Il nome “Renault 8
Gordini” è impresso nella memoria di tutti. Basta pronunciarlo per
rievocare immediatamente il ricordo del rombo del motore della “piccola auto
blu con le fasce bianche”… Ogni Francese ha almeno un cugino, un vicino, un
amico che ha avuto «una Gordini con cui correva». «Che macchina! Andava forte
…». «La Gordini permetteva di fare Parigi - Marsiglia più rapidamente del treno
Mistral … Che tempi!». Tante dichiarazioni, tanti ricordi, tanta nostalgia per
la Renault 8 Gordini! Ancora oggi è rimasta leggendaria e il suo prezzo, tra le
auto da collezione, estremamente elevato rispetto alla progettazione e alla
diffusione del modello. La Renault 8 Gordini appartiene alla storia
dell’automobile francese, non meno della Renault 4 CV o della Renault 4, ma in
versione sportiva!
Alcuni esemplari hanno addirittura la fortuna di partecipare
alle prove storiche come, quest’anno, il prestigioso 17° Rally di Montecarlo
Storico, dove Renault Classic schiererà 5 Renault 8 Gordini. Jean Ragnotti
potrà così ritrovare la sua prima auto da corsa ("Rally du Vaucluse",
1967), affiancato dal copilota Michel Duvernay, già vincitore (1981) della
Coppa di Francia Renault Cross Elf e della Coppa Renault 5 GT Turbo (n° 8).
Presente anche Alain Serpaggi, accompagnato, come al solito, da Jean-Pierre
Prevost (n° 12), mentre Michel Leclère, vincitore del "Premier Pas Dunlop
Coupe Gordini" nel 1969, correrà con il giornalista Vincent Roussel (n°
17). Il team Renault Classic sarà completato da altre due Renault 8 Gordini: la
1100 (n° 19) di Thierry Chancel e François Forgeoux e la 1300 (n° 22) affidata
a Gilles Zaffini e Serge Mollar. Da notare, infine, che un equipaggio
norvegese, Torgje Kleppe / Henning Jorstad su R 1135 (n° 39), ricorderà i
risultati dei predecessori Unnerud / Karlan, che avevano partecipato con una
Renault 8 Gordini 1300 a titolo privato nel 1968 classificandosi al 42° posto,
ma come primo team norvegese.
IL MAGO AMEDEO
GORDINI
Amedeo Gordini nasce
il 23 giugno 1899 a Bazzano, non lontano da Bologna. Appassionato di
meccanica e innamorato della vita, abbandona la giovane moglie e va a Parigi
«per vedere un match del pugile Georges Carpentier», spiega agli amici.
Arrivato nella capitale francese, dà fondo rapidamente alle scarse economie e,
per sopravvivere, lavora da Cattaneo a Suresnes. In questa piccola officina, si
occupa dei motori Fiat e poi Simca, sui cui sviluppa alcune idee personali per
renderli più competitivi. Le corse lo renderanno rapidamente celebre, dopo i
successi ottenuti, in particolare, alle "24 Ore di Le Mans" e al
"Bol d'Or".
Dopo la seconda guerra mondiale, Henri-Théodore Pigozzi, a
sua volta di origine italiana, gli propone di associare il suo nome alla marca
automobilistica francese che ha appena creato: Simca. Dal 1946 al 1951, le
Simca Gordini, delicate e affusolate, saranno schierate alla partenza di tutte
le prove europee, battendosi contro modelli come Ferrari, Maserati, Alfa Romeo
o Talbot molto più potenti.
Nonostante l’abbandono del suo sponsor, Amedeo Gordini farà
sopravvivere la scuderia fino al 1956, schierando successivamente, con grande
determinazione, delle F1, F2, "barchette sport" e "coupé"
in tutte le prove del calendario sportivo internazionale. Per pilotare le sue
auto
"blu", il più francese degli Italiani - o viceversa
- si assicura una squadra di eccellenti piloti francesi: Maurice Trintignant,
Robert Manzon, André Simon, Jean Behra, Jacky Pollet ma anche di piloti
stranieri, tra cui il prodigio argentino Juan-Manuel Fangio, Bira, il principe
del Siam, il Brasiliano Nano Da Silva Ramos e i Belgi André Pilette e Paul
Frère. Nonostante alcuni sussidi privati e l’entusiasmo di qualche tifoso, alla
fine del 1956 l’officina parigina ubicata al n° 69 del boulevard Victor, alla
Porte de Versailles - dove le Gordini erano progettate e costruite – chiude
definitivamente i battenti: Amedeo Gordini inizia una terza vita!
UNA FRUTTUOSA
COLLABORAZIONE
Dopo la scomparsa di Pierre Lefaucheux in un incidente
stradale, nel febbraio 1955, Pierre Dreyfus viene nominato alla Direzione della
Régie Renault. Fernand Picard, Direttore dell’Ufficio Studi della Régie e padre
dalla 4 CV, e François Landon, ex pilota e responsabile del Servizio
Competizione della marca con la losanga, ne approfittano per proporre al nuovo
responsabile - fin dal 1956 - di collaborare con Amedeo Gordini. Il 1° gennaio
1957 quest’ultimo inizia quindi a lavorare sulla Renault Dauphine, per renderla
più dinamica: la Dauphine Gordini adotterà rapidamente una trasmissione a
quattro rapporti, guadagnando quasi una decina di cavalli. Sarà la prima della
lunga e gloriosa stirpe delle Renault Gordini.
LE RENAULT 8
Pierre Dreyfus - laureato in giurisprudenza e non in
ingegneria, come i suoi collaboratori - ha sull’automobile uno sguardo più da
sociologo che da tecnico, e adotta una visione mondiale del mercato. È convinto
che, per avere un futuro, un costruttore delle dimensioni di Renault debba
esportare oltre la metà della sua produzione. Dreyfus lancia quindi il
"Progetto 113", il cui capitolato può riassumersi in questi quattro
punti: meccanica con testata in lega, freni a disco sulle quattro ruote,
massimo comfort interno per quattro adulti e design moderno. Per rispondere a
queste esigenze, i progettisti di Renault Robert Barthaud e Gaston Juchet
lavoreranno in collaborazione con un designer indipendente, Philippe
Charbonneaux, formato alla scuola americana. Nasce così la Renault 8, lanciata
in giugno 1962, ma presentata ufficialmente al pubblico in ottobre, in
occasione del "Salone dell'Auto" di Parigi. Il modello conquista
immediatamente i Francesi e, con la sua variante Renault 10, sarà prodotto fino
al 1976, per un totale di 1.316.134 unità. Inizialmente, l’auto è equipaggiata
con un motore quattro cilindri 956 cm3, il Sierra, ma il suo successo si
aumenterà ulteriormente con la versione "Major" con motorizzazione
1108 cm3 (tipo R 1132), apprezzata dopo le prove da tutta la stampa
automobilistica e dichiarata “seducente” da José Rosinski, della rivista specializzata
Sport Auto". Hubert Melot, ingegnere alla Régie, ne prepara una “versione
speciale” che si classifica al 7° posto nel “Giro di Corsica” 1963… È arrivato
il momento di fare un altro passo avanti!
In effetti, ci si rende rapidamente conto che la Renault 8
costituisce una buona base di sviluppo e che basterebbero alcuni adattamenti
per renderla molto performante. Non mancano certo le idee tra gli specialisti.
Henri Fretet, ad esempio, ex meccanico di Delage e responsabile dei modelli
speciali in Renault, sviluppa una meccanica più incisiva, pur servendosi
essenzialmente di componenti di serie. Parallelamente, François Landon,
responsabile del Servizio Competizione, fa ribassare il tetto della piccola
berlina e quando entrambe le idee si associano su un modello test, l’auto –
integralmente bianca – tocca i 170 km/h! Anche Amedeo Gordini ci lavora, ma
essenzialmente sul motore. Nonostante la richiesta dei vertici di limitarsi ai
componenti di serie per rispettare un budget contenuto, il “Mago” – affettuoso
nomignolo ottenuto grazie alle monoposto – decide di andare oltre e adotta
delle soluzioni con un taglio più “da corsa”, lavorando su una testata
cosiddetta “emisferica”, in considerazione della forma delle camere di
combustione. Evidentemente, tale innovazione rende la “sua” Renault 8 più
veloce di quella dell’équipe Landon-Fretet e, contro ogni attesa, è proprio la
sua versione che sarà prescelta, grazie al principio secondo il quale «il
prezzo si dimentica, ma la qualità resta»!
