L’Automobile Club
d’Italia testa 17 tratte pedonali e 14 attraversamenti tra la stazione Termini e la Basilica di Santa
Maria Maggiore, dove parte il Cammino Mariano che impegna milioni di pellegrini
durante il Giubileo
“Percorrere ed attraversare a Roma: non è per tutti” è il
titolo dello studio realizzato dalla Fondazione
Filippo Caracciolo e dall’Area Tecnica dell’Automobile Club d’Italia per
misurare gli standard di sicurezza dei percorsi pedonali e degli
attraversamenti nella Capitale. L’analisi ha preso in esame 17 tratte pedonali
e 14 attraversamenti tra la stazione Termini e la Basilica di Santa Maria
Maggiore, punto di partenza del Cammino Mariano che impegna milioni di
pellegrini durante il Giubileo.
I risultati del test
non sono esaltanti: nessuna infrastruttura ha raggiunto il massimo dei voti
e la valutazione complessiva è appena “sufficiente” sia per i percorsi pedonali
che per gli attraversamenti, tutti con standard di accessibilità
insoddisfacenti per i portatori di handicap. Il percorso migliore, promosso con
il giudizio “buono”, è su via Gioberti tra via Amendola e via Principe Amedeo;
quello peggiore è sempre su via Gioberti da Piazza S. Maria Maggiore a via
Principe Amedeo. L’attraversamento pedonale migliore è in via Amendola, quello
più scarso invece in piazza S. Maria Maggiore.
Le criticità più ricorrenti sono imputabili a carenze
progettuali (molte barriere come pali della luce, postazioni telefoniche, totem
pubblicitari e parcometri; manifattura non eccellente delle pavimentazioni;
scarsa visibilità notturna) ed inadempienze gestionali (troppi ostacoli tra
bancarelle, tavolini di esercizi commerciali, cartelloni e veicoli in sosta
irregolare; scarsa manutenzione della segnaletica; pulizia inadeguata).
Lo studio analizza
anche gli standard di sicurezza offerti ai disabili e in particolare ai
ciechi che solo in Italia sono circa 130.000 (1 ogni 450 persone). Il loro
diritto alla mobilità nella Capitale è compromesso anche dalla mancanza di
equipaggiamenti specifici nel sistema del trasporto pubblico: il 26% degli
autobus e il 31% dei tram non ha accorgimenti per i disabili; appena il 39%
delle stazioni della MetroA è accessibile ai portatori di handicap, mentre la B
e la B1 sono totalmente fruibili; solo il 50% delle stazioni delle ferrovie
metropolitane Roma-Lido e Roma-Viterbo è agibile per i disabili motori
(percentuale che sale all’85% per chi ha impedimenti visivi). I ciechi che si
muovono a piedi devono poi confrontarsi con percorsi discontinui, non
adeguatamente protetti, con pavimentazione tattile scarsa o assente, fin troppi
ostacoli sul camminamento e addirittura informazioni non sempre corrette e
coerenti. Nella conduzione dei test e nella calibrazione dei test condotti
dall’ACI è stato fondamentale il contributo del dr. Giammario Mascolo, docente
e psicoterapeuta, cieco dalla nascita.
Lo studio dell’Automobile Club d’Italia è il primo passo di
un progetto più ampio che impegnerà l’ACI e la Fondazione Caracciolo nella
valutazione degli standard offerti ai portatori di handicap fisici e motori, al
fine di favorire la realizzazione di un manuale di progettazione degli
itinerari pedonali urbani che consenta a tutti di muoversi in autonomia e
sicurezza.
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