Andrea Boragno Presidente di Alcantara.
Ieri mattina, martedì 14 aprile lo stabilimento di Alcantara in Umbria ha riaperto. Circa 500 gli addetti coinvolti che all’ingresso dello stabilimento hanno ricevuto mascherina, guanti e occhiali.
La ricetta a cui sta lavorando Alcantara, di concerto con la Regione e con le rappresentanze dei lavoratori, dovrebbe trovare attuazione a giorni e prevede che periodicamente tutti vengano sottoposti ai test rapidi, per individuare se il soggetto sia contagiato, o se anche solo possa essere un asintomatico in grado di contagiare. Per i casi sospetti si prevede l’effettuazione del tampone. Ad oggi questa è la modalità operativa adottata non solo in Italia ma in tutto il mondo per gli ospedali ed è anche il sistema applicato nelle fabbriche cinesi dopo l’apertura post COVID 19. Questa soluzione che prevede controlli sanitari specifici continui, metterebbe inoltre al riparo l’azienda da eventuali chiusure repentine dovute al rischio di contagio nel caso un dipendente si ammalasse dopo la riapertura, costringendo la fabbrica ad un improvviso e costoso fermo. Inoltre il controllo sanitario puntuale, in un territorio come quello umbro, di qualche centinaio di cittadini potrebbe evitare anche il sorgere di focolai inaspettati anche fuori dalla fabbrica.
A questi controlli, che verrebbero attuati a cura dell’azienda, si sommerebbero, ovviamente l’obbligo di utilizzo di DPI, l’aumento delle distanze di sicurezza, la sanificazione periodica degli spazi e quotidianamente, all’ingresso dello stabilimento, che venga misurata la temperatura al personale.
Alcantara ha inoltre realizzato alcuni prototipi di mascherina, di cui si sta studiando proprio in questi giorno a Nera Montoro l’industrializzazione. Questi prototipi sono ancora in via di certificazione presso gli Istituti competenti, e se e quando sarà possibile produrle, sarà un altro validissimo motivo per riprendere subito a lavorare in questa nuova produzione a pieno regime.
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