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lunedì 19 gennaio 2015

RALLY DI MONTECARLO 1985 LA 205 TURBO 16 E LA RIMONTA “IMPOSSIBILE”

 
Venerdì 1° febbraio 1985 è un giorno  storico per il Leone.  Per la prima  volta Peugeot vince il Rally  di Montecarlo, la corsa più nota al  mondo assieme alla  500  Miglia  di Indianapolis e  alla  24  Ore  di Le Mans,  due  gare  che  pure figurano nel palmarés del Marchio. E lo fa con la 205 Turbo 16.

 
Dopo aver  dominato con  la 404  e la 504  le grandi  “classiche” del Continente africano, suo  mercato d’esportazione principale, nel 1984  Peugeot entra nel Campionato Mondiale Rally affrontando le migliori Gruppo B, ossia  le vetture tecnicamente più esasperate. Lo fa con  la 205,  il modello della  grande svolta  commerciale e produttiva, destinato a ringiovanire l’immagine del Marchio.

 
Il nuovo programma agonistico, per  il quale viene creata la nuova  struttura Peugeot Talbot  Sport  - con  a capo Jean Todt che ha appena smesso i panni  del navigatore  -  si concentra sulla  205  Turbo 16. Di questa ne dovranno essere prodotti 200  esemplari stradali necessari per  l’omologazione in Gruppo B, e, secondo il regolamento del  Mondiale Rally, almeno 20 in configurazione “evoluzione”  destinata alle competizioni.
 
Alla vigilia del Rally  di Montecarlo, la  nuova  Peugeot 205  Turbo  16  è  già  una  macchina vincente. Nell’84,  dopo l’esordio  al Tour de Corse,  infatti,  ha vinto le ultime  tre gare  iridate  della  stagione con Ari Vatanen-Terry Harryman, primi al 1000  Laghi in Finlandia e al RAC in Gran  Bretagna, entrambe le prove su fondi sterrati, e il Sanremo, con i tipici asfalti  liguri e i magnifici sterrati toscani.
 
Ma il Montecarlo, dove si affronta la neve, presente su 25 delle 33 PS in programma, è una nuova  e impegnativa sfida. La partecipazione all'edizione del  1985,   la  53esima della  serie,  viene  preparata con  la  massima cura.  Al via Ari Vatanen-Terry Harryman  (telaio  C11) unitamente a Timo Salonen-Seppo Harjanne  (telaio  C10), Bruno Saby-Jean François  Fauchille (telaio  C6) con  i quali  Todt  ha  completato la squadra per  la nuova  stagione, dopo  le trattative andate a vuoto con Walter  Röhrl e Markku Alen.

Il percorso di 3883  chilometri, comprensivo della  tappa di concentrazione – partenze da Bad Hombourg, Barcellona, Losanna, Montecarlo, Parigi  e Sestriere – comprende 33  Prove  Speciali,  distribuite nelle  tre  tappe di Classificazione (Saint-Étienne- Domaine  de  Rouret,   Percorso  Comune -  Domaine de  Rouret-Grenoble-Gap-Monaco, e  Finale – Monaco-Monaco), per un totale di 860,7  chilometri.

Vatanen parte subito  alla grande e vince la prova  d’apertura, sui 2 chilometri di Dunières, ripresa in diretta da TF1. Poi è Röhrl, già quattro volte  vincitore  al “Monte”,  che  prende il largo.  A partire dalla  terza  prova  del Percorso Comune, però,  Vatanen attacca a fondo,  marciando a 160-180 km/h in sbandata sulla neve nelle  curve più veloci. Vince cinque PS e a Grenoble può  già  contare su un vantaggio di 2’04” sul campione tedesco, vantaggio che  sale  poco  dopo  a 3’19”.

Ma  ecco  il colpo  di scena. Al controllo di Gap,  Harryman sbaglia i calcoli  e timbra con  4’ d’anticipo. Röhrl torna di nuovo in testa, e questa volta con ben 4’41”. La delusione s’impadronisce della squadra.

