Peter Schreyer, Chief Design
Officer di Hyundai Motor Group,
riceve il Premio onorario ‘Volante d'Oro’ (Honorary Golden Steering Wheel) quale riconoscimento dei traguardi
straordinari da lui
raggiunti nel settore
automobilistico. La cerimonia ufficiale si è svolta ieri a Berlino.
Nato in Baviera 60
anni fa, Peter Schreyer -
responsabile dello stile
per il Gruppo Hyundai
dall’inizio del 2013 - è il
secondo designer di auto,
dopo Giorgetto Giugiaro
nel 1995, a
ricevere il prestigioso riconoscimento in 31 anni di
storia del ‘Golden Steering Wheel’.
Nelle più recenti
edizioni, sono stati
premiati Ferdinand Piëch,
Presidente del Consiglio
di Controllo Volkswagen (2012);
Alan Mulally, CEO di Ford
Motor Company (2011) e
Norbert Reithofer, Presidente BMW
(2010).
“Sono profondamente onorato
di ricevere questo importante premio
- ha commentato Peter Schreyer - che non solo
rappresenta per me un grandissimo
traguardo personale, ma è soprattutto il più elevato riconoscimento dell’eccellente lavoro
di squadra che da anni i
nostri designer portano avanti in tutto il mondo. