· “Sei generazioni di Golf,
dal 1974 al 2012. Un successo che dura da 38 anni, una bestseller mondiale
venduta in 29,13 milioni di esemplari, un fattore economico di straordinaria
importanza, una garanzia di sicurezza a livello occupazionale e, per decenni,
un punto di riferimento nel campo del progresso tecnico”, afferma Martin Winterkorn, Presidente della Volkswagen AG. Il capo del
Gruppo prosegue: “Con la settima
generazione della Golf vogliamo
continuare questa storia di successi. Il potenziale di questa Volkswagen è
dimostrato dalla riduzione del peso ottenuta. Nonostante la nuova Golf sia più
sicura, più comoda e più spaziosa del modello precedente è ora fino a 100 kg
più leggera e fino al 23% più parca, nel caso del nuovo motore benzina da 140
CV con sistema di gestione attiva dei cilindri e consumi pari a 4,8 l/100 km”.
Accessibile – La Golf è
migliore in tutto
· 3,8 l/100 km. Con la nuova Golf, consumi a questo livello sono la norma, non l’eccezione.
I modelli di accesso consumano 4,9 l/100 km (motore benzina 1.2 TSI 86 CV) e
3,8 l/100 km (motore Diesel 1.6 TDI 105 CV), inoltre le emissioni di CO2 del
TSI sono pari a 115 g/km mentre quelle del TDI, con 99 g/km, restano sotto la
soglia dei 100 g/km. È ancora una volta la Golf BlueMotion a ottenere i valori
migliori: grazie all’impiego di soluzioni specifiche, con solo 85 g/km di
emissioni di CO2 e un consumo nel ciclo combinato di 3,2 litri di
gasolio per 100 km, è un punto di riferimento non solo all’interno della gamma.
Ancora Winterkorn: “Alla Volkswagen siamo
sempre stati consapevoli della responsabilità che comporta costruire un’automobile
ecocompatibile in grande serie. Quindi per noi era importante produrre la Golf
in modo che fosse la più attenta ai consumi di sempre, restando allo stesso
tempo accessibile. E ci siamo riusciti. La settima Golf è estremamente parca
nei consumi, dotata di serie dei sistemi start/stop e di recupero dell’energia
e, per quanto riguarda la Germania, offerta a un prezzo base di 16.975 Euro,
vale a dire in linea con la versione di accesso del modello precedente”.
Europa – Ogni anno fino a
119.000 tonnellate di CO2 in meno
· In media il 13,9% di CO2
in meno. Ulrich Hackenberg, Responsabile Sviluppo della marca
Volkswagen, fornisce ulteriori informazioni relative alla ecocompatibilità: “Secondo le nostre stime, solo in Europa
ogni anno si emetteranno 119.000 tonnellate di CO2 in meno grazie
alla flotta di nuove Golf, la cui intera gamma di motori in media produce
emissioni di CO2 ridotte del 13,9%”.
All’avanguardia – La prima
Volkswagen con frenata anti collisione multipla
· Sicurezza e comfort di un
altro livello. Nel tentativo di eliminare ogni grammo
possibile è necessario accertarsi che i passi avanti in questo campo non vadano
a discapito di altri aspetti. Anche in questo caso la Volkswagen dimostra che
la Golf è più che mai sinonimo di democratizzazione del progresso e perfezione
nei dettagli: più grande (più spazio libero per le gambe nel vano posteriore e
30 litri in più di capacità del bagagliaio), nuovi pionieristici sistemi di
sicurezza come la frenata anti collisione multipla (di serie) e un sistema
proattivo di protezione degli occupanti (PreCrash), nonché il controllo
automatico della distanza ACC con Front Assist e funzione di frenata di
emergenza City, nuovo sterzo progressivo e nuovo asse posteriore, una scelta
tra diversi programmi di guida, touchscreen di serie su tutti i modelli e un
universo completamente nuovo di sistemi di infotainment ed entertainment con un
display, nelle versioni top di gamma, che reagisce ai movimenti della mano
tramite un sensore di prossimità.
Non plus ultra – La
rielaborazione di uno dei design più conosciuti
·
Caratteristica di prodotto inconfondibile. La
Golf, giunta alla settima generazione, oltre a una storia di successi in campo
tecnico ed economico, ha scritto anche pagine importanti del design
industriale. Infatti la linea esterna della Golf oggi è tra i design di
prodotto più conosciuti al mondo. Walter de Silva, Responsabile Design della
Volkswagen AG, afferma: “La continuità è
una delle chiavi per il successo: tra le automobili distribuite a livello
mondiale si contano sulle dita di una mano quelle il cui design è rimasto per
decenni fedele a se stesso come è avvenuto per quello della Golf, sempre
preciso, ricercato, rielaborato e ciononostante un classico senza tempo”. Aggiunge Klaus Bischoff,
Responsabile Design Marca Volkswagen: “Tra
le inconfondibili caratteristiche di prodotto della Golf rientrano i tipici montanti
posteriori, la lunga linea del tetto e le tipiche linee dei cristalli nonché i
caratteristici elementi trasversali di frontale e posteriore. Anche questi
dettagli rendono la nuova Golf unica, di grande pregio e longeva più della
maggior parte delle altre compatte. Si potrebbe anche dire che il design della
Golf ha trovato il suo equilibrio”.
· Proporzioni
Premium.“Il
linguaggio delle forme”, afferma Bischoff, “è logico, solido,
orientato al prodotto, essenziale e preciso, quindi rispecchia in pieno il DNA
del design del Marchio. Di conseguenza l’architettura alla base della nuova
Golf è inconfondibile: semplice, potente, chiara, affidabile e sicura. Partendo
dagli elementi essenziali di questa limpida architettura di base, i dettagli si
limitano a creare sfumature delicate, come nel caso delle superfici in rilievo
distribuite con parsimonia. Un altro aspetto estremamente importante è che la
Golf di settima generazione, con queste proporzioni radicalmente modificate,
non passa di certo inosservata”. Marc Lichte, Responsabile del Design degli
Esterni, spiega: “Le proporzioni sono
cambiate così tanto perché abbiamo sfruttato a nostro vantaggio il pianale
modulare trasversale. Le ruote anteriori sono avanzate di 43 millimetri, di
conseguenza lo sbalzo anteriore risulta più corto e contemporaneamente il
cofano motore appare più lungo”. Klaus Bischoff conferma: “L’abitacolo, visivamente proiettato all’indietro,
conferisce alla vettura il cosiddetto “aspetto cab-backward”, un’espressione
che utilizziamo per descrivere le proporzioni delle vetture delle classi
superiori, nelle quali il cofano motore è lungo e il vano passeggeri è spostato
decisamente verso il posteriore. Si può quindi affermare che la nuova Golf è
caratterizzata da proporzioni che sono altrimenti presenti solo nei segmenti
superiori”.
· Fiancate dalle linee
imponenti. Marc Lichte continua: “Con il design abbiamo voluto sottolineare le modifiche apportate alle
proporzioni. La linea caratteristica, ora estremamente affilata e molto più
visibile, è stata integrata sotto le maniglie delle porte. Tale linea, fatta
eccezione per l’interruzione in
corrispondenza dei passaruota, è continua tutt’intorno alla vettura e, dal
punto di vista dello stile, si ritrova nei listelli cromati della calandra del
radiatore e dei fari e, passando al posteriore, nei listelli trasversali
bianchi dei gruppi ottici; questa linea che corre ribassata lungo tutto il
perimetro sposta il baricentro ottico ancora più in basso, ancorando saldamente
la vettura alla strada. Altrettanto importante è la nuova linea che scorre
immediatamente sotto i cristalli laterali; essa parte da davanti in
corrispondenza del faro, scorre sotto lo specchietto retrovisore esterno
posizionato direttamente sulla linea per arrivare fino alla fine dei finestrini
laterali posteriori, sottolineando le perfette proporzioni della nuova Golf”.
· Il montante posteriore tra i
più famosi al mondo. Prosegue Klaus Bischoff: “Le fiancate
sono caratterizzate in particolare da altri due elementi tipicamente Golf: i
montanti posteriori e la linea del tetto. Osservando la fiancata si nota
chiaramente la forma precisa del montante posteriore che, richiamando la corda
tesa di un arco, dà l’impressione che la Golf si proietti in avanti anche se è
ferma, oltre a rappresentare allo stesso tempo un omaggio alla prima e alla
quarta Golf, due icone di design della serie. Inoltre il profilo della linea
del tetto è stato completamente ridisegnato. Anche in questo caso, sopra i
cristalli laterali, la Golf sfoggia un’altra linea che si allunga dallo spoiler
sul tetto fino ai montanti anteriori. Le luci, insieme agli specchietti
retrovisori e ai caratteristici montanti posteriori, conferiscono alla vettura
un aspetto estremamente vigoroso, sportivo e imponente”.
