Attila Veress è
il vincitore della prima edizione del progetto ideato da BMW Italia e da BMW DesignworksUSA studio di Monaco. Con il progetto “2.0” ha interpretato il
concept del concorso “cibo in movimento”, progettando una soluzione in linea
con i valori sia di BMW sia della Fratelli Guzzini, partner dell’iniziativa
Attila Veress, studente ungherese proveniente dall’Istituto
Europeo di Design è il vincitore del BMW Creative Lab 2013, designato da una
giuria tecnica composta da Sonja Schiefer,
Direttore di BMW DesignworksUSA, studio di Monaco, Domenico Guzzini, Presidente
della Fratelli Guzzini, Aldo Colonetti, Direttore dell’Istituto Europeo di
Design, Alberto Capatti, fondatore dell’Università di Pollenzo e storico
dell’alimentazione e Roberto Olivi,
Corporate Communication Manager di BMW Italia. Lo studente vincitore avrà
l’opportunità di assicurarsi un periodo formativo di 12 mesi complessivi nelle
due aziende partner (6 mesi + 6 mesi).
Il progetto “2.0”, ideato da Attila Veress, interpreta la tradizione della “schiscetta” ovvero il
contenitore per mangiare sul luogo di lavoro proponendo un sistema variabile,
sicuro, facilmente trasportabile, rispettando anche “l’arte della tavola”,
ciascuno con la propria estetica, coerente e di forte impatto comunicativo.
BMW Creative Lab,
nato per volontà di BMW Italia e BMW
DesignworksUSA studio di Monaco, è un’iniziativa pensata per identificare
giovani talenti internazionali, che studiano e operano in Italia, e aiutarli ad
acquisire il know-how dell’industria, un ingrediente fondamentale oggi quando
ci si affaccia sul mondo del lavoro.
“Essendo un’azienda di consulenza creativa affiliata al BMW
Group – ha dichiarato Sonja Schiefer,
Direttore di BMW DesignworksUSA, studio di Monaco – siamo costantemente
orientati alla ricerca dell’innovazione e dell’ispirazione. I nostri valori più
importanti, infatti, sono la creatività e il talento. Nel suo periodo di
formazione, il vincitore, diventerà parte del nostro team e potrà lavorare con
i nostri designer e consulenti provenienti da differenti discipline. Potrà
apprendere come DesignworksUSA crei progetti orientati al futuro, attraverso il
trasferimento di idee e conoscenze da un settore industriale all’altro”.
BMW Creative Lab vuole, inoltre, accrescere la conoscenza
dei cambiamenti che il design e i designer devono affrontare senza mai
trascurare l’importanza della sostenibilità nella realizzazione dei prodotti
moderni. Ogni anno il progetto verrà realizzato in partnership con un’azienda
italiana che rappresenta un’eccellenza nel mondo in tema di design.
Il tema di progetto di BMW Creative Lab 2013 era collocato
al vertice di due grandi filoni (mainstream) del design: car design da un lato,
food design dall’altro. A rappresentare la grande tradizione del cibo e del
design che intorno a esso ruota è stata la Fratelli
Guzzini, un partner d’eccezione che da sempre incarna il meglio della
creatività italiana.
“Per prima cosa mi sento di ringraziare tutti i ragazzi che hanno partecipato perché hanno dimostrato grande creatività, profondità d’analisi e capacità realizzative da veri professionisti e proprio per questi motivi la scelta del vincitore è stata davvero ardua” ha commentato Domenico Guzzini, Presidente della Fratelli Guzzini.
“La nostra azienda, da sempre attenta e sensibile alla
ricerca di nuove espressioni stilistiche, in questa occasione ha avuto la
possibilità di entrare in contatto con giovani vene interpretative che hanno
elaborato progetti molto validi che non escludo possano essere immessi sul
mercato. Considero poi la scelta di premiare, attraverso stage di formazione
professionale, un bel segnale per dimostrare che le aziende vogliono
contribuire al percorso lavorativo dei giovani, che in questo momento hanno più
bisogno che mai di sentirsi supportati”.
Per l’edizione 2012-2013 erano stati selezionati, su
segnalazione delle Università e con il vaglio di esperti e delle due aziende,
sei progettisti/designer scelti tra gli studenti laureati o laureandi presso lo
IED (Istituto Europeo di Design) e il Politecnico di Milano: Giovanni
Bartolozzi, Michela Voglino, Attila Veress, Federico Maria Elli, Francesca
Terzi e Marcela Neves Schmidt. Quest’ultima, per ragioni personali ha
abbandonato il progetto per tornare in Brasile ad affrontare nuove sfide
professionali.
