L’iniziativa (21marzo/21 settembre) si intitola “Arte di Boita: l’Arte torinese di trasformare la sostanza”. L’auto in lavorazione si chiama Testadoro Essenziale. Un piccolo grande capolavoro realizzato dall’artista Dario Pasqualini…
Sotto gli occhi del pubblico del Museo Nazionale dell’Automobile realizzare la Testadoro Essenziale, una nuova opera d’arte su quattro ruote. Quindi, se siete appassionati di automobili e se nel periodo che va dal 21 marzo al 21 settembre 2023 vi troverete nei paraggi di Torino, vi consigliamo di fare un salto al Museo dell’Automobile per vedere “in diretta” come nasce una vettura, la Testadoro Essenziale.
A lavorarci sopra, con materiali tradizionali in un ambiente tradizionale, l’artista Dario Pasqualini assieme ai suoi amici/collaboratori/battilastra Paolo Giacometto e Mario Davolio.
Dario Pasqualini, funambolico nonché creativo ed appassionato di automobili, ha ripescato il marchio torinese Testadoro e, dopo averlo registrato, sta cercando di riportarlo in auge come vera e propria espressione artistica e artigianale. In un tempo nel quale le auto sono progettate per la loro produzione in milioni di esemplari in diverse parti del mondo, “Arte di Boita” mette in scena la creazione unica di una vettura e rende omaggio alla creatività e alla tecnica degli atelier torinesi degli anni ’50 e ’60.
In un allestimento ispirato alle officine artigianali degli anni ’50 (la classica “Boita” torinese) fatte di banchi in legno e attrezzi tipici dell’epoca, l’artista plasmerà i volumi della Testadoro Essenziale, una berlinetta sportiva di sua creazione, capace anche di rendere omaggio alle vetture che hanno reso lo stile italiano famoso nel mondo. La vettura costruita sarà moderna, completamente originale e sarà da intendersi come opera d’arte in movimento, oltre a non essere destinata in alcun modo alla commercializzazione o alla produzione in serie.
Le tecniche utilizzate saranno quelle tradizionali usate nelle “Boite” torinesi, unite a qualche licenza artistica tipica della creazione di opere uniche.
Il vero protagonista dell’opera è il pubblico del Museo Nazionale dell’Automobile, che potrà assistere dal vivo alla realizzazione della Essenziale, passo dopo passo, con Pasqualini, i battilastra e i modellisti che si alterneranno nell’arco delle settimane al lavoro nello spazio dedicato, il tutto in piena sicurezza.
Successivamente, il mascherone diventerà protagonista per la seconda parte della performance, nella quale i volumi vuoti verranno via via riempiti dalle lamiere in alluminio battute a mano.
Durante questa fase, l’autore sarà affiancato da maestri battilastra che parteciperanno alla Performance trasformando la vettura in un’opera corale, omaggio alle maestranze che hanno contribuito, in silenzio e lontano dai riflettori, al successo dei grandi carrozzieri e alla fama degli stilisti più conosciuti. La performance si concluderà dopo sei mesi con l’assemblaggio e la presentazione dinamica dell’opera realizzata.
L’opera d’arte. La Essenziale è una berlinetta con motore anteriore e trazione posteriore, come nella tradizione delle vetture sportive italiane degli anni ’50 e ’60. I volumi sono quelli classici dello stile torinese dell’epoca, ma reinterpretati in chiave artistica e con soluzioni fuori dagli schemi. La pelle della vettura, in alluminio lasciato a vista, è come un velo che voluttuosamente si adagia sulle sue forme, talvolta smussandole, talvolta scolpendole in spigoli vivi e tesi.
Lo spirito di sottrazione del superfluo è usato anche nella definizione dello stile, arrivando ad eliminare qualunque elemento che interrompa la continuità delle linee. I gruppi ottici sono inseriti negli ampi volumi vuoti al di sotto della carrozzeria, spazi ricavati sottraendo al corpo vettura anche i paraurti anteriore e posteriore, elementi che caratterizzano in maniera sempre più predominante la produzione automobilistica di serie. L’opera sembra fluttuare nell’aria piuttosto che pesare sulle ruote e, quindi, sul terreno.
Testadoro si affida a tre partner d’eccezione: i cerchi in lega sono forniti da Mak Wheels, con il modello Mark Gun Metal da 18 pollici. A calzare questi splendidi, quanto essenziali, cerchi in lega, ci pensano gli pneumatici Michelin Pilot Sport 5, garanzia di alte performance per la berlinetta di Testadoro. All’interno c’è Alcantara® che veste alcune parti fondamentali dell’abitacolo, creando un ambiente unico e raffinato al tempo stesso, perfettamente abbinato alla predominanza di legno e alluminio.
Spogliata di ogni parte non essenziale, la vettura intende fermare l’ago della bilancia sotto i 900 kg, nonostante le dimensioni vedano una lunghezza finale vicina ai 5 metri, dovuta agli slanci anteriori e posteriori della carrozzeria.
