Il presidente Angelo
Sticchi Damiani sgombra il campo dagli equivoci e annuncia soluzioni
progettuali per la spending review sulla mobilità a vantaggio dei cittadini
“L’Automobile Club d’Italia e tutte le sue strutture
rappresentano una risorsa per lo Stato e non un costo. Non solo perché l’ACI è
un ente pubblico non economico e come tale non grava sul bilancio dello Stato,
ma soprattutto perché ha un bagaglio di esperienza, tecnologia ed efficienza che gli consentono di farsi
carico di funzioni e servizi che altre strutture della Pubblica Amministrazione
svolgono non sempre in modo autonomo ed economicamente sostenibile”.
Lo
dichiara oggi il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, sgombrando il
campo dalle ipotesi infondate che si stanno susseguendo sugli organi di stampa,
in questi giorni “caldi” di annunci ed equivoci sulla spending review.
“Abbiamo messo a disposizione del Governo – continua il
presidente ACI - le nostre soluzioni progettuali per una spending review sulla
mobilità a vantaggio dei cittadini oltre che dello Stato, puntando
sull’incremento dell’efficienza sinergica delle strutture pubbliche e
salvaguardando i livelli occupazionali nel pubblico impiego”.
“Le congetture apparse su alcuni quotidiani – conclude
Sticchi Damiani – attribuiscono all’Automobile Club d’Italia una piramide di
800 poltrone ben retribuite e un bilancio in rosso: nulla di più falso. ACI è
oggi un sistema territoriale di 106 Automobile Club provinciali, i cui
presidenti per lo più non ricevono alcun compenso, come i loro consiglieri che
svolgono il lavoro spinti solo dalla passione nel settore dei motori e della
mobilità. A questo si aggiungono il Pubblico Registro Automobilistico, che dal
1927 rappresenta l’unico ed insostituibile strumento di certezza legale sui
diritti di proprietà dei veicoli, e 16 società partecipate che si autofinanziano
senza incidere sul bilancio dello Stato e che sono complessivamente in notevole
utile. Questo insieme di forze al servizio dei cittadini prima ancora che degli
automobilisti, grazie anche al lavoro di 3000 dipendenti che ACI impiega sempre
in autofinanziamento, si contraddistingue per un bilancio economico le cui
previsioni sono più che rosee nel percorso di ammodernamento e
razionalizzazione avviato negli ultimi due anni”.
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