Scenario del progetto
2013
Stiamo assistendo in questi anni a un fenomeno molto
interessante e innovativo, che mette insieme la ritualità del cibo e la sua
capacità di aggregare, con la voglia che molti hanno di confrontarsi con la
preparazione di cibi sofisticati. Nelle grandi città, la recente tradizione di
cenare con amici al ristorante sta perdendo un po’ di spazio, sia per un
problema di costi sia perché sta calando la febbre di esserci, ostentare e
apparire. Si apprezza maggiormente la cena a casa di amici, in cui è possibile
avere più concentrazione sull’altro e parlare di cose meno superficiali in
ambiente molto più intimo e rilassante.
D’altro canto, si registra un aumento esponenziale dei corsi
di cucina professionali e semi-professionali frequentati da privati piuttosto
che da professionisti. Non stiamo parlando di corsi di cucina di base, ma di
tecniche sofisticate. Viene spontaneo associare i due dati e concluderne che
stiamo assistendo a un fenomeno di nuova socialità tra le mura di casa a cui, e
questa è la novità, si partecipa preparando del cibo a casa propria. La cena
dunque risulta dalla composizione dei contributi dei singoli in cui ciascuno
mette il proprio talento, le abilità specifiche, la cultura del luogo a
disposizione del gruppo.
Briefing
Preparare un cibo sofisticato a casa, un piatto che contenga
una storia da raccontare, un sentimento e capacità tecnica. Consumarlo insieme
ad altri, in un privato allargato, mettendo il cibo al centro delle buone
ragioni per ritrovarsi.
Trasportarlo altrove: tra la preparazione e il consumo si
crea lo spazio per questo progetto, quella relazione tra cibo e mobilità di cui
si parlava all’inizio. Non si tratta qui di trasporto puramente funzionale del
cibo, ma piuttosto di mettere in un unico contenitore pieno di storie e significati
il cibo che abbiamo preparato, il contenitore con cui lo trasportiamo, il modo
con cui lo presentiamo ai nostri amici.
Un contenitore che può contenere diversi cibi. Un cibo che
nasce insieme al suo contenitore. Un cibo che al tempo stesso è il suo
contenitore. Tutte queste opzioni erano possibili e lasciate alla sensibilità
dei designer.
Il percorso creativo
Dopo quasi 7 mesi di incontri, discussioni, presentazioni i
progetti hanno finalmente preso forma. Al centro dell’attenzione di tutti è il
valore simbolico dello scambio: preparare e portare del cibo a casa di amici
per scambiare emozioni e sentimenti.
Per avviare il progetto, ognuno ha percorso una strada
diversa, filmati, interviste, analisi di mercato, giochi di carte. Il risultato
è un sorprendente mix di dati oggettivi, stimoli e sensazioni. Da questo
colorato materiale si capisce che ognuno si è trovato con piacere a cucinare e
trasportare il proprio capolavoro culinario e che, sempre e in ogni luogo del
mondo, questo gesto si carica di aspettative e di significati.
I designer hanno lavorato anche agli aspetti pratici del
progetto: contenere il cibo, mantenere caldo o freddo, spostare con facilità e
soprattutto mostrare il contenuto agli ospiti con un effetto “WOW”! Esperti di
comunicazione e designer di BMW DesignworksUSA, BMW Italia e Fratelli Guzzini
hanno assistito allo sviluppo del percorso.
Il tema, apparentemente semplice, si è rivelato intrigante e
complesso: la risposta che tutti i giovani designer hanno cercato ricalca i
valori del mondo BMW: essenziale nello stile, ma ricco nei significati.
Gli altri 4 progetti
Giovanni Bartolozzi:
FOODDER, utilizzando un materiale, tecnologicamente avanzato rispetto al
settore alimentare, si favorisce la possibilità di trasportare, facilmente e a
temperature costanti, piatti fatti in casa, insieme ad una serie di supporti in
grado di dare un servizio completo.
Federico Maria Elli:
Cookit, il progetto, innovativo e originale rispetto a nuovi mercati
alimentari, trasferisce l’esperienza dei pacchetti di vacanza prepagati,
all’interno della cultura alimentare, declinando il tutto in un prodotto,
destinato alla grande distribuzione, dove ciascuno di noi, diventa protagonista
di un modo nuovo di invitare a cena.
Francesca Terzi: il
progetto “DIMMI_plate holder” interpreta coerentemente il tema della
mobilità e del cibo, attraverso un contenitore risolto tecnologicamente e con
materiali innovativi, dove le tradizioni dei piatti di casa vengono rispettate,
anche se trasferite altrove rispetto al luogo d’origine.
Michela Voglino:
prendendo ispirazione dal classico “bicchiere
telescopico”, da campeggio, Babette si propone un sistema di contenitori
che con modularità, codici cromatici e illustrativi diversi, interpreta e
declina, in modo coerente, piatti, cibi e riti alimentari, tutti facilmente
trasportabili.
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