La visione di
breve-medio termine di NISSAN sui motori a combustione interna: ci potrebbero
essere ulteriori e significativi miglioramenti sull’efficienza di tali motori?
Quale opinione sul downsizing del parco auto (anche per abbattere i consumi) o
sull’ibridizzazione con il motore elettrico?
“Negli ultimi anni Nissan, come nessuno, ha avuto il
coraggio e la capacità tecnologica per trasformare il panorama dell’automobile.
La nostra visione di mobilità sostenibile si concentra su due principali
obiettivi “Zero Emissioni” e “Zero Mortalità”: per questo puntiamo a una diffusione
sempre più capillare della mobilità elettrica. Dal momento che, tuttavia, il
motore a scoppio, continua ad essere il più diffuso, stiamo facendo il
possibile per svilupparlo e a migliorarlo, cercando di ridurre i consumi senza
sacrificare le prestazioni”.
Nissan raccoglie più
successi sull’elettrico che sull’ibrido (almeno dai dati delle ultime
immatricolazioni): quali sono i punti di forza e quelli di debolezza fra le due
alternative?
Nissan da anni lavora su tutte le tecnologie: elettrico,
ibrido e fuell cell, sia all’idrogeno che all’etanolo.
La preferenza per le due alternative si decide a livello
nazionale, a seconda delle esigenze dei clienti, dello sviluppo
infrastrutturale e dell’andamento legislativo. L’Europa in questo momento è
"a macchia di leopardo": mentre in alcuni paesi, impegnati sul fronte
ecologico, le vendite di Leaf sono significative, in altre nazioni, come
l’Italia, la loro diffusione fino ad oggi è stata limitata dalla mancanza di
una regia a carattere nazionale.
Nonostante i numeri decisamente più contenuti rispetto ad
altri paesi, anche in Italia deteniamo oltre il 50% della quota di mercato
delle vetture elettriche e l’80% dei veicoli commerciali elettrici. Siamo
pionieri e leader anche a livello europeo: per primi abbiamo creduto in tale
mobilità, per la quale abbiamo investito 4 miliardi di dollari in ricerca e
sviluppo, e nel 2010 abbiamo introdotto sul mercato la prima l’auto elettrica
di massa, la LEAF, con doppia modalità di ricarica standard e rapida.
Riteniamo che la mobilità elettrica sia l’unica soluzione
reale, efficace e già disponibile, per contribuire in maniera significativa
alla riduzione delle emissioni inquinanti e quindi alla protezione del clima,
come richiesto anche dagli impegni internazionali.
Basti guardare a quello che succede ogni anno a dicembre.
Decine di amministrazioni comunali costrette a imporre giornate di stop al
traffico con tutti i disagi che ne conseguono per i cittadini, come misura
emergenziale e palliativa che deriva dalla mancanza di una programmazione più
organica e strategica per l’abbattimento delle emissioni.
Essendo sprovvisto di carburante, il veicolo elettrico è
infatti, per definizione, privo di qualunque tipo di emissione e rappresenta
perciò la soluzione più naturale e accessibile ai problemi di inquinamento che
affliggono i centri urbani. Inoltre, è l’unico che consenta di chiudere il
circuito virtuoso di produzione pulita di energia, abbinata ad un uso
altrettanto pulito. L’energia che alimenta il veicolo elettrico può infatti
essere prodotta da fonte rinnovabile, eliminando quindi ogni impatto
sull’ambiente, sia in termini di gas, che di inquinanti liquidi o solidi.
Al contrario, il veicolo ibrido, dotato di un doppio motore,
a scoppio ed elettrico, cerca di ovviare agli inconvenienti del solo motore a
scoppio, recuperando in discesa e in frenata l’energia che altrimenti andrebbe
persa, tramite la ricarica delle batterie che alimentano il motore elettrico.
Molte auto ibride, inoltre, consentono la guida solo elettrica su percorsi
urbani a bassa velocità e ad alta concentrazione di traffico. Le ibride vantano
quindi emissioni e consumi energetici più contenuti, ma la riduzione è
stimabile intorno al 20-30%, a seconda dello stile di guida e dalle
caratteristiche del percorso e quindi può rappresentare un sollievo, ma non una
soluzione.
Quali sono le ipotesi
di crescita della loro numerosità nel parco circolante italiano nei prossimi
10-15 anni? Che ostacoli o che opportunità vedete nella loro competizione con i
motori a combustione interna?
