Si è svolto a Torino, presso l’Auditorium del Museo
Nazionale dell’Automobile, il convegno “L’Innovazione
e l’Internazionalizzazione come fattori chiave di successo. L’industria
dell’auto accelera”, organizzato dal Gruppo Componenti ANFIA come momento
di confronto sui fattori chiave per il rilancio del comparto, nell’attuale fase
di graduale ripresa del mercato.
Ha aperto i lavori Aurelio Nervo, Presidente del Gruppo
Componenti ANFIA, concentrandosi sugli elementi caratterizzanti l’attuale
congiuntura in Italia – andamento del mercato e della produzione di autoveicoli
sul territorio nazionale e interscambio commerciale della componentistica
italiana – ma anche sulle principali sfide per la filiera e sulle attività
svolte da ANFIA per supportarla, in particolare sul fronte dello sviluppo di
iniziative di ricerca
e innovazione che
sappiano avvantaggiarsi degli strumenti già disponibili a livello
nazionale e locale, e sul miglioramento dei fattori di competitività –
approvvigionamento
energetico e rinnovamento
dei processi e dei
modelli di business in vista del progetto Industry 4.0, per citarne un paio.
“La ripresa del
mercato italiano dell’auto, in crescita
del 15,2% nei primi 5 mesi del 2015, anno che chiuderà tra 1.480.000 e 1.520.000 unità - nonché delle vendite negli altri
comparti - LCV a +7,1%, autocarri a +10,7% e autobus a +10,6% - ci induce ad un
cauto ottimismo – ha dichiarato Aurelio Nervo.
Anche la risalita
dei volumi produttivi,
che nel primo
trimestre 2015, per le
autovetture, si attesta a +50,4%, segna una prima svolta rispetto al prolungato
scenario
di crisi che ha colpito, negli ultimi anni, l’intera filiera
automotive. Per la produzione di auto, le previsioni di chiusura d’anno si
aggirano su 600.000 - 650.000 unità, livelli in grado di
incidere positivamente sulla
tenuta del tessuto
industriale italiano, soprattutto
se accompagnati da un miglioramento dei fattori di competitività del
Sistema Paese, elemento
su cui è
indispensabile continuare a
lavorare con le
istituzioni”.
Il successivo intervento, a cura di Stefano Aversa, Managing Director di Alix Partners, ha avuto
l’obiettivo di fornire una dettagliata panoramica sullo scenario internazionale
in cui si muove l’industria automotive oggi, riflettendo, in primis, sul
binomio rallentamento della crescita globale – saturazione dei mercati maturi.
Se l’Europa è finalmente destinata ad invertire, già nel 2016, il suo ciclo
negativo in termini di vendite di autoveicoli leggeri, fino a raggiungere i
21,6 milioni di unità al 2022 (+18% rispetto al 2014), Cina e India combinate
rappresentano ancora il 63% della crescita prevista al 2021, mentre Brasile e
Russia restano in difficoltà nel breve termine e tutti i Paesi BRIC hanno visto
calare le previsioni di vendita nel 2015 rispetto allo scorso anno. Aversa ha
inoltre presentato il nuovo paradigma dell’auto del futuro: “C.A.S.E. –
Connected- Autonomous-Shared-Electrified” e le conseguenti sfide tecnologiche e
di prodotto che l’industria dovrà affrontare
per assecondare i
cambiamenti del consumatore
e dei modelli di mobilità, con
investimenti crescenti che lasciano presagire una possibile nuova fase di
consolidamento dei player.
Il terzo intervento ha avuto per protagonista Scott Garberding, FCA Head of Group
Purchasing, che ha trattato il tema dell’innovazione in riferimento al
piano di sviluppo del brand Alfa Romeo, a pochi giorni dalla presentazione del
nuovo modello Giulia.
Alla successiva
tavola rotonda, moderata
da Francesco Manacorda, Vice Direttore de La Stampa, hanno preso
parte lo stesso Garberding, insieme ad alcuni rappresentanti di imprese
italiane e multinazionali estere della componentistica: Gabriele Allievi,
Presidente di Robert Bosch GmbH Branch in Italy, Giancarlo Dallera, Presidente
di Cromodora Wheels e Maurizio Stirpe, Presidente del Gruppo Prima.
Nel corso del dibattito su vantaggi e rischi legati al
consolidamento delle Case costruttrici, Gabriele Allievi ha fatto notare che
questa tendenza ha anche uno sviluppo trasversale ai diversi Costruttori,
intenzionati a realizzare economie di scala crescenti mediante piattaforme
globali. Questo processo non sarebbe possibile senza un adeguamento da parte
dei fornitori, i cui prodotti devono, evidentemente, far parte di piattaforme
ma, al contempo, prestarsi alle esigenze di caratterizzazione di singoli
modelli e di mercati diversi. Assume una rilevanza centrale, in questo senso,
la co- locazione dei fornitori al seguito del cliente che, non senza sforzi a
livello organizzativo, gestionale e logistico, permette di soddisfare la
richiesta di soluzioni ad hoc per uno specifico mercato, laddove la sola
standardizzazione, invece, produrrebbe diseconomie.
Giancarlo Dallera
ha invece affrontato il tema dell’innovazione declinato sulle relazioni
industriali, affermando che in Italia, negli ultimi 6-7 anni, si è avviato un
nuovo corso inaugurato dal contratto aziendale del Gruppo FCA, che ha permesso
di sviluppare rapporti con le organizzazioni sindacali più vicini e più
allineati a quelli dei Paesi competitor. Per raggiungere gli obiettivi posti
dai Costruttori in termini di competitività dei costi, flessibilità ed
efficienza, qualità ed innovazione, i fornitori devono poter contare su
relazioni industriali moderne e competitive. Anche le riforme messe in campo
dall’attuale Governo – il contratto a tutele screscenti e il taglio del cuneo
fiscale - secondo Dallera, hanno incominciato a segnare un cambio di rotta, sebbene
le trasformazioni debbano ancora consolidarsi, per portare ad un vero
cambiamento culturale.
In riferimento all’approccio strategico di FCA con i
fornitori nelle diverse regioni economiche in cui opera, Scott Garberding ha
dichiarato che il 65% circa degli acquisti di componentistica avviene a livello
locale, quindi nell’ambito del parco fornitori in prossimità degli stabilimenti
produttivi. Ha sottolineato, comunque, l’importanza di mantenere relazioni
forti sia con i fornitori locali, sia con i fornitori globali, in grado di
fornire un contributo di innovazione a vari livelli ed entrambi necessari per
raggiungere gli obiettivi di prodotto del Gruppo.
Maurizio Stirpe ha osservato come l’innovazione ponga oggi,
alla filiera dei fornitori, sfide sempre più accattivanti, ma anche rischiose.
Per vincerle, anche il mondo della componentistica, proprio come le Case
costruttrici, si sta dirigendo verso una fase di consolidamento, oltre a
perseguire una sempre maggiore specializzazione dei centri di ricerca e
importanti obiettivi di
crescita dimensionale, sia
individuando partner finanziari,
sia mediante alleanze, anche con partner industriali operanti in linee di
business complementari, come suggerito, peraltro, dal Progetto Industry 4.0.
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