TESTADORO ESSENZIALE - 2023
- Produzione: Torino
- Motore: 6 cilindri in linea
- Cilindrata: 3.000 cc
- Potenza: 265 CV a 6.600 giri/min
- Velocità massima: 240 km/h
Testadoro: per saperne di più. Il nome Testadoro è stato utilizzato per la prima volta su una speciale testata per motori (originariamente Fiat 508 "Balilla") progettata dall'ingegnere Arnaldo Roselli alla fine degli anni '30 del Novecento. Il termine "Testadoro" venne coniato in conseguenza del caratteristico colore della testata stessa, fusa originariamente in bronzo.
In seguito all'incontro con l’imprenditore torinese Giorgio Giusti, la testata venne prodotta anche per la più popolare Fiat 500 detta "Topolino", il che consentì ai produttori una maggiore diffusione del prodotto e ai possessori della vendutissima utilitaria torinese un aumento della potenza, unito, secondo la pubblicità dell'epoca, ad una diminuzione dei consumi. Appassionato di auto, soprattutto di corse, Giusti pensò di pubblicizzare la sua testata costruendo e portando in pista delle vetture da competizione. Nella sua breve carriera di azienda costruttrice, la cui ragione sociale era “Casa dell'Auto” di Giorgio Giusti, con sede a Torino, produsse nove vetture da corsa con il marchio Testadoro.
Le varie Testadoro, come la Sport, la Drin-Drin, la Marinella e la Daniela, corsero le più importanti gare dell'epoca, prima come semplici derivate della Fiat 500 Topolino, poi come vetture di completa progettazione e costruzione Testadoro, comprese di nuovi motori prodotti internamente. La massima espressione dello sviluppo della “Casa dell’Auto” è stata la Testadoro Daniela, dotata del motore da 742cc accreditato di 45 CV a 6.500 giri/min. La Daniela rappresentò l'apice tecnologico del tempo per la classe fino a 750cc con il suo nuovo e potente propulsore e il telaio tubolare prodotto dalla Gilco di Gilberto Colombo. Inoltre, il disegno della carrozzeria venne curato da Zagato, che riprese le attività della propria carrozzeria dopo i dissesti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso Elio Zagato fu pilota ufficiale della "Squadra Testadoro", insieme ad altri nomi illustri come Nuccio Bertone, Gino Valenzano, Ugo Puma, Aquilino Branca e lo stesso Giusti. Giorgio Giusti chiuse Testadoro nel 1949, dopo la tragica morte del suo socio Arnaldo Roselli, avvenuta in un incidente automobilistico.
Il marchio è rimasto inattivo per quasi 70 anni, fino alla resurrezione dei giorni nostri. Nel 2017, Dario Pasqualini, durante una ricerca sulla tradizione torinese nel campo della carrozzeria artigianale e del design applicato all’automobile, si imbatte in Testadoro e nella sua affascinante storia. Così decide di avviarne le pratiche per l’acquisizione, per riportare in vita la mitica arte da boita torinese. Nel 2019 rileva e registra il marchio Testadoro, dando così vita alla rinascita.
Dario Pasqualini, torinese DOC. Dario Pasqualini nasce a Rivoli (TO) nel 1971. Cresciuto a pochi passi dagli stabilimenti Fiat di Rivalta, ha frequentato il Liceo Artistico Renato Cottini a Mirafiori nella seconda metà degli anni ‘80.
Ha abbandonato gli studi di Architettura dopo il terzo anno, dedicandosi alla carriera professionale nel campo del controllo e assicurazione qualità su prodotti siderurgici, ispezioni e collaudi. In tale veste ha, tra gli altri ruoli, ricoperto la funzione di esperto tecnico di parte civile (Bandini automobili) in un processo contro falsificatori di auto d’epoca, che ha portato alla condanna di questi ultimi. Appassionato di automobilismo torinese, si è interessato agli strumenti e ai metodi utilizzati negli anni ‘50 e ‘60 per la definizione dello stile e la realizzazione delle vetture che hanno reso celebre le grandi carrozzerie subalpine. Questo percorso lo ha portato a scoprire e a innamorarsi del marchio Testadoro, per giungere, infine, alla sua acquisizione. Le vetture di Pasqualini sono frutto della lavorazione a mano dei modelli preparatori e dei relativi mascheroni in legno in scala reale per la battitura della carrozzeria in alluminio.
Come Giorgio Giusti nel passato, anche Dario Pasqualini fa parte del Racing Club 19, che annoverava tra i suoi membri alcuni dei grandi protagonisti dell’automobilismo italiano, tra i quali Enrico Nardi, Nuccio Bertone, Nino Farina, Alberto Ascari, Umberto Agnelli e Carlo Biscaretti di Ruffia.
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