
imprese. E’ dunque fondamentale promuovere strumenti legislativi che
favoriscano la creazione di reti d’impresa in un’ottica di
internazionalizzazione e che consentano alle imprese del settore e,
in particolare alla componentistica, di competere sul mercato globale.
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