· Frontale decisamente
Volkswagen e decisamente Golf. Il nuovo DNA del
design Volkswagen mostra un “volto” dai tratti simpatici i cui elementi, ben
proporzionati nella loro disposizione orizzontale, esaltano la larghezza, come
nella prima Golf. Soprattutto nel caso della nuova Golf, il risultato è un
frontale che, con i fari leggermente orientati verso l’alto, si dichiara
apertamente Volkswagen a chiunque guardi nello specchietto retrovisore.
Rispetto al modello precedente la nuova Golf sfoggia inoltre superfici
completamente rimodulate. Mentre sulla sesta Golf il cofano motore era rialzato
in corrispondenza dei parafanghi, ora avviene il contrario.
· Posteriore dall’aspetto
marcato e cura dei dettagli. Anche il posteriore è
completamente nuovo, ma sempre familiare. Qui gli aspetti tipici sono la
geometria essenziale dei gruppi ottici, il lunotto che va a toccare i montanti
posteriori e l’ampia superficie uniforme che circonda il logo del Marchio. Per
quanto tipicamente Volkswagen, tutta questa perfezione nei dettagli non sarebbe
sufficiente se non presentasse anche vantaggi tangibili. Nel caso della nuova
Golf il vantaggio è rappresentato dal fatto che è stato possibile abbassare il
piano di carico a 665 mm senza compromettere l’estetica. Questa misura è la
migliore nell’intero segmento, oltre a essere un altro esempio di perfezione
nei dettagli; un aspetto marginale, che si rivela subito determinante quando si
va a fare la spesa per la prima volta con la nuova Golf.
Ufficialmente la Volkswagen non ha mai numerato le generazioni della Golf.
Tuttavia l’individuazione delle sette generazioni nel corso degli anni viene ora
ufficializzata con la pubblicazione in questa cartella stampa della loro numerazione.
In effetti, con 29,13 milioni
di auto vendute dal 1974 al 31 luglio 2012, la Volkswagen Golf, insieme alle versioni
derivate come Cabriolet o Variant, è una delle automobili di maggior successo
al mondo.
Golf I – Dal 1974 al 1983
La
prima Golf prodotta in serie è uscita dalla catena di montaggio di Wolfsburg
nel marzo 1974 e a maggio ha fatto il suo debutto nei Concessionari Volkswagen.
Dopo che per decenni il Maggiolino e quindi il motore e la trazione posteriori
l’avevano fatta da padroni, è finalmente iniziata una nuova epoca: quella del
motore anteriore montato trasversalmente e della trazione anteriore. Questa
trasformazione era stata introdotta poco tempo prima dalla Passat presentata
nel 1973, la prima vettura Volkswagen a trazione anteriore dopo la K70 ripresa
dalla NSU. Grazie alla Golf questa impostazione tecnica ha esordito nel
segmento dei maggiori volumi.
La
Golf I progettata da Giorgio Giugiaro doveva corrispondere alle enormi
aspettative create precedentemente dal leggendario Maggiolino, venduto in più
di 21,5 milioni di unità, portando avanti la storia di quella che fino ad
allora era stata l’auto di maggior successo al mondo. Nella primavera del 1974
nessuno poteva essere assolutamente certo che anche la nuova auto sarebbe riuscita
in questa impresa. Tuttavia la soluzione di trazione moderna e sicura, la
spaziosa configurazione degli interni con sedili posteriori con schienali
ribaltabili, la carrozzeria con il comodo portellone posteriore e anche il
design furono così convincenti che già nell’ottobre del 1976 si poté
festeggiare la vendita della milionesima Golf.
A quel tempo Volkswagen
scrisse a proposito della nuova auto: “La Golf offre il massimo in materia di
spazio utile e sicurezza ed è progettata all’insegna della praticità senza
compromessi. La bassa linea di cintura sottolinea l’essenzialità strutturale,
mentre il cofano anteriore digradante apre la visuale sulla carreggiata
immediatamente davanti alla vettura. Inoltre il lunotto estremamente ribassato
facilita le manovre in retromarcia”. Tutto questo è valido ancora oggi.
