All’epoca gli specialisti avevano calcolato che di lì a
qualche anno ci sarebbero state fino a 200.000 tonnellate di rifiuti di
materiali sintetici ricavati da vetture demolite. Il riciclaggio dei prodotti
chimici con sistemi innocui per l'ambiente diventava pertanto una pratica
sempre più importante. In passato Opel aveva già sviluppato e collaudato metodi
di riciclaggio. Vecchi materiali sintetici erano riutilizzati nella produzione
in serie e verso la fine degli anni ’70 avevano creato un sistema di
smistamento dei componenti di materiale sintetico derivati dalle carrozzerie
delle vetture da demolire.
Opel fu la prima industria automobilistica a distinguere con
sigle internazionali tutti i componenti delle sue vetture fatti con materiale
sintetico. Da allora i paraurti, gli involucri delle batterie e del filtro
dell'aria portano la sigla ISO "PP" che indica il materiale chimico
PoliPropilene. Altre parti di vetture, prodotte con altri materiali, portano
anche esse delle sigle: "ABS" per esempio, significa il materiale
AcrilnitrilButadienStirolo, "PUR" indica la fibra sintetica
PoliURetano. L'uso dei codici si è ora diffuso nel mondo dell'industria
automobilistica.
Nuovi componenti per automobili potevano essere ricavati, ad
esempio, da vecchi involucri delle batterie realizzati in polipropilene. In
collaborazione con aziende specializzate in riciclaggio fu pertanto escogitato
un sistema tramite il quale, una volta triturati tali involucri, il granulato
ottenuto era mescolato con il materiale ricavato da paraurti anche essi
demoliti e triturati. Il granulato così ottenuto possedeva una qualità costante
garantita dal produttore e poteva quindi essere trattato come materiale nuovo.
Un altro importante vantaggio era rappresentato dal fatto che non servivano
nuovi attrezzi o macchine per formare e costruire i prodotti di riciclaggio. Si
iniziò così a raccogliere vecchie batterie dalle quali si ricavava il piombo
degli elettrodi per la produzione di batterie nuove. Gli involucri erano fino a
questo momento sempre rimasti inutilizzati e visti come rifiuto inutile
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