martedì 21 maggio 2019

FCA What’s Behind: in Sud Africa per il test del caldo

  La prima puntata di FCA What’s Behind ha mostrato i test effettuati sulle vetture alle temperature polari di Arjeplog. Con la seconda puntata ci si sposta a Sud di circa 15.000 km per approdare ad Upington, una località nel capo Settentrionale del Sudafrica, al confine con Botswana e Namibia, per le prove in condizioni di caldo Torrido.

 
Fondata nel 1884, la città prese il nome del colonizzatore Thomas Upington e sorge sulle sponde del fiume Orange a 835 metri s.l.m. È inoltre il principale punto d’accesso per il parco del Kalahari, uno dei principali parchi del paese situato al confine con il Botswana.
 
Se una buona parte di test viene condotta nel Sud Europa o in Sicilia, Upington è stata scelta perché il piano di sviluppo di una vettura non è sempre coerente con la stagionalità dell’emisfero boreale e proprio la cittadina sorta sulle sponde del fiume Orange presenta le condizioni ideali per testare i veicoli al caldo torrido. Upington è infatti una delle città più calde dell’intero Sudafrica e diventa così luogo ideale per valutare i cosiddetti “worst case” o casi limite nonché il corretto trade-off tra velocità, quota e temperature torride e l’equilibrio prestazionale complessivo ad alte temperature.
 
Perché testare le auto al caldo torrido?
Ogni vettura deve arrivare alla fase di produzione capace di resistere a tutte le condizioni climatiche. Nello specifico, il clima caldo, disponibile in modo continuo e costante, consente di eseguire ripetutamente tutte le prove di messa a punto come test sul motore, nello specifico raffreddamento e guidabilità, test sulla climatizzazione, verifica di mantenimento del confort climatico, verifica del mantenimento delle prestazioni dei materiali e la verifica dei tempi di reazione dei sistemi veicolo.
 
Il dietro le quinte dei test FCA a Upington
A differenza del proving ground di Arjeplog, a Upington non esistono strutture dedicate ai test poiché quest’ultimi vengono svolti in location che riproducono le caratteristiche ambientali necessarie per valutare aspetti specifici o trade-off sulle performance influenzate dalle caratteristiche ambientali.

 
I veicoli arrivano da Torino già dotati di strumentazione e i tecnici presenti in Sudafrica devono occuparsi, oltre a guidare, di analizzare i dati sia durante le prove specifiche sia durante i trasferimenti. Ogni sistema del veicolo viene monitorato e ogni comportamento anomalo, oppure inaspettato, viene diagnosticato per trovare una soluzione. Il flusso da Torino è continuo: i team dedicati alle prove impiegano circa dodici veicoli per ogni sessione, gestiti da circa venti tecnici.
 
Perché il Sudafrica
Il Sudafrica ha alcune caratteristiche ambientali ideali per condurre i test di sviluppo delle vetture. Il principale vantaggio è la facile disponibilità di carburanti con caratteristiche compatibili con quelli europei, a differenza ad esempio del Brasile dove la disponibilità di benzina non è sempre garantita e occorre quindi una logistica dedicata. Nella zona di Upington sono possibili incontri con automobili di ogni tipo, camuffate o semi-mascherate e targhe di diverse nazionalità.
 
Comune a ogni vetture la targa relativa all’autorizzazione a percorrere la direttrice di 55 km dove è possibile infrangere i limiti locali e raggiungere velocità superiori a 200 km/h. Un’ultima nota di colore: svolgere i test in un luogo in cui ampi tratti del territorio si caratterizzano per la natura incontaminata e le strade corrono lontane dalle città, implica la possibilità di imbattersi nell’esotica fauna locale. Se durante i test in Europa un branco di mucche in alpeggio può rappresentare la normalità, specie nei test in quota, in Sudafrica i bovini vengono sostituiti dalle più tipiche zebre.



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