La prima generazione
della Golf ha costituito un punto di riferimento in fatto di progresso e
tendenze in campo automobilistico, così come tutte le Golf seguenti nelle
rispettive epoche. Ad esempio, con la prima Golf GTI (1976) la Volkswagen diede
una svolta alla dinamicità di questa classe; la Golf D (Diesel aspirato, 1976)
e la successiva Golf GTD (Turbodiesel, 1982) videro il Diesel fare breccia nel
segmento delle auto compatte. Nel 1979 con la Golf Cabriolet, l’auto scoperta
più venduta al mondo in quegli anni, la Volkswagen portò una ventata di aria
fresca nella classe che nel linguaggio popolare era già da tempo chiamata
“classe Golf”. Della prima generazione della Golf, comprese tutte le versioni derivate
come la Cabriolet e la Jetta a suo tempo di identica costruzione, furono
venduti 6,72 milioni di esemplari in tutti i continenti e la Golf dimostrò così
di essere la degna erede del Maggiolino.
Golf
II – Dal 1983 al 1991
Questa seconda Golf è stata la Volkswagen su cui ha
imparato a guidare la generazione dei baby-boomer, vale a dire di coloro che
oggi hanno circa cinquant’anni. Che dall’agosto 1983 non ci si sarebbe più
seduti gomito a gomito fu chiaro leggendo la cartella stampa del 1983: “Passo,
carreggiata anteriore e carreggiata posteriore sono stati incrementati
rispettivamente di 75, 23 e 50 mm. Lunghezza e larghezza della vettura sono
aumentate di 170 mm (3,99 m) e 55 mm (1,42 m)… I 37 mm in più tra pedale dell’acceleratore
e schienali dei sedili posteriori assicurano una misura confortevole di 1.837
mm, mentre lo spazio all’altezza dei gomiti davanti e dietro è rispettivamente
aumentato di 92 mm e 112 mm. Nel modello a cinque porte lo spazio a disposizione
è addirittura di 120 mm”.
Da ricordare anche che nel segmento della Golf è
stato proprio questo modello a introdurre il catalizzatore (1984), il sistema
antibloccaggio (ABS, 1986) e il servosterzo, e per la prima anche la trazione
integrale (syncro, 1986). Inoltre già nel 1989, con ben 23 anni di anticipo, la
Volkswagen si basò su questa Golf per presentare due prototipi, uno a trazione
elettrica e uno a propulsione ibrida. Nel giugno 1988, 14 anni dopo il debutto,
la Golf abbatté il magico muro della produzione di 10 milioni di esemplari! Dopo
6,41 milioni di unità, nel 1991 la seconda generazione della Golf abbandonò il
campo, per lasciare il posto al modello successivo.
Golf
III – Dal 1991 al 1997
Con la Golf terza
generazione, a partire dall’agosto 1991, la Volkswagen inaugurò una nuova era
nel campo della sicurezza. Da un lato la Golf III fu la prima Golf a montare
dal 1992 gli airbag frontali, dall’altro introdusse enormi progressi nel campo
della costruzione della carrozzeria, che migliorarono notevolmente le
caratteristiche di resistenza agli urti. Con il senno di poi si può affermare
che con questa Golf la Volkswagen realizzò davvero la democratizzazione della
sicurezza passiva, dato che la maggiore protezione costituì un vantaggio per
milioni di automobilisti in tutto il mondo.
Comunque, alla Golf III sono
legate numerose altre pietre miliari del modello; sotto la sua carrozzeria
debuttarono il primo motore a sei cilindri (VR6), il leggendario SNA (una
combinazione di frizione automatica e sistema start/stop) e il cruise control
(regolatore della velocità), il primo catalizzatore ossidante per i motori
Diesel (1991), i primi motori Diesel a iniezione diretta (TDI, 1993 e SDI,
1995) e i primi airbag laterali (1996). Sempre nel 1996, in settembre, tutte le
Golf furono equipaggiate con ABS di serie. Inoltre, prendendo come base la
terza Golf, nel 1993 la Volkswagen presentò una nuova Cabriolet, un nuovo
modello a trazione integrale (syncro II) e la prima Variant (station-wagon)
della serie. Un anno dopo, nel maggio 1994, la Volkswagen festeggiò i 15
milioni di Golf prodotte. Nel 1997 la terza generazione uscì di scena dopo 4,96
milioni di esemplari prodotti.
