martedì 31 gennaio 2017

Nissan Qashqai: come ti invento il crossover

Come 10 anni di successo nelle vendite di crossover hanno influito sulle fortune di Nissan.
Sembra incredibile, ma Nissan Qashqai ha già 10 anni. Lanciato in Europa all’inizio del 2007 come il “crossover urbano”, pioniere di una nuova categoria di veicoli, resta tuttora il modello più venduto nella regione in questo segmento di mercato.
Ma la decisione di creare Qashqai non è stata senza rischi. Ecco la storia di questo veicolo innovativo, che indubbiamente ha cambiato le sorti dell’industria automobilistica europea.

 Con la nascita dell’Alleanza Renault-Nissan nel 1999, il nuovo CEO Carlos Ghosn ha impresso una direzione chiara alla politica del gruppo: il portafoglio di prodotti europei del marchio giapponese doveva essere trasformato. Un esempio era Almera, berlina Nissan di segmento C, le cui performance di vendite europee non erano esaltanti. Il CEO fu chiaro: la nuova versione avrebbe dovuto offrire qualcosa di meglio ai clienti. I team di progettazione, design, ingegnerizzazione e produzione si misero al lavoro per ripensare il modello.

All’inizio del 2002, 25 specialisti Nissan si recarono presso il centro di sviluppo della Casa, in Giappone, dando il via a 12 mesi di progettazione che hanno portato alla nuova generazione di Almera. Obiettivo del progetto era definire le specifiche del veicolo: design, motori e prestazioni. L’idea iniziale era di creare qualcosa di diverso dal modello precedente, per confrontarsi al meglio con competitor come SEAT Altea e Volkswagen Golf Plus.

Le iniziali difficoltà
Ma le cose non andarono proprio come previsto. Nove mesi più tardi, nel corso di una riunione il 13 dicembre 2002, il team trasse delle conclusioni poco confortanti: la vettura non garantiva i livelli di profitto attesi e non era in linea con le aspettative dei potenziali clienti.

Peter Brown era Vehicle Evaluation Manager presso l’NTCE, il centro tecnico europeo di Nissan, ruolo che ricopre ancora oggi. Racconta: “I numeri parlavano chiaro: la nuova Almera non era competitiva come avevamo sperato. Non rispecchiava i valori fondamentali del marchio di “innovazione ed emozione”, né la direzione che l’azienda stava prendendo con prodotti come la 370Z, X-Trail.”

La grande sfida
L’eco delle parole di Carlos Ghosn non si era ancora spento, quando i progettisti si chiesero: perché non creare un’auto completamente nuova, fuori dai canoni tradizionali?

“Ci è venuta l’idea di creare una sorta di mini-Murano, che pensavamo sarebbe stato d’incentivo all’acquisto di SUV” continua Peter Brown. “Un’auto che doveva sfidare le classiche berline e station wagon nel mercato europeo.”

Nel 2002 i SUV (Sports Utility Vehicle) stavano conquistando popolarità, ma molti acquirenti di berline e familiari, tradizionalmente conservatori nelle scelte automobilistiche, erano ancora diffidenti. Le indagini di mercato di Nissan avevano rivelato che i SUV erano considerati troppo grandi e poco maneggevoli in città, poco pratici per la vita quotidiana, non efficienti nei consumi e poco ricercati nella qualità degli interni.
Spiega Peter Brown: “Siamo riusciti a convincere l’azienda che potevamo abbattere alcuni di questi deterrenti all’acquisto unendo le migliori caratteristiche delle berline familiari e gli elementi più apprezzati dei SUV. E così è nata l’idea del primo crossover”.

È iniziato un periodo di intense ricerche per valutare la fattibilità di un “fratello minore” di X-Trail: un veicolo desiderabile, pratico e versatile quanto un SUV, ma con le dimensioni, le dinamiche di guida e i costi di esercizio di una berlina per famiglie. Per definirlo, all’interno dell’azienda, fu coniato il termine “nomade urbano”.

Lavoro di squadra
I progettisti Nissan di tutto il mondo sono stati chiamati a disegnare le linee esterne e gli interni della nuova auto. Nissan Design Europe (NDE) ha avanzato due proposte: nessuna è diventata il Qashqai prodotto in serie, ma da una di esse è nata il concept di Qashqai del 2004.

Per gli esterni è stato scelto il progetto del Nissan Global Design Centre giapponese, mentre gli interni erano firmati da Nissan Design America. Dato che Qashqai, inizialmente, doveva essere un modello solo per l’Europa, entrambi i progetti furono inviati a NDE per la fase di produzione.

Mamoru Aoki, Executive Design Director presso il Nissan’s Global Design Centre in Giappone ha commentato: “C’era molta energia positiva intorno a questo progetto. NDE si era da poco traferita da Monaco e Cranfield a Londra, quindi era un periodo di grandi novità per tutti. Sentivamo che era la grande occasione per dimostrare il valore del nostro lavoro al nuovo team di design dell’Alleanza. Volevamo dimostrare di essere in grado di collaborare alla nascita di un prodotto di successo in un nuovo segmento”.
L’impostazione ingegneristica è stata commissionata agli specialisti dell’NTCE (Nissan Technical Centre Europe) di Cranfield nel Regno Unito, dato che l’auto era destinata ai clienti europei.

“Era la seconda volta nella storia che l’NTCE veniva incaricato dal Giappone di curare lo sviluppo di un modello da zero” osserva Peter Brown. “Eravamo emozionati all’idea di realizzare qualcosa di assolutamente inedito. L’idea in sé era molto semplice: prendere un SUV tradizionale e renderlo più economico, più agile e compatto.”