BATTESIMO DELLA CORSA
PER LA RENAULT 8 GORDINI
Grazie ai miglioramenti in termini di assetto ottenuti con i
quattro ammortizzatori posteriori e il servofreno tipo Hydrovac - già testati
sulle Renault 8 di serie in occasione della Maratona stradale Liegi-Sofia-Liegi
nel 1963 – si decide di lanciare una “berlina sportiva a meno di 12.000
franchi" (contro, ad esempio, i 17.000 franchi di un’Alfa Giulia Ti). Per
ben differenziare il “bolide” dalle altre berline, si decide di proporlo
soltanto in tinta blu, la famosa referenza 418, e di aggiungere delle fasce,
inizialmente previste a scacchiera e poi nella definitiva versione bianca.
Con la Renault 8 Gordini, arrivata nel 1964, nasce un mito!
E per ben radicarlo, Jean Vinatier, pilota ufficiale
Renault, la porta alla vittoria nel “Giro di Corsica" 1964, davanti
all’esperto Rolland e alla sua performante Alfa Romeo Tubolare 1600: è la
consacrazione sull’”Isola della bellezza”!
UN BEL PALMARÈS
Forti di questo successo, le Renault 8 Gordini si schierano
con la massima tranquillità nel prestigioso Rally di Monte-Carlo nel gennaio
1965. Purtroppo, sarà un insuccesso, rapidamente dimenticato però dopo le
vittorie in classifica generale di Jean Vinatier al "Rally Lyon
Charbonnières" e di Pierre Orsini al "Giro di Corsica". Per il 1966,
Jacques Féret affida un’auto blu al pilota svedese Bengt Jansson per affiancare
Jean Vinatier, irrinunciabile pilota francese. Nonostante questa giudiziosa
scelta, il risultato non sarà migliore a Montecarlo mentre, in occasione delle
"24 Ore di Spa Francorchamps" Vinatier/Bianchi, Piot/Andruet e
Orsini/Vacca strappano la famosa “Coppa del Re” con le tre Renault 8 Gordini
quasi di serie.
Qualche settimana più tardi, il Parigino Jean-François Piot,
dopo aver brillantemente conquistato il quarto posto nella difficile
"Coppa delle Alpi", si classifica a sua volta primo nel “Giro di
Corsica”, firmando così la terza vittoria consecutiva della Renault 8 Gordini
in territorio corso.
Da notare ancora che Mauro Bianchi vince il "Gran
Premio di Macao", corsa organizzata nella lontana colonia portoghese,
enclave in territorio cinese.
La Renault 8 Gordini è ormai un’arma temibile, tanto più che
- da marzo 1966 - la Régie Renault ne propone una nuova versione.
R 1135 : LA RENAULT 8
GORDINI 1300
Con la denominazione ufficiale di R 1135, il modello dispone
ormai di un motore 1255 cm3 che sviluppa 88 cv DIN e una coppia di 11,9 kgm,
permettendo alla "bella blu" di raggiungere una velocità di punta di
175 km/h. Gli appassionati apprezzano anche la nuova trasmissione (tipo 330-6)
che offre cinque rapporti alla nuova Renault 8 Gordini 1300, permettendole così
di percorrere 400 metri con partenza da fermo in appena 16"9 e, quindici
secondi dopo, di superare il traguardo del chilometro.
I due carburatori a doppio corpo Weber 40 DCOE rappresentano
a loro volta "un plus" apprezzato dai conoscitori.
In linea con la Renault 8 Gordini 1100 (R1134), al momento
del lancio, nel 1967, la nuova Renault 8 Gordini 1300 (R 1135) è proposta
esclusivamente in tinta "Blu Francia", per essere poi successivamente
proposta anche in bianco, rosso e giallo, nel 1969, e addirittura in
"grigio salvia" o in "verde scuro" tipicamente British
Racing Green nel 1970. Tutte saranno equipaggiate con la celebre calandra “a 4
fari”, il doppio serbatoio di benzina (38 litri posteriormente e 26 litri
anteriormente) e il celebre volante schiumato "Quillery".
LA COPPA RENAULT 8
GORDINI, VIVAIO DI TALENTI
Venduta a 13.500 franchi nel 1967, questa Renault 8 Gordini
farà sognare tutta la generazione dei Baby-Boomer. Per la prima volta, un’auto
di serie, prodotta da un costruttore generalista, permetterà loro “di correre”.