Golf
IV – Dal 1997 al 2003
Sotto la guida dell’allora
Responsabile Design del Gruppo Volkswagen Hartmut Warkuß si delineò quel design
essenziale e preciso che da una parte era più che mai rappresentativo della
storia del Marchio, mentre dall’altra preparava il terreno per affrontare il
futuro della Volkswagen. Il nuovo DNA del design Volkswagen ha origine in
questi anni. Oggi la Golf IV è considerata un’icona di stile dagli esperti di
design, di certo anche perché la purezza delle sue forme e il caratteristico
design dei montanti posteriori creavano un collegamento con la Golf I del 1974.
Comunque la Golf IV era
pionieristica non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello tecnico.
Con questa auto la Volkswagen raggiunse uno standard qualitativo completamente
nuovo nel segmento. Contemporaneamente, il debutto dell’ESP (1998) e del
dispositivo di assistenza in frenata proseguirono la democratizzazione nel
campo della sicurezza. Sempre nel 1998 la Volkswagen presentò la prima Golf a
trazione integrale con frizione Haldex, la Golf 4MOTION. Un anno dopo, partendo
dalla Germania, l’ESP entrò a far parte della dotazione di serie. Nello stesso
anno fece il suo debutto la prima Golf con cambio a 6 rapporti. Nel 2001 seguì
la Golf GTI da 180 CV (per il 25° compleanno della GTI), oggi già considerata
un classico, e nel 2002 fu la volta della prima Golf con iniezione diretta di
benzina (FSI) e del debutto degli airbag per la testa (airbag a tendina) di
serie. Sempre nel 2002 la Volkswagen presentò inoltre quella che allora era la
Golf più sportiva di tutti i tempi: la R32 da 250 km/h. Nel 2003 fu questo
modello top della serie a essere disponibile per la prima volta con il
rivoluzionario cambio a doppia frizione DSG, rapido e in grado di far
risparmiare carburante: il cambio automatico della nuova era. Nello stesso anno
la Golf IV, la prima Golf completamente zincata disponibile con sistema di navigazione
e fari bixeno, dopo 4,92 milioni di esemplari abbandonò la catena di montaggio
a favore della Golf V.
Golf V – Dal 2003 al 2008
In
fatto di comfort e dinamica questa Golf si lasciò alle spalle molti modelli
concorrenti della classe media superiore. E anche per quanto riguarda la
qualità. Al suo debutto nel 2003 la Golf V si fece notare per il 35% in più di
rigidezza torsionale che andava a rafforzare la stabilità della carrozzeria
saldata con il laser. Per la prima volta la Golf poteva inoltre essere
equipaggiata a richiesta con airbag laterali nel vano posteriore; contando i
sei airbag di serie (anteriori, laterali anteriori e per la testa) a bordo si
trovavano così otto cuscini d’aria protettivi.
Sul
fronte del comfort e della dinamica la Golf V vantava tra l’altro un nuovo asse
posteriore multilink a quattro bracci e un nuovo cambio DSG a 7 rapporti, fari
bixeno, sensore pioggia e tetto scorrevole panoramico, senza dimenticare il
debutto del primo motore turbo benzina a iniezione diretta sulla Golf GTI
(2004) e del primo Twincharger al mondo (TSI, 2006) dotato di doppia
sovralimentazione con turbocompressore e compressore meccanico.
Contemporaneamente la serie attirò l’attenzione di un’ampia gamma di
automobilisti grazie alle nuove varianti di carrozzeria: nel 2006 debuttò la
Golf Plus mentre nel 2007 furono presentate la Cross Golf, una nuova Variant e
la Golf BlueMotion, il cui consumo nel ciclo combinato di soli 4,5 l/100 km aprì nuovi orizzonti. Quando nel 2008 fu
presentata la Golf VI, la generazione V era stata prodotta in 3,27 milioni di
esemplari in tutte le versioni.
Golf VI – Dal 2008 al 2012
In
soli quattro anni, fino a fine luglio 2012, sono state 2,85 milioni le Golf
costruite sulla base della sesta generazione presentata nel 2008. Notevoli i
passi avanti compiuti in fatto di sicurezza: la nuova carrozzeria saldata con
il laser era talmente stabile da ottenere il massimo del punteggio, cinque
stelle, nel crash-test EuroNCAP. Inoltre la dotazione di serie comprendeva un
altro airbag: l’airbag per le ginocchia.