Nonostante gli sforzi dei produttori e gli sviluppi
tecnologici, i veicoli elettrici continuano a scontare un divario di prezzo
significativo rispetto agli equivalenti a combustione interna. Perché il
concetto della mobilità elettrica si diffonda pienamente, riteniamo che sia
necessario intervenire su tre direttrici, la prima delle quali è senza dubbio
uno schema nazionale di incentivi all’acquisto o defiscalizzazioni come per
altri comparti quali quello edile per l’efficientamento energetico. Un simile
sistema di incentivi è infatti previsto in quasi tutti i Paesi UE ed è fattore
imprescindibile per ogni reale investimento in mobilità sostenibile predisposto
un nuovo piano basato anche sulla scorta dell’esempio dei Paesi più virtuosi.
Inoltre, in merito alla stessa direttrice è fondamentale
fissare degli obiettivi certi, misurabili e non derogabili di riduzione delle
emissioni, in linea con gli stringenti obblighi internazionali già assunti
dall’Italia. Ripeto, già assunti.
Se si vorranno rispettare tali impegni, presto diverrà
chiaro a tutti che non si potrà fare a meno di una massiccia virata del parco
auto circolante verso l’elettrico. Non ci sono reali alternative disponibili.
Si dovrà fare, naturalmente rispettando coloro che non sono in condizione di
cambiare auto tanto velocemente. La transizione sarà lunga (un paio di decenni
probabilmente), ma a nostro avviso il cammino non potrà che condurci verso la
decarbonizzazione dei trasporti.
In secondo luogo, è fondamentale garantire la disponibilità
di una rete di infrastrutture di ricarica integrata su tutto il territorio
nazionale. Su questo, l’implementazione
nazionale della “Direttiva carburanti alternativi” segna certamente un passaggio
importante nella giusta direzione.
Infine, le politiche nazionali ambientali e di
incentivazione potrebbero prevedere anche misure volte alla razionalizzazione e
omogeneizzazione degli incentivi alla mobilità elettrica previsti a livello
locale (già previsti nelle città italiane più virtuose).
Sul primo pilastro, uno schema nazionale di incentivi in
grado di colmare il divario tra il prezzo dei veicoli elettrici e quello dei
veicoli tradizionali è prevista in quasi tutti gli Stati europei, e ha generato
un incremento del volume delle vendite evidente e prolungato nel tempo.
In Francia, grazie ai generosi incentivi in vigore - che
prevedevano un contributo statale massimo di 6.300 euro per l’acquisto di auto
100% elettriche (incrementati fino a un massimo di 10.000 euro nel 2015) - nel
2014 il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto del 20% rispetto al 2013,
mentre al 31 maggio 2015 si registrava una crescita del 74% rispetto all’anno
precedente.
Nel corso del 2014 nel Regno Unito la vendita di veicoli
elettrici è quasi triplicata rispetto al 2013, grazie agli incentivi fino a
5.000 sterline e a diverse esenzioni fiscali.
In Germania, nello stesso periodo, le vendite di veicoli
puramente elettrici sono aumentate del 40%, pur in assenza di incentivi diretti
ma grazie all’esenzione dalla tassa di circolazione oltre che ai sempre più
diffusi programmi di car sharing elettrico (tale fenomeno è riscontrabile anche
in altri Paesi).
Nella comparazione dei prezzi fra auto a combustione
interna, ibride ed elettriche, che hanno un prezzo mediamente superiore a 3
volte quelle a benzina come si pongono i consumatori verso questo maggior
costo? Quanto la spinta della sensibilità ambientale, piuttosto che
l’imposizione di vincoli da parte delle autorità comunali può motivare gli
acquirenti?
Le nostre ricerche dimostrano come ai crescenti livelli di
inquinamento dell’aria nelle principali città europee, corrisponda una maggiore
consapevolezza dei cittadini riguardo la loro salute.
Oggi i consumatori si preoccupano della loro condizione
fisica più di quanto non abbiano mai fatto in passato, e sono sempre alla
ricerca di soluzioni che li aiutino a “pulire” l’aria che li circonda.
Nel Regno Unito, le ricerche su internet per il termine
“miglior purificatore dell’aria” sono cresciute di oltre il 750 per cento, con
un picco a giugno 2016, il più alto mai registrato negli ultimi dieci anni.
