Il prestigioso albo d’oro del Rallye Elba si è arricchito di una grande firma, quest’anno, quella
del dieci volte Campione d’Italia Rally
Paolo Andreucci, che ha vinto oggi l’edizione del ritorno della gara alla
titolazione tricolore dopo 25 anni.
Il pilota ufficiale
di Peugeot Italia, con la sua 208 T16 R5, affiancato da Anna Andreussi,
aveva già corso in passato all’Elba per due occasioni nel 1993 (anche allora
“ufficiale” di Peugeot Italia) ed ancor prima nel 1988 (nel Trofeo Fiat Uno) e
stavolta ha ricominciato a scrivere il romanzo della gara con un successo che
potrebbe rivelarsi assai pesante per l’economia del suo campionato, avendolo
fatto ulteriormente allungare sulla concorrenza.
Concorrenza che soprattutto nella figura del romagnolo
Simone Campedelli ha registrato ancora una battuta a vuoto, con un’altra uscita
di scena del pilota della Ford per il secondo errore consecutivo dopo quello
della Targa Florio ad inizio mese. Campedelli, andato al comando dalle prime
battute di gara, aveva finito la prima giornata davanti a tutti, per poi alzare
bandiera bianca durante la sesta prova (la seconda odierna) per aver
danneggiato una ruota posteriore, lasciando via libera al rivale, che da parte
sua ha compiuto un altro significativo balzo in avanti verso lo scudetto.
Al secondo posto, ha poi chiuso l’ufficiale Skoda Umberto
Scandola, con la Fabia R5. Il veronese, affiancato da D’Amore, ha tratto il
massimo dalla gara elbana, che ha affrontato per la prima volta ed anche con
l’incognita degli pneumatici D-Mack che sta sviluppando. Scandola ha mantenuto
un ritmo di vertice, concentrato però a tenersi lontano dai guai. La tattica ha
funzionato, e seppur in sofferenza nelle prime fasi di gara, a causa del grande
sottosterzo, e poi per un piccolo problema ai freni riscontrato nella prima
metà della seconda giornata di gara, l’alfiere Skoda ha incamerato una
preziosissima seconda piazza assoluta.
Divertente ed entusiasmante si è rivelata la lotta per
l’ultimo gradino del podio, un duello a tre tra il pavese Giacomo Scattolon,
con al suo fianco Paolo Zanini (Skoda Fabia R5), Andrea Nucita, in coppia con
Marco Vozzo (Hyundai i20 R5) e Andrea Crugnola, assieme a Danilo Fappani su
Ford Fiesta R5.
Tutti e tre i contendenti hanno vissuto le loro disavventure
nel corso dei due giorni di gara. Il primo ad incontrare la malasorte sul
proprio cammino è stato Andrea Nucita: il siciliano, recente vincitore alla
Targa Florio, ha pagato dazio subito in avvio, incappando in una foratura sulla
prima “piesse” che lo ha attardato di oltre un minuto, costringendolo ad una
gara in totale rimonta e sempre con il coltello tra i denti.
Giacomo Scattolon, invece, si è reso protagonista di
un’incomprensione con gli addetti alle bandiere nel corso della prova
spettacolo, che aveva comportato, per il pilota di Voghera, il percorrere un
giro in più del percorso ed una penalità di 30”. Dopo un consulto con la
direzione gara, si è arrivati alla decisione di ritirare la penalità ed
assegnargli il tempo fatto segnare al termine del secondo giro, naturale
conclusione della prova, reinserendolo quindi nei quartieri alti della
classifica.
Per Andrea Crugnola si è trattato di una gara dai due volti:
ad una prima giornata positiva, nonostante una lieve toccata nel corso della
PS2, chiusa nella scia del leader temporaneo Campedelli e quasi a pari merito
con Andreucci, si è contrapposta una seconda parte di rally fortemente
condizionata dalla foratura occorsagli nel corso della PS7 “Due Mari”, che lo
ha retrocesso dal secondo posto alla quinta piazza.
Con ancora l’ultima sfida cronometrata, i 22,35 km del
secondo passaggio sulla “Due Mari”, la classifica aveva Scattolon al terzo
posto, con Nucita a 6”2 e Crugnola a 9”1, distacchi risicatissimi, a lasciare
aperta ogni possibilità di risoluzione della contesa. L’ultima sfida, a
“celebrare” una gara caratterizzata da continui ribaltamenti di scena, ha
nuovamente cambiato le carte in tavola: la dea bendata ha nuovamente voltato le
spalle a Andrea Nucita, vittima della seconda foratura della sua gara e
costretto a cambiare la gomma in prova, che lo ha fatto sprofondare addirittura
fuori dalla top ten.
A fargli compagnia, in questo vortice di sfortuna, Giacomo
Scattolon, anche lui attardato da una foratura, fatto che gli ha così strappato
quello che sarebbe stato il primo piazzamento a podio in una gara del CIR. Ha
così festeggiato Andrea Crugnola, partito con il coltello tra i denti e
vincitore della prova: la terza piazza, nonostante la sfortuna patita in
mattinata, è quindi finita nelle sue mani.