Per
quanto riguarda la qualità, gli interni della Golf VI si sono dimostrati
particolarmente innovativi, mentre la maggiore dinamica a fronte di un minore
consumo era garantita da una gamma sempre più ampia di motori TSI e dal passaggio
del Turbodiesel (TDI) dal sistema pompa-iniettore al sistema common rail. Il
modello di punta per ecocompatibilità è stata la Golf BlueMotion, con un
consumo nel ciclo combinato di soli 3,8 l/100 km equivalente a 99 g/km di CO2.
Nuovi sistemi di assistenza, come la regolazione automatica degli abbaglianti
Light Assist, il Park Assist e il sistema di assistenza nelle partenze in
salita, e tecnologie, come la regolazione elettronica delle sospensioni DCC, hanno
fatto eleggere “World Car of the Year” nel 2009 quella che all’epoca era la
Golf più all’avanguardia. Inoltre la vettura disponeva di dotazioni quali il
sistema start/stop e il sistema di recupero dell’energia, le luci di svolta
dinamiche e i gruppi ottici posteriori a LED. Anche se ora la Golf VI ha
lasciato il posto alla Golf VII, grazie alle sue eccezionali caratteristiche di
prodotto e al suo design insuperabile resterà ancora a lungo sul mercato delle
auto usate come una delle vetture compatte di maggior successo.
Costruzione con materiali leggeri
Riuscire
a risparmiare fino a 100 kg di peso è complesso, soprattutto nella classe
compatta. Il fatto è che non tutte le Case automobilistiche seguono la via
della costruzione con materiali leggeri, alla ricerca dell’ultimo grammo, con
la stessa coerenza che Volkswagen applica dall’inizio alla fine. E questo perché
un lavoro di ricerca e sviluppo a livello intensivo ha un costo elevato. Nonostante
gli allestimenti più ricchi, il prezzo base della Golf settima generazione non cambia,
a conferma della forza innovativa di questo Marchio.
Vettura completa – Ecco come
si ottengono 100 kg
Considerando
le aree principali della Golf, vale a dire impianto elettrico, gruppi, telaio e
struttura, la riduzione del peso risulta così ripartita:
fino a - 6 kg impianto elettrico
fino a - 40 kg gruppi
fino a - 26 kg telaio
fino a - 37 kg struttura
La
riduzione totale del peso in base a un calcolo puramente matematico può
arrivare addirittura a 109 kg; tuttavia, in base alle possibilità di configurazione
di fatto realizzabili su una vettura, tale riduzione raggiunge massimo 100 kg. Il
settore con il maggior potenziale è comunque quello dei gruppi e della
struttura (carrozzeria e interni). Analizzando nei dettagli questi 37 kg
risparmiati si resta impressionati, perché si capisce quale sia nel 2012 la
compatibilità tra costruzione con materiali leggeri e produzione in grande
serie.
Struttura – Ecco come si
ottengono 37 kg
- 0,4 kg plancia
- 1,4 kg traversa modulare (sotto la plancia)
- 2,7 kg climatizzatore
- 7 kg sedili anteriori e posteriori (a
seconda della versione)
- 23 kg carrozzeria
- 2,5 kg altro
Plancia. Quattro etti
sembrano pochi, ma la perfezione sta proprio nei dettagli. Se si trascurano
quattro etti alla fine non si arriva a 100 kg. Utilizzando una nuova tecnica di
stampaggio a iniezione di schiuma termoplastica, materiale che costituisce la
struttura portante a sandwich sopra la quale poggia la superficie di pregio, la
Volkswagen è riuscita ad alleggerire la plancia del 20% e contemporaneamente a
renderla il 20% più rigida.
Traversa modulare. 1,4
kg sono un altro contributo alla riduzione del peso complessivo della vettura.
La traversa modulare, sulla quale sono montati sterzo e plancia, pesa
complessivamente 5,8 kg. L’alleggerimento è stato possibile grazie a un
concetto di costruzione con materiali leggeri che prevede l’utilizzo di
componenti in acciaio. La struttura della traversa modulare è stata resa
leggera il più possibile e stabile quanto necessario grazie a calcoli eseguiti
con il metodo degli elementi finiti (FEM). Gli spessori ottimali dell’acciaio e
le misure strutturali, come le nervature inserite in modo mirato, da un lato
hanno migliorato la rigidità della traversa e dall’altro hanno ridotto il peso
di 1,4 kg, come già ricordato. In fondo, utilizzando procedure come il metodo
degli elementi finiti gli ingegneri Volkswagen hanno seguito gli esempi
presenti in natura, dove ad esempio in un filo d’erba o in uno stelo di grano
si riscontra un rapporto sorprendente tra la sezione di un componente e la sua
rigidità. Questa è la strada.
