Nella storia di Citroën
ci sono tanti personaggi fuori dal comune, tra questi Paul Magès spicca per genio ed eccentricità. È l’uomo che ha
inventato la famosa sospensione
idropneumatica e… non solo!
Paul Ernest Mary
Magès nasce nel 1908 ad Aussois, nella regione della Savoia. Dopo il
diploma come disegnatore è assunto al centro studi Citroën, dove fa rapidamente
carriera. Il tavolo da disegno lo occupa per pochi mesi, poi passa al reparto
collaudi dove si mette in luce sino ad essere notato dal direttore del
dipartimento che lo chiama all’ufficio progetti dove lavora anche l’ingegner André Lefebvre, coordinatore di studi
quali quello della PV (Petite Voiture, che sarà la Traction Avant), TPV (Toute
Petite Voiture, che porterà alla 2CV) e della VGD (Voiture à Grand Diffusion)
che diverrà la DS19…
Mentre l’ingegner Lefebvre si preoccupa della ripartizione
delle masse, del baricentro e delle problematiche connesse alla trazione
anteriore, Magès viene incaricato di capire come dosare la frenata in funzione
della massa per quello che sarò il Type-H, il primo veicolo commerciale
moderno. Magès progetta un limitatore di frenata in funzione della posizione
angolare della barra antirollio posteriore: più è inclinata, maggiore è il
carico e quindi il flusso di liquido ai freni idraulici posteriori.
In quel momento Magès
ha un’intuizione: se la sospensione potesse “leggere” il carico, potrebbe
dosare la frenata. Ma la sospensione come può (siamo nel 1939) misurare la massa
gravante su un assale? Ci vuole un’idea nuova.
Altro problema:
come coniugare la tenuta di strada con la flessibilità? Il gioco degli
equilibri, da che mondo è mondo, si basa sul bilanciamento tra comfort e
tenuta: se la sospensione è troppo elastica, rimbalzerà sugli ostacoli,
generando pendolarità e facendo scartare la vettura di lato sulle asperità. Se,
al contrario, la sospensione è rigida, l’auto resterà sulla strada, ma i
passeggeri avvertiranno le scosse.
Ed ecco,
all’improvviso, la soluzione: una nuova sospensione dove l’elemento
elastico non è più costituito dalle molle metalliche ma da un cuscino d’aria,
morbido, collegato alle ruote da un liquido, incomprimibile. Aria ed acqua: ed
ecco la sospensione idropneumatica.
I test cominciano sulla TPV, ma per il costo degli elementi
il progetto è rimodulato sulla successiva VGD. Così la 2CV nasce nel 1948 con
sospensioni ed ammortizzatori interconnessi, molto sofisticati per la classe
della vettura ma tutto sommato tradizionali, mentre la VGD (la futura DS)
beneficerà dell’incredibile lavoro di Paul Magès.
Va detto che la prima
Citroën di serie a montare le sospensioni idropneumatiche è una versione
speciale della Traction Avant, la 15Six H (come Hydropneumatique) lanciata
nel 1954, con sospensione posteriore idraulica e autolivellante. La 15Six H fa
da “banco prova” per la DS19, presentata un anno dopo e dotata di sospensione
idraulica sulle quattro ruote.
La DS19 (ovvero il
frutto del progetto VGD) è un successo commerciale e di pubblico
eccezionale: 1,5 milioni di esemplari prodotti che fanno da apripista ad altre
Citroën idrauliche come le successive SM, GS, CX e BX, oltre a serie limitate
del furgone Type-H con ponte posteriore idropneumatico, dedicate
all’allestimento di ambulanze.
Il passo successivo è stato coniugare la tecnologia avanzata
d’alta precisione dell’idropneumatica di Paul Magès con la nuova frontiera
dell’avanguardia: l’elettronica.
Nel 1988, al Salone
di Parigi, Citroën presenta Activa, prototipo dell’auto del futuro che,
accanto a soluzioni “da salone” (come la trasmissione idrostatica e le quattro
ruote sterzanti controllate dal computer di bordo), sfoggia una sospensione a
flessibilità variabile denominata “idrattiva” che equipaggerà la successiva XM
presentata un anno più tardi.
L’idrattiva II,
seconda generazione della sospensione Citroën a controllo elettronico,
accompagnerà il lancio di Xantia, la “media” che rimpiazzerà BX dal 1993. Sulla
Xantia farà la sua comparsa anche la sospensione “Activa”, dove pure il rollio
viene gestito dal calcolatore di bordo per donare alla vettura un assetto
squisitamente orizzontale.
Idrattiva III e
Idrattiva III plus faranno la loro comparsa sulla C5 nel 2000 per venire
ulteriormente perfezionate sulla C6 con l’introduzione di AMVAR (AMmotizzamento
VARiabile), dove un diaframma regola il passaggio di liquido durante ciascuna
escursione della sospensione, mostrando al mondo le capacità del Marchio nella
progettazione e nell’impiego delle tecnologie legate alla sospensione, al
comfort ed alla tenuta di strada.
Le ultime C5 con sospensione Idrattiva III plus hanno
lasciato la catena di montaggio della fabbrica di Rennes nel giugno del 2017:
la miglior qualità delle strade del terzo millennio assieme alle mutate
esigenze degli utilizzatori hanno determinato l’abbandono di questa tecnologia
in funzione di soluzioni sempre tecnologicamente avanzate, come la sospensione
adottata su Nuova C4 Cactus
Le sospensioni con
Smorzatori Idraulici Progressivi™ (Progressive Hydraulic Cushions™ - PHC),
inaugurate sulla Nuova C4 Cactus e destinate a equipaggiare i futuri veicoli
della gamma, sempre con l’obiettivo di filtrare meglio le asperità della
strada, concetto caro ai clienti del Marchio.
Il principio di funzionamento è concettualmente semplice. Le
sospensioni tradizionali sono composte da un ammortizzatore, da una molla e da
uno smorzatore meccanico, mentre quelle con Smorzatori Idraulici Progressivi™
(Progressive Hydraulic Cushions™ - PHC) hanno aggiunto due smorzatori idraulici
alle due estremità, uno per l’estensione, l’altro per la compressione.
La sospensione lavora quindi in due tempi, secondo le
sollecitazioni. Se le compressioni e le estensioni sono leggere, molla e
ammortizzatore controllano insieme i movimenti verticali, senza bisogno di
sollecitare gli smorzatori idraulici. La presenza di questi smorzatori ha
permesso agli ingegneri di concedere una maggiore libertà di escursione al
veicolo, per un effetto “tappeto volante” che dà la sensazione che la vettura
sorvoli le deformazioni del fondo stradale.
In presenza di compressioni ed estensioni importanti,
invece, molla e ammortizzatore lavorano insieme agli smorzatori idraulici di
compressione o estensione, per rallentare il movimento in modo progressivo,
evitando i bruschi arresti a fine corsa. Contrariamente a un finecorsa
meccanico classico, che assorbe l’energia ma ne restituisce una parte, lo
smorzatore idraulico assorbe e dissipa questa energia, evitando il fenomeno di
“rebound” (rimbalzo).
Questa innovativa soluzione tecnica su Nuova C4 Cactus
regala un confort straordinario e un effetto “tappeto volante, senza influire
sul comportamento e il piacere di guida.
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