Tratto dal testo della splendida “Sì viaggiare” di Lucio Battisti,
questa frase sembra scritta ad hoc per André
Citroën. Che, con i suoi 140 anni
compiuti lo scorso 5 febbraio, in questo settore dell’auto, avrebbe sicuramente
molto da dire e, soprattutto, da fare.
Il 5 febbraio
del1878, esattamente 140 anni fa, nasceva a Parigi André Citroën.
Un’occasione per il Marchio di ripercorrere la straordinaria vita del suo
fondatore, la cui eredità è ancora oggi profondamente viva nel Brand...
André Citroën si diploma all’Ecole Polytechnique all’età di
22 anni. Nel 1905, a 27 anni, fonda la sua prima azienda, dove produce
ingranaggi a cuspide da lui brevettati che ottengono immediatamente un grande
successo nel settore automobilistico e nella costruzione navale. Il double
chevron stilizzato, simbolo di innovazione tecnologica, diventa l’emblema del
Marchio e lo resterà fino ai nostri giorni. Ma è solo a 34 anni (nel 1912) che
Citroën comincia a interessarsi all’industria automobilistica. Viene nominato
direttore generale di Mors, casa automobilistica in crisi che aveva ottenuto un
discreto successo all’inizio del secolo. Crea nuovi modelli, riorganizza la
produzione e in sei anni decuplica le vendite.
LA PRODUZIONE IN
SERIE. Il 1914 segna l’inizio della prima guerra mondiale. Constatando la
grave penuria di munizioni dell’esercito francese, Citroën si lancia in
un’impresa titanica: produrre 10.000 proiettili al giorno... Una follia!
Acquista un terreno a Quai de Javel (ora Quai André Citroën), a sud-ovest di
Parigi, costruisce uno stabilimento e in breve tempo riesce a raggiungere una
produzione di 10.000 proiettili al giorno, che diventano prima 20.000 e poi
50.000. Gli uomini sono al fronte, quindi la manodopera è prettamente
femminile; per loro crea servizi mai visti prima (mense, asili, ecc...). Una
dimensione sociale che si riconferma nel 1927, anno in cui diventa il primo
datore di lavoro in Francia a corrispondere una tredicesima mensilità ai
dipendenti.
Ritmi di produzione così alti sono ottenuti grazie
all’applicazione dell’organizzazione scientifica del lavoro ideata da Taylor e
della produzione in serie. Al termine della guerra, Citroën converte le
fabbriche di proiettili applicando questo metodo sulla scia di Henry Ford, che
ha incontrato negli Stati Uniti e cui spesso viene paragonato. Produce quindi
Type A, la prima Citroën ma anche e soprattutto la “prima auto europea prodotta
in serie”, dando il via a una vera rivoluzione per l’epoca l’auto diventa un
sogno accessibile a tutti.
Sistematicamente
imitato dal “rivale” Louis Renault, Citroën lancia una novità dopo l’altra:
la prima auto veramente popolare con la 5 HP, le auto costruite completamente
in acciaio, il motore flottante... fino ad arrivare alla Traction Avant, che
rappresenta la rivoluzione totale. Ma Citroën fa ancora di più: è il primo al
mondo a capire che un’auto non è solo un prodotto da vendere a un cliente ma
rappresenta anche un servizio. Inventa così il post-vendita, creando una rete
di riparatori, un “dizionario” delle riparazioni e un catalogo dei ricambi,
ideando le sostituzioni programmate di organi meccanici, la garanzia, la
locazione di auto, la vendita con finanziamento (fondando a questo scopo la
SOVAC, prima società francese di credito al consumo). Insomma, inventa il modo
moderno di commerciare auto! Apre succursali in Francia, filiali e catene di
montaggio all’estero e il più grande punto vendita di auto al mondo, in Place
de l’Europe a Parigi.
IL “FAIRE-SAVOIRE”.
Il suo gusto per l’eccesso, Citroën lo coltiva in tutti i campi: mentre tutti
gli altri sono ancora alla pubblicità, lui è già oltre. Quando un’occasione non
esiste, lui la crea: fa scrivere il suo nome da un aereo nel cielo di Parigi, a
lettere luminose sulla tour Eiffel (dal 1925 al 1935) e su cartelli stradali
personalizzati, lancia giocattoli Citroën, caravan pubblicitari, organizza
spedizioni transcontinentali in autocingolati che appassionano il mondo intero
(Traversata del Sahara, Crociera Nera, Crociera Gialla, ecc.). Quando un’idea
gli piace, si mette completamente in gioco ed è pronto a tutto, e non smette
mai di stupire i suoi contemporanei con le sue iniziative spettacolari.
Il TRADIMENTO DELLE
BANCHE. Tutto questo non può che destare preoccupazione nei bancari, che
non amano il suo disprezzo per il denaro. «Quando un’idea è buona, il prezzo
non conta». Citroën s’imbatte presto nella crisi economica mondiale e le banche
si rifiutano di concedergli i prestiti necessari a rispettare le scadenza. Ma
l’aiuto non tarda ad arrivare: la sua rete di concessionari lo sostiene e la
Traction uscirà dopo qualche mese. A detta di tutti gli esperti del settore
sarà un grande successo.
È allora che un piccolo fornitore protesta per due cambiali.
Citroën è costretto a presentare istanza di fallimento. Si rivolge a Michelin
che rileva l’azienda e rassicura le banche, che però esigono che Citroën se ne
vada. Nessuno viene in suo aiuto. Gravemente malato, viene operato senza
successo il 9 maggio 1935. Muore di cancro il 3 luglio 1935, a 57 anni. È
sepolto a Parigi, nel cimitero di Montparnasse.
André Citroën è stato e resta ancora oggi un modello di
modernità e carisma: il suo spirito visionario è ancora oggi profondamente vivo
nel Brand.
Nessun commento:
Posta un commento