Il 10 giugno del 1985
usciva sulle colonne del Mattino un articolo a firma di Giancarlo Siani dove il
giovane giornalista del quotidiano partenopeo tracciava con grande precisione
le complesse geometrie che regolano i rapporti tra i clan della camorra.
La sera del successivo 23 settembre, mentre tornava a casa
dalla redazione del Mattino a bordo della sua Citroën Mehari verde, Siani fu ucciso da sicari.
Siani amava la sua
Mehari al punto di esserne geloso: era la sua auto, la troviamo in
moltissime foto che lo ritraggono e non
poteva essere diversamente.
Erede di quella 2CV che aveva fatto il '68
francese, la Mehari (nata proprio in quel maggio) rappresentava la libertà su
quattro ruote, un simbolo anch'essa di un modo di vivere, di una filosofia del
viaggiare. Nata 45 anni fa e prodotta fino al 1987 in quasi 150.000 esemplari,
CITROËN Mehari resta ancora oggi una delle poche vetture “icona, un fenomeno
nella storia dell’automobile.
Per ricordare
Giancarlo Siani, lunedì 23 settembre una Mehari verde tornerà sulle strade
di Napoli, ma non una qualsiasi: la protagonista del progetto “In viaggio con la Mehari” sarà proprio
quella appartenuta al giornalista.
La giornata prenderà il via alle Rampe Siani con una
cerimonia alla presenza delle Autorità istituzionali; da lì la Mehari, guidata
da rappresentanti del mondo della cultura, della magistratura e dell'antimafia
sociale, tornerà a percorrere le vie di Napoli sino alla sede del Mattino, il
quotidiano dove Siani lavorava. Contestualmente, si svolgerà l'assegnazione del
Premio Siani, riservato quest'anno al miglior reportage foto/video sul tema
della crisi globale.
A partire dal 27
settembre e sino al 15 ottobre, la Mehari di Giancarlo Siani, divenuta
anch'essa simbolo della libertà di stampa e memoria delle vittime innocenti
della criminalità, sarà esposta presso il Palazzo delle
Arti di Napoli per una serie di iniziative dedicate a questi temi.

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