Secondo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a giugno il mercato italiano dell’auto totalizza 132.457 immatricolazioni, ovvero il 23,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2019.
Il consuntivo del 1° semestre 2020 conta, quindi, 583.960 immatricolazioni, volumi quasi dimezzati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-46,1%).
“Permane un grave calo a doppia cifra anche a giugno, per il mercato auto italiano – commenta Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA. La perdita si è dimezzata rispetto al quella del precedente mese di maggio e siamo di fronte a segnali di ripartenza veramente timidi, riconducibili perlopiù allo smaltimento di ordini accumulati e rimasti inevasi prima della chiusura dei concessionari dello scorso marzo, unito agli effetti di calendario (un giorno lavorativo in più a giugno 2020 rispetto a giugno 2019). I ritmi di ripresa delle vendite dopo il periodo di lockdown sono e saranno lentissimi perché crisi economica e clima di incertezza rappresentano un mix letale per le decisioni d’acquisto di consumatori e imprese. A questi, si aggiunge anche l’effetto attesa nei confronti di incentivi all’acquisto di cui si parla da mesi, ma che, per ora, non si sono tradotti in realtà, con colpevole ritardo rispetto agli altri maggiori Paesi europei.
La settimana in corso dovrebbe essere decisiva per l’iter di conversione in legge del Decreto Rilancio, che dovrà concludersi entro il 18 luglio, motivo per cui speriamo che il nostro appello venga finalmente ascoltato. Lo stock di veicoli accumulato da produttori e concessionari durante i mesi scorsi, insieme all’attuale debolezza della domanda, stanno ostacolando il riavvio della produzione industriale della filiera automotive. Incentivare il mercato significa farla ripartire, ma anche innescare un circolo virtuoso per il rilancio dei livelli produttivi dell’industria italiana nel suo insieme e del sistema Paese. Inoltre, anche l’Erario ci guadagnerebbe, perché ad ogni 100.000 immatricolazioni perse corrisponde un ammanco di gettito fiscale di circa 500 milioni di Euro, senza contare che un sistema industriale in ripresa significa un minore ricorso agli ammortizzatori sociali.
Senza stimoli al mercato, rischiamo di contare, a fine 2020, appena 1,2 milioni di nuove auto immatricolate, con un ribasso del 35% rispetto al 2019. Per evitarlo, si proceda all'attuazione urgente di misure di breve termine: estensione dell’ecobonus alle auto con emissioni medie di CO2 fino a 95 g/km; istituzione di un premio temporaneo per auto e veicoli commerciali in stock (oltre 450.000 unità), con contestuale rottamazione.
Infine, si dia il via alla definizione di un piano di politica industriale di medio-lungo termine per salvaguardare la competitività del settore automotive italiano, accompagnandolo nella delicata transizione tecnologica in corso con il sostegno agli investimenti produttivi, in R&D e capitale umano”.
Passando all’analisi del mercato per alimentazione, a giugno il forte calo del mercato riguarda soprattutto le alimentazioni tradizionali, mentre presentano risultati positivi le vetture elettrificate. Nel mese, le auto diesel si riducono del 35% e rappresentano il 35% del mercato, mentre, nei primi 6 mesi del 2020, le immatricolazioni sono il 56% in meno rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019 e la loro quota è del 35%, 8 punti in meno. Le auto a benzina calano del 29% nel mese e del 46% nel cumulato, e rappresentano il 40% del mercato di giugno e il 43% del cumulato. Crescono, invece, le alimentazioni alternative, che raggiungono, nel mese, una quota del 25% ed aumentano i volumi del 23,5%, mentre calano del 15% nel primo semestre. Da inizio anno, le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 22% del totale, 8 punti percentuali in più rispetto alla prima metà del 2019.
Le auto GPL diminuiscono del 19% nel mese (raggiungendo una quota del 7%) e del 48% nel cumulato (con una quota del 6%).
In calo anche autovetture a metano, in diminuzione dell’11% a giugno, con una quota sul totale mercato del 2,4%, e del 19% nei primi sei mesi del 2020, con una quota del 2,3%.