Climatizzatore. L’intero
climatizzatore della Golf è stato ridisegnato e rielaborato per pesare 2,7 kg
in meno. Indipendentemente dal peso, il climatizzatore della Golf con il suo
circuito di raffreddamento ad alto rendimento costituisce un punto di riferimento
in fatto di comfort ed efficienza, poiché funziona in modo estremamente
silenzioso (fino a -5 dB(A)); essenzialmente raggiunge la temperatura
desiderata in modo più rapido e, grazie al nuovo comando della ventola e a una
regolazione intelligente del clima, consuma particolarmente poco (fino a -4
ampere). La riduzione di peso di 2,7 kg si ottiene tra l’altro grazie all’ottimizzazione
degli spessori di diversi componenti dell’impianto, a condotte forzate dal
diametro ridotto, a un nuovo concetto di fissaggio e a uno scambiatore di
calore ad alto rendimento anch’esso dal peso ottimizzato.
Sedili. Oltre a numerosi
provvedimenti di minore entità, per quanto riguarda i sedili, in particolare, è
stato ridotto il peso degli schienali nel vano posteriore, per risparmiare in
totale fino a 7 kg. Di nuovo grazie al metodo degli elementi finiti (FEM) e all’utilizzo
di acciai ad alta resistenza abbinato alla saldatura laser è stato possibile
ottimizzare sia gli spessori che la geometria dei profili. Agli ingegneri è bastato
questo e l’impiego di agganci degli schienali più leggeri per ottenere una
riduzione di peso superiore al 15%.
Carrozzeria. La carrozzeria deve
essere stabile per poter garantire una sicurezza ottimale e il massimo comfort.
Allo stesso tempo la sua struttura dovrebbe restare agile e scattante per fare
in modo che tutta la vettura sia leggera ed efficiente. Stabilità e leggerezza:
conciliare questi due parametri è sempre stata una delle sfide più grandi del
mondo automobilistico. In particolare se l’auto, come nel caso della Golf, deve
poter essere acquistata da milioni di persone. Materiali estremamente costosi
come alluminio, magnesio o persino materiali in fibra di carbonio sono esclusi
a priori in questo segmento, quanto meno in grandi quantità. Di conseguenza la
Volkswagen si basa sulle sinergie del pianale modulare trasversale (MQB), un
approccio innovativo con acciai ad alta resistenza e processi di produzione all’avanguardia.
I 23 kg in meno, senza costi aggiuntivi, ottenuti nel settore della struttura
di carrozzeria nonostante le maggiori dimensioni della vettura e i requisiti
ancora più severi relativamente a rigidità e caratteristiche anti-crash,
dimostrano che questo sistema funziona.
Motori.
Che la Golf VII sia basata sul pianale modulare
trasversale è un aspetto tecnico non privo di significative conseguenze. Si
tratta infatti di una Golf nuova in pressoché tutte le sue parti: dalla
carrozzeria, agli interni, ai motori, compresi i sistemi di infotainment, fino
ai numerosi nuovi sistemi di assistenza. Sono state mantenute sostanzialmente
solo alcune soluzioni tecniche che, già sul modello precedente, hanno
dimostrato di essere idonee alle sfide del futuro, quali ad esempio il cambio DSG
a doppia frizione a 6 e 7 rapporti. Tutto il resto è nuovo e riserva molte
sorprese. Basti pensare alle motorizzazioni, per esempio. Nessuno dei motori
del modello precedente è stato mutuato senza subire variazioni. In dettaglio,
la Golf Volkswagen ha sviluppato due generazioni di propulsori completamente
nuovi. Tutte le versioni sono dotate di serie dei sistemi start/stop (riduzione
dei consumi fino al 4%) e di recupero dell’energia (riduzione delle emissioni
di CO2 del 3%). Grazie alla sinergia delle diverse misure adottate è
stato possibile contenere le emissioni di CO2 fino ad un massimo del
23%.