Ormai, partecipare alle corse automobilistiche non è più
riservato a pochi dilettanti danarosi. Così come il boom della musica ye-ye ha
permesso a chiunque di cantare accompagnato da una chitarra elettrica, tutti i
giovani possono oggi sperare di acquistare un’auto sportiva. La firma Gordini
sul coperchio punterie del motore 812-00 e il logo sulla carenatura posteriore
vogliono dire molto per i giovani appassionati, e ogni aspirante pilota sogna
di essere il successore di Jean Behra o di Maurice Trintignant o addirittura -
per i più ambiziosi - di Juan Manuel Fangio, tutti illustri ex piloti di Amedeo
Gordini.
Un uomo comprenderà rapidamente l’interesse di cui gode quest’auto
unanimemente apprezzata dalla stampa: Georges Fraichard, ex Capo Redattore
della rivista "Moteurs" e amico di Behra e Gordini. Lancia l’idea di
una “Coppa” riservata a tale modello e ne parla con Alain Bertaut e Pierre
Allanet de “l'Action Automobile". Questi ultimi ottengono l’accordo di
Robert Sicot, addetto alle Relazioni Esterne di Renault, ma resta loro da
convincere gli organizzatori delle corse, che temono un disinteresse del
pubblico a fronte di «piloti neofiti al volante di versioni stradali».
Le prime corse dissipano rapidamente le reticenze e il
pubblico si entusiasma per le "battaglie" tra questi giovani che non
si tirano mai indietro! Fin dal lancio, nel 1966, alcuni di loro si fanno
notare in questa "Coupe Renault 8 Gordini": Jean-Luc Thérier, Alain
Cudini, Jean-Pierre Jarier, Robert Mieusset, Jean-Claude Andruet, Jean-Pierre
Jabouille, Michel Leclère… faranno delle belle carriere sportive, mentre Michel
Hommell vi troverà la sua vocazione di editore di stampa e Hugues de Chaunac quella
di direttore di scuderia.
UN’AUTENTICA AUTO DA
CORSA
La leggenda della Renault 8 Gordini è fondata quindi su tre
elementi indissolubili: l'auto di serie, la coupé e i rally. Con il piccolo
bolide blu con le fasce bianche, ognuno è “Campione del Mondo nella sua
strada".
Nel 1968, Jean-Pierre Nicolas trionfa al Rally del Marocco
e, in gennaio 1969, Jean-Luc Thérier firma un altro autentico exploit: la
vittoria in Gruppo 1 (Turismo di serie) associata a uno straordinario quinto
posto in classifica generale nel Rally di Montecarlo. Sarà questo l’apice per
la Renault 8 Gordini, assurta a icona dello sport automobilistico francese. Lo
stesso anno, il Belga Jean-Marie Jacquemin si piazza settimo nell’esigente
"Coppa delle Alpi" (1° in Gruppo 1) e nel 1970, Jannick Auxemer è
vincitore del Critérium des Circuits francese in Turismo di serie.
Mentre la Renault 12 Gordini la soppianta ufficialmente il
19 luglio 1970, in occasione di un’indimenticabile festa battezzata “Giorno G”
sul circuito di Le Castellet, la Renault 8 Gordini continua a mietere successi,
molto spesso “migliorata” da specialisti (in Gruppo 2) o “trafficata” da
dilettanti (Gruppo 5). La ritroviamo così alla partenza di corse di montagna,
sull’area di parcheggio di ipermercati per uno slalom o schiarata in una prova
speciale di rally, dove continua a far vibrare il pubblico. «Con lei, c’è
sempre gente», afferma Publicis per Renault. Oppure, in modo ancora più
esplicito: «Al volante, sei come una sposa …» come indicato dal "Piccolo
vocabolario della corsa", edito da Renault con copertina blu e fasce
bianche, ovviamente.
Dal 1964 al 1970, a Flins, nello stabilimento voluto da
Pierre Lefaucheux, sulle rive della Senna, sono state prodotte oltre mille
"Gorde", come venivano affettuosamente soprannominate le Gordini
(2626 tipe R 1134 e 8981 tipe R 1135). Cinquant’anni dopo, l’auto è sempre
venerata e coccolata dagli appassionati, che l’hanno trasformata in un prezioso
modello da collezione
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