In controtendenza rispetto al resto del mercato, cresce il segmento delle autovetture ibride ed elettriche, +80,5% a giugno e +24% da inizio 2020. Tra queste, le autovetture ibride mild e full crescono del 76% nel mese, con una quota di mercato dell’11%, e del 4% nei primi sei mesi del 2020, con una quota dell’11%, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019. Le autovetture ricaricabili vendute a giugno 2020 sono il 104% in più rispetto a giugno 2019, grazie alle forti variazioni positive sia delle autovetture elettriche (+52% e con l’1,7% di quota), che ibride plug-in (+302% e 1,2% di quota) che, insieme, rappresentano il 3% del totale immatricolato. Nei primi sei mesi del 2020, le elettriche e le ibride ricaricabili aumentano del 107% rispetto al primo semestre 2019.
In riferimento al mercato per segmenti, anche a giugno si assiste ad un calo generalizzato, con la sola eccezione dei SUV di medio-grandi dimensioni. Le immatricolazioni di vetture del segmento delle superutilitarie diminuiscono nel mese del 35% (i modelli più venduti sono Fiat Panda e Fiat 500), mentre quelle del segmento delle utilitarie registrano una flessione del 17%. Le autovetture medie vedono calare il proprio mercato del 26%, con le medie-inferiori che diminuiscono del 24% e le medie superiori del 33%. In calo i SUV di tutte le dimensioni, che cedono il 16% del mercato (il 16% delle immatricolazioni di SUV è rappresentato da vetture del Gruppo FCA) e rappresentano il 44% del mercato del mese. Nel dettaglio, i SUV piccoli mostrano una variazione negativa del 21% e quelli compatti del 17%, mentre quelli medi sono in crescita del 3% e quelli grandi del 16% (miglior performance per il secondo mese consecutivo). La variazione è negativa anche per le immatricolazioni di monovolumi, che a giugno si riducono del 39%. Infine, si segnala il forte calo delle auto superiori (-59%), delle auto di lusso (-31%) e delle sportive (-51%). Anche nei primi sei mesi del 2020, risultano in calo le immatricolazioni di tutti i segmenti.
Secondo l’indagine ISTAT, le stime effettuate con i dati raccolti a giugno 2020 indicano un miglioramento, rispetto al precedente mese di maggio, sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010=100), che passa da 94,3 a 100,6, sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi), da 52,7 a 65,4.
In riferimento al clima di fiducia dei consumatori, inoltre, per quanto riguarda i beni durevoli, tra cui l’automobile, l’indice relativo all’opportunità attuale all’acquisto risulta in aumento (da -96,4 a -72,2).
Secondo le stime preliminari ISTAT, a maggio l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente). A determinare l’inflazione negativa per il secondo mese consecutivo sono i prezzi dei Beni energetici (-12,1%), che, sia nella componente regolamentata (-14,1%) sia in quella non regolamentata (-11,2%) confermano flessioni a due cifre.
In quest’ultimo comparto, guardando all’andamento dei carburanti, i prezzi del Gasolio passano da -16,2% a -14,9% in termini tendenziali (+0,4% il congiunturale), e quelli della Benzina da -15,2% a -13,7% (+0,8% su base mensile).
Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 29.520 immatricolazioni (-24,9%), con una quota di mercato del 22,3%. Nel cumulato da inizio 2020, le immatricolazioni complessive ammontano a 140.749 unità (-47,9%), con una quota di mercato del 24,1%.
Sono cinque, a giugno, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat Panda (9.107 unità) ancora in prima posizione, seguita, al terzo posto, da Lancia Ypsilon (3.508) e, al sesto, da Fiat 500X (3.079). All’ottavo posto troviamo Fiat 500 (2.739), seguita, al decimo, da Jeep Compass (2.462). Il mercato dell’usato totalizza, a giugno, 247.655 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari, il 23,3% in meno rispetto a giugno 2019. Nel primo semestre 2020 si registrano 1.296.260 unità, con una contrazione del 40,5% rispetto a gennaio-giugno 2019.
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