“Terry ha timbrato con quattro minuti d’anticipo. Nei rallies i minuti d’anticipo  contano doppio. Il risultato è otto minuti di  penalizzazione in  tempo  reale.  Reclamo  e  mi  metto a calcolare: numero di  chilometri   rimanenti della  prova  di classificazione, media  dello scarto Vatanen-Röhrl. La posta  è impossibile: Ari è condannato al secondo  posto”. 
L’unico a mantenere i nervi saldi è proprio  Vatanen. «Prima della partenza, Ari mi spaventa: “Vinceremo comunque” », continua Todt.

Il percorso finale  sarà più decisivo  che  mai.  Le prime  due  PS vedono gli scratch di Biasion  sull’unica  PS interamente asciutta, e di Saby a La Couillole, dove Vatanen guadagna 22” su Röhrl. Ora è il tedesco e il suo team ad innervosirsi ... e ci scappa l’errore  clamoroso. Nella  speciale Théniers-Toudon, i ricognitori  consigliano gli slick. Röhrl nel tentativo di distanziare l’avversario  di cui sente ormai  il fiato sul collo, ci prova.  Ma il rischio non  paga e alla  fine della  PS accusa 2’23” da Vatanen.

«Röhrl ci passa davanti con  dei racing.  “Piccoli chiodi”,  dice  dopo  un’esitazione Vatanen che  preferisce sempre delle soluzioni  sicure  e confortevoli”»,  così  Jean  Todt  ricorda quei  momenti sempre in “205  Storia  di una  Sfida”. «Mi giro verso  André  (De  Cortanze):   “è  qui  che  si  decide  il rally”.  Ci affrettiamo verso  l’assistenza  successiva. Chiamo gli organizzatori, in linea diretta con l’arrivo della  prova.  “Non muoverti, domandiamo, mi dicono… Ce n’è una  che arriva, credo  che  sia la 2…Sì, è così: è Vatanen” . Due minuti  dopo  e Röhrl non  è ancora arrivato. Ari passa in testa con un minuto  e mezzo di vantaggio. E vince”.

Di fatto,  Vatanen e la Peugeot 205  Turbo 16, al quarto en-plein consecutivo, salgono in cattedra e alla  fine chiudono con  5’17” su Röhrl, in una  classifica che  vede  al terzo  posto Salonen e quinto  Saby.  Tre Peugeot nella top-five a Montecarlo, che  diventano addirittura cinque  nelle  prime  quindici, grazie  ai piazzamenti di Gardere (12°) con  la 205
Turbo 16 Serie 200,  che è anche primo  nella  speciale classifica “Promozione”, e Ballet (15°) con la splendida Peugeot 205 GTI.

«E’ il delirio - conclude Jean  Todt - talmente il Rally di Montecarlo rappresenta un simbolo magico.  Mai un rally aveva conosciuto una  tale intensità drammatica. Mai un pilota di rally ha ottenuto una  tale prestazione. Sì, è sicuro: è uno dei più grandi”.

La 205 Turbo 16, vincitrice del Rally Montecarlo 1985
Il motore (XU8T), realizzato sulla base del blocco XU comune alla 305 GTX e alla 205 GTI di serie, è un quattro cilindri, 16  valvole  con  testa in alluminio,    sovralimentato con  turbocompressore KKK  (con  valvola  di scarico separata e pressione di sovralimentazione di 1,4 bar) e scambiatore di calore misto,  aria/aria + aria/acqua. La cilindrata è di 1775 cc (alesaggio e corsa 83 x 82 mm).
L'XU8T è montato trasversalmente in posizione centrale-posteriore, tra l’abitacolo e le ruote posteriori. Ciò consente di realizzare una vettura molto compatta, con un passo di 2.540  mm, lunga  3.823  mm e larga  1.674  mm.

Altro elemento clou della  205  Turbo 16 è la trazione integrale, per fronteggiare al meglio  le più recenti Gruppo B, con differenziale anteriore  e  posteriore a  treno  epicicloidale, slittamento limitato tipo  Ferguson e  ponte  posteriore Hypoide.

Il cambio è un  cinque  marce tipo  TJ, le sospensioni sono a doppio triangolo con  molle  e ammortizzatori coassiali ancorati sul triangolo superiore, i freni a dischi ventilati  AP, con  pinze  a quattro pistoncini,  ed i cerchi  sono da  15”. Il tutto  per un peso di 990 chili.



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