Selezione del profilo di guida. Per la prima volta sulla Golf viene inoltre proposta una
funzione che permette di scegliere il programma di guida preferito. Sono
disponibili complessivamente quattro opzioni, che diventano cinque in
abbinamento al DCC (regolazione adattiva dell’assetto): Eco, Sport, Normal,
Individual e, con il DCC, anche Comfort. In particolare, con il profilo di
guida Eco, il funzionamento del motore, del climatizzatore e di ulteriori
gruppi ausiliari, viene gestito nell’ottica del massimo contenimento dei
consumi. Inoltre, sulle vetture con DSG la modalità Eco prevede la funzione che
sfrutta l’inerzia: se il guidatore solleva il piede dal pedale dell’acceleratore
(ad esempio avvicinandosi a un semaforo o percorrendo tratti in discesa) il DSG
“stacca” la frizione e il motore gira al regime del minimo. In questo modo,
adottando uno stile di guida opportuno, l’energia cinetica della Golf può
essere sfruttata in modo ottimale.
Motorizzazioni benzina
Come propulsori benzina vengono
impiegati esclusivamente TSI sovralimentati a iniezione diretta (4 cilindri a
quattro valvole). Le motorizzazioni benzina disponibili al debutto della nuova
Golf vantano rispettivamente 85 e 140 CV di potenza. Già quella meno potente
sorprende per il consumo nel ciclo combinato pari ad appena 4,9 l/100 km (a
fronte di emissioni di CO2 di 113 g/km): 0,6 litri in meno del
corrispondente motore del modello precedente. Per la prima volta la Golf viene
inoltre proposta con il sistema di gestione attiva dei cilindri ACT, applicato
al TSI 140 CV: un motore che così equipaggiato soddisfa già oggi la futura
norma sui gas di scarico Euro 6 grazie anche a un consumo nel ciclo combinato
di appena 4,8 l/100 km (pari a 112 g/km di CO2). A titolo di
confronto, l’analogo motore del modello precedente dotato di 122 CV, già parco
nei consumi ma con 18 CV in meno di potenza, consumava 6,2 l/100 km (con
emissioni di CO2 di 144 g/km).
ACT – Funzionamento in dettaglio. Il sistema di gestione attiva dei cilindri (ACT) del
1.4 TSI è una vera pietra miliare. La Volkswagen è la prima Casa
automobilistica al mondo a impiegare, su motori a quattro cilindri prodotti in
grande serie, questo dispositivo tecnologico innovativo, finalizzato al
contenimento dei consumi. Nel caso della nuova Golf VII è abbinato al motore
TSI 140 CV. Ecco il principio di funzionamento di questo sistema: a basso e
medio carico, due dei quattro cilindri vengono disattivati, consentendo così di
ridurre il consumo nel ciclo combinato di 0,4 l/100 km. L’esclusione dei
cilindri si verifica quando il regime è compreso tra 1.400 e 4.000 giri e la
coppia fino a 85 Nm.
Motorizzazioni
Diesel
Completamente rinnovata anche la
gamma di motori Diesel. I motori a gasolio a iniezione diretta, anch’essi
sovralimentati a 4 cilindri con quattro valvole, erogano 105 e 150 CV di
potenza. Il grado di efficienza dei motori Diesel della nuova Golf è esemplare
fin dal modello di accesso, il TDI 105 CV, che vanta un consumo nel ciclo
combinato di soli 3,8 l/100 km (pari a 99 g/km di CO2). Con il
modello precedente questo valore veniva raggiunto solamente dalla specifica Golf
BlueMotion, non dalla versione di accesso, come invece accade con la nuova
Golf. Anche il TDI 150 CV della Golf, tuttavia, è estremamente efficiente, com’è
confermato dal consumo nel ciclo combinato di 4,1 l/100 (per 106 g/km di CO2).
È ancora una volta la Golf BlueMotion a ottenere i valori migliori: grazie all’impiego
di soluzioni specifiche, con solo 85 g/km di emissioni di CO2 e un
consumo nel ciclo combinato di 3,2 litri di gasolio per 100 km, la nuova Golf
BlueMotion è un punto di riferimento non solo all’interno della gamma; un
tipico esempio della forza innovativa della Marca, che mostra come la
Volkswagen impieghi le tecnologie BlueMotion nei modelli che si susseguono,
sviluppandole ulteriormente.
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