Scattolon e Crugnola si sfidavano anche per il successo tra
i protagonisti del Campionato Italiano Asfalto: i fatti dell’ultima prova hanno
pertanto assegnato il successo al varesino, mentre Scattolon è addirittura
finito fuori dai primi tre. Sul podio, ad accompagnare Crugnola, sono saliti il
lucchese Rudy Michelini, in coppia con Michele Perna su Skoda Fabia R5, ed il
molisano Giuseppe Testa, con Massimo Bizzocchi alle note della Ford Fiesta R5,
rispettivamente quarti e quinti assoluti nella generale.
Serrati e senza esclusioni di colpi sono stati anche i
duelli per le affermazioni nei vari campionati di supporto. Il due ruote
motrici ha vissuto sul dualismo tra i trofeisti Renault Riccardo Canzian, in
coppia con Andrea Prizzon, e Ivan Ferrarotti, navigato da Giovanni Agnese.
Entrambi ai comandi di una Clio R3T, hanno risolto la sfida soltanto al termine
dell’ultima speciale, con il più esperto Ferrarotti a beffare di un’inezia il più
giovane Canzian. Più attardato il giovanissimo Cristhoper Lucchesi, comunque
primattore tra le Abarth 124 Rally RGT insieme al navigatore Marco Pollicino.
Il Campionato
Italiano R1 ha visto imporsi Giorgio Cogni, in coppia con Zanni, leader
anche del trofeo Suzuki con la Swift R1B. La piazza d’onore se l’è aggiudicata
Andrea Scalzotto, affiancato da Cazzador, su un’altra Suzuki Swift R1B, che ha
preceduto il leader del trofeo Renault Twingo R1A Alberto Paris, navigato dalla
Benellini. Quarto posto per Fabio Poggio, che assieme alla Cavallotto si è però
aggiudicato la contesa tra le Suzuki Swift RSTB1.0 del monomarca.
Nella classifica
riservata alle “signore del volante” la migliore è risultata Rachele
Somaschini, in coppia con Gloria Andreis su Peugeot 208 R2B. La giovane
testimonial della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica ha preceduto
la lucchese Giulia Serafini, tornata ai comandi della Peugeot 106 Rallye N2 e
navigata dalla pratese Susanna Mazzetti. L’equipaggio “familiare” composto da mamma
e figlia, Patrizia Perosino e Veronica Verzoletto, rientrato in gara con il
superally, ha completato il podio con un’altra Peugeot 208 R2B.
Molto sentito a livello locale, il trofeo riservato agli
equipaggi elbani ha visto riconfermarsi al vertice Francesco Bettini, che
assieme a Luca Acri ha portato la Ford Fiesta R5 fino all’ottava piazza
assoluta. Andrea Volpi e Michele Maffoni, con un’altra Ford Fiesta R5, hanno
chiuso in piazza d’onore, raggiungendo anche la 13° posizione assoluta,
nonostante diversi problemi ai freni. Ha completato il podio Walter Gamba,
insieme a Giacinto Maggio su Renault Clio S1600.
La gara regionale, in coda al tricolore, dopo tre quarti di
sfide in mano al bresciano “Pedro”, con la Hyundai i20 R5, ha visto poi la
vittoria del livornese Riccardo Parri, in coppia con Mischi su una Peugeot 106
Rally. “Pedro” ha gettato la spugna per problemi di alimentazione.
L’edizione numero 51 del Rallye Elba va in archivio con
diverse certezze: da quella di avere onorato al meglio il ritorno nella massima
serie tricolore dopo un quarto di secolo, a quello di avere sentito di nuovo
forte l’abbraccio dei tanti appassionati di rally arrivati sull’isola con i
numeri dei vecchi tempi, sino ad arrivare ad essere stato definito il vero e
proprio spartiacque delle vicende di campionato. La tradizione continua, la
storia prosegue ad essere scritta e colorata a tratto marcato ed a tinte forti.
CLASSIFICA
FINALE (top ten): 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16 R5) in 1:40'49.1;
2. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia R5) a 30.2; 3. Crugnola-Fappani (Ford Fiesta
R5) a 54.8; 4. Michelini-Perna (Skoda Fabia R5) a 1'27.3; 5. Testa-Bizzocchi
(Ford Fiesta R5) a 2'28.9; 6. Scattolon-Zanini (Skoda Fabia R5) a 2'39.1; 7.
Bettini-Acri (Ford Fiesta R5) a 3'21.2; 8. Panzani-Pinelli (Ford Fiesta Evo II
R5) a 3'31.1; 9. Dalmazzini-Ciucci (Ford Fiesta R5) a 3'45.7. 10.
Pollara-Princiotto (Peugeot 208 T16 R5) a 3’48.1.
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