L’Innovazione cambia strada  
Senza predecessori da seguire e senza diretti concorrenti sul mercato, Nissan ha iniziò a sviluppare una serie di semplici parametri per definire le misure e le performance del suo primo crossover.
Come spiega Peter Brown: “Abbiamo mantenuto la posizione di guida rialzata, le grandi ruote e l’altezza da terra di un SUV, ma abbiamo riprogettato l’abitacolo per offrire una visuale non troppo elevata rispetto alla strada”.
Il bracciolo alto, le fiancate avvolgenti e la console centrale di impostazione automobilistica sono tipici di un abitacolo costruito intorno al guidatore, come sulle berline tradizionali.
Lo sviluppo del crossover è proseguito negli anni 2003 e 2004. Gli ingegneri NTCE lavoravano con un prototipo che, da fuori, aveva l’aspetto di una Renault Scénic 1.5 dCi, mentre all’interno era un laboratorio creativo per studiare un nuovo abitacolo e nuove tecnologie. Nel frattempo, i colleghi del product planning esaminavano i primi dati delle customer clinic su potenziali clienti di station wagon e SUV per ricavarne preziose indicazioni e analisi.

Il “concept” di Qashqai
L’auto è stata presentata come concept al Motor Show di Ginevra il 2 marzo 2004. Il nome Qashqai derivava da quello di una tribù iraniana e richiamava il suo carattere di “nomade urbano”. L’accoglienza fu scettica e i media del settore si chiesero se davvero esisteva un mercato per la proposta Nissan a metà fra una berlina e un SUV.

“I giornalisti esprimevano le stesse riserve dei nostri interlocutori aziendali: un crossover metteva veramente d’accordo le esigenze degli acquirenti di SUV e di berline o, in realtà, mancava il bersaglio su entrambi i fronti?” dice Peter Brown.

Henrik Dreboldt oggi è capo della redazione Motori di Berlingske Tidende, un quotidiano danese, ma nel 2004 lavorava per un piccolo giornale locale chiamato Lørdagsavisen.
Ricorda così l’esordio di Qashqai: “La stampa specializzata rimase sconcertata di fronte all’avveniristico concept. Come la maggior parte dei giornalisti, anch’io ho scosso la testa in segno di disapprovazione. Ma Nissan ovviamente era stata più lungimirante e ha smentito ogni previsione, conquistando la leadership nel segmento dei crossover. Quasi nessuno, allora, ci avrebbe scommesso!”.
Nissan non ha mai perso fiducia nel nuovo prodotto. Il comunicato stampa che accompagnava Qashqai annunciava, con sorprendente intuito: “Nissan è tra i primi costruttori automobilistici a cogliere l’evoluzione del gusto della clientela, che in futuro si orienterà maggiormente verso soluzioni come Qashqai”.

Chiuso il Salone di Ginevra, il brand ha messo a punto le specifiche estetiche e ingegneristiche di Qashqai per la produzione in serie. Nissan aveva ormai deciso che Qashqai avrebbe rimpiazzato sia Almera nel segmento C che Primera nel segmento D. Primera era ancora un modello valido, ma vendeva troppo poco rispetto ai dominatori del suo segmento.

Dove produrlo?
Parallelamente allo sviluppo di Qashqai, era necessario decidere il sito di produzione della nuova vettura. L’impegno di Nissan di realizzare le vetture nel mercato per cui sono state pensate rese lo stabilimento NMUK di Sunderland, nel Regno Unito, una delle possibili scelte.

Kevin Fitzpatrick, Divisional Vice President, European Manufacturing, ha Lavorato in NMUK negli ultimi 30 anni ed ha commentato: “Abbiamo lottato duramente per portare la produzione di Qashqai a Sunderland. Questo ha visto NMUK passare da impianto produttivo ad un sistema molto più integrato con altre parti del business. Qashqai ci ha permesso di stabilire una connessione fra i reparti di progettazione e ingegnerizzazione molto più forte di quanto accaduto per ogni altro modello.”

Le richieste del mercato erano tali da prevedere una produzione di 120,000 vetture all’anno. Tale stima fu rivista rapidamente, con 160,000 unità prodotte nel solo primo anno. Da circa sei anni, la fabbrica lavora su tre turni giornalieri, per fare fronte agli ordini di Qashqai.

Qashqai prodotto in serie
In un esclusivo test drive invernale nel gennaio del 2006 in Finlandia, i giornalisti provarono in anteprima il nuovo Qashqai. Era chiaro che lo vedevano ancora come un SUV compatto. Nei loro articoli evidenziarono le previsioni di vendita relativamente scarse dei 4x4, dato che consideravano la trazione integrale uno degli elementi distintivi tra Qashqai e le berline tradizionali di segmento C. Ma Nissan sapeva, sulla base delle proprie ricerche, che pochissimi acquirenti di SUV utilizzavano la l’auto in fuoristrada o usavano intensamente le quattro ruote motrici.

Dice Peter Brown: “Per realizzare un prodotto più economico e ottimizzare i consumi, abbiamo introdotto la motorizzazione diesel da 1,5 litri e il benzina 1,6 su Qashqai, in aggiunta alle unità 2,0 già utilizzati su X-Trail”.
Il primo “crossover urbano” della storia prodotto id serie fece il suo debutto al Motor Show di Parigi nel 2006. Nissan mantenne il nome Qashqai, nonostante le numerose perplessità sollevate sulla difficoltà di pronuncia.

Alla conferenza stampa, Nissan sorprese il pubblico con la sua chiara visione del posizionamento di Qashqai nel mercato e con un’esperienza di guida straordinariamente raffinata. Ma qualche scetticismo rimaneva. Questo il commento di una prestigiosa testata britannica: “Una buona berlina per famiglie, ma non il modello di rottura che voleva essere”.



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