Qual è misura la reale propensione degli italiani per la mobilità elettrica? Secondo una nuova instant survey di Areté, sono molti i benefici (ambientali ed economici) percepiti, ma i costi rimangono ancora troppo alti.
Italiani e auto elettrica: questo matrimonio non s’ha da fare. Il rapporto? Fin troppo conflittuale. Cresce l’interesse per questa tecnologia, ma la disponibilità ad acquistarle non procede di pari passo, anzi diminuisce: i costi dei modelli disponibili sul mercato, complice anche l’incertezza economica, sono percepiti come ancora troppo elevati da gran parte degli italiani.
Sono queste le principali evidenze che emergono dalla nuova instant survey “La tua prossima auto, come sarà?” condotta da Areté (azienda specializzata nella consulenza strategica) nel mese di giugno per indagare sul campo la reale propensione all’acquisto di nuove vetture da parte degli italiani. Lo studio arriva a quasi un anno di distanza da una simile precedente analisi e consente di mettere a confronto i dati emersi.
Il 74% degli intervistati dichiara di utilizzare l’auto per gli spostamenti abituali. Alla domanda “La tua prossima auto che alimentazione avrà?” la maggioranza relativa degli intervistati (il 41%) ha risposto indicando l’ibrido, seguito dall’elettrico (27% del totale e in calo di 11 punti percentuali, dal 38% dichiarato nel 2022) e poi da benzina (14%) e diesel (10%). Una dichiarazione di intenti che oggi non trova conforto nel mercato delle immatricolazioni dove l’elettrico è limitato ancora sotto il 4% e che si scontra poi con la capacità di spesa oggi insufficiente per i costi medi di queste vetture. L’incertezza economica spinge 2 italiani su 3 a ipotizzare l’acquisto del secondo bene più importante dopo la casa attraverso strumenti alternativi al pagamento con un’unica soluzione, come finanziamenti, noleggio a lungo termine e leasing.
Tra coloro che in futuro si affideranno alle vetture alla spina il 30% ritiene di utilizzarla solo in città, il 61% anche per gli spostamenti extra-urbani.
Sono due le ragioni per cui l’elettrico sta diventando sempre più appealing, almeno nei desiderata degli italiani: in primis per l’impatto sull’ambiente, il 46% dichiara che lo sceglierà per la sua capacità di ridurre le emissioni allo scarico; il 40% lo farà per i risparmi che questa tecnologia consente in termini di manutenzione e di consumi.
Che nel nostro Paese esista un forte interesse per gli e-vehicles è testimoniato anche dal fatto che 9 italiani su 10 si dichiarano interessati a provarli e testarli per qualche giorno.
Il principale freno all’acquisto resta però il costo di questi modelli che fatica ad incrociare la domanda. Oggi il 76% degli italiani ha a disposizione un budget inferiore ai 30mila euro da destinare alla nuova auto e questo preclude una fetta importante del mercato, decisamente sopra questa soglia.
Guardando all’auto del prossimo futuro, proprio il rapporto qualità/prezzo è la caratteristica giudicata più importante dagli automobilisti (la indica il 27% del campione), seguita dalla sicurezza e dai consumi ridotti (13%) e dai costi di manutenzione contenuti (12%).
Interrogati su alcuni macro-trend della mobilità (elettrificazione – condivisione – guida autonoma – acquisti online), gli italiani vedono più vicina la diffusione massiva delle auto elettriche (il 63% ne è convinto), rispetto allo sviluppo della guida autonoma (il 58% dei rispondenti ci punta), agli acquisti senza recarsi in concessionaria (il 45% è convinto che presto saranno realtà) e all’abbandono della proprietà per la condivisione dell’auto (38%).
“I dati della nostra nuova instant survey - sottolinea Massimo Ghenzer - Presidente di Areté - rivelano un interesse crescente per le auto elettriche nel nostro Paese che però stenta a trasformarsi in reale propensione all’acquisto che addirittura risulta in calo nel confronto con lo scorso anno. La tecnologia elettrica interessa gli italiani per le emissioni di CO2 azzerate e si aspettano risparmi nei consumi e nei costi di manutenzione, tuttavia il prezzo attuale delle elettriche lo rende un prodotto di nicchia”.
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