Inoltre, le persone desiderano conoscere la qualità dell’aria nelle città e
nelle località in cui vivono, dal momento che la ricerca del termine “indice di
qualità dell’aria” ha visto una crescita del 750 % e “dati sull’inquinamento
dell’aria” un incremento del 350%.
Abbiamo recentemente commissionato un sondaggio in Italia,
Regno Unito, Francia, Spagna e Germania per scoprire cosa pensano i Millennials
del futuro della mobilità e dei veicoli elettrici. In totale, in questi cinque
Paesi, sono stati intervistati 2.500 millennials di età compresa fra i 18 e i
34 anni, con 500 intervistati in ciascun mercato.
Il rapporto ha dimostrato come le preoccupazioni ambientali dei
Millennials si rivolgano ai problemi globali come i cambiamenti climatici (53%)
e l’inquinamento dell’aria (42%). Più dei tre quarti degli intervistati (76%)
ha dichiarato di considerare i veicoli ecologici come la scelta migliore per
contribuire alla soluzione di questi problemi e rendere le proprie vite più
sostenibili.
Questa ricerca ci ha dimostrato che la fascia demografica
dei Millennials può avere un’enorme influenza nel definire il futuro del
trasporto e della sostenibilità. Sembra infatti molto più attenta all’ambiente
rispetto alla generazione precedente e pronta ad adottare cambiamenti nello
stile di vita.
Tuttavia, è indubbio che il prezzo d’acquisto e i costi di
proprietà sono i fattori che incidono maggiormente sulle scelte dei consumatori.
Nonostante gli sviluppi tecnologici e gli sforzi messi in campo dai produttori,
il costo delle auto elettriche è ancora superiore a quello delle auto
tradizionali e costituisce quindi un limite all’acquisto rilevante. Ancor più
se il veicolo elettrico viene concepito come una seconda auto familiare per gli
spostamenti urbani, per la quale la spesa media è normalmente piuttosto
contenuta (sotto i 20.000 euro).
Per questo motivo, riteniamo che la previsione di incentivi
statali all’acquisto ovvero di misure che siano in grado di mettere l’Italia in
condizione di rispettare gli stringenti obblighi di riduzione delle emissioni
assunti a livello internazionale sarebbe di fondamentale importanza per sanare
tale gap, allineando così la legislazione italiana a quella della maggioranza
dei paesi UE.
Gli ultimi sondaggi sulla propensione all’acquisto dei
veicoli elettrici confermano questo dato, rivelando che il 75% degli italiani
sarebbe pronto ad appoggiare il progetto della mobilità sostenibile, laddove
tali veicoli avessero costi in linea con quelli delle automobili
“tradizionali”.
L’auto elettrica
potrebbe essere vicino ad una svolta nei costi/caratteristiche delle batterie?
Stiamo arrivando al punto di breakthrough tecnologico?
Nissan lavora costantemente sulla ricerca per rendere le
batterie EV le più avanzate ed efficienti possibile. I nostri investimenti
hanno già portato significativi risultati a livello di sviluppo tecnologico:
l’autonomia dei nostri veicoli è pari a 250 km secondo l’omologazione europea
NEDC - “New European Driving Cycle” - già sufficiente a coprire il 98% degli
spostamenti quotidiani della popolazione europea – e siamo pronti, nei prossimi
quattro anni, a raddoppiarne l’autonomia, portandola a superare i 500 km.
Abbiamo recentemente introdotto la produzione della batteria di terza
generazione da 30 kWh, con miglioramenti chimici e maggiore erogazione di
potenza e stiamo lanciando anche una nuova società controllata per il riciclo e
la “seconda vita” delle batterie.
Inoltre, abbiamo sviluppato tecnologie e infrastrutture di
ricarica rapida che oggi sono presenti sulle reti viarie di tutto il mondo.
Tale tecnologia impiega il sistema CHAdeMO che consente di ricaricare l’80%
della capacità di una batteria in 15 minuti o effettuare una carica completa da
0 al 100% in circa 30 minuti.
L'auto elettrica oggi resta un prodotto di nicchia, ma si
sta allargando sempre di più e uno degli elementi che contribuisce ad
allargarne il mercato sarà proprio l'autonomia.
Relativamente ai costi di produzione, un aumento delle
vendite nella direzione auspicata consentirà in pochi anni di abbattere il gap
ancora esistente tra i veicoli tradizionali e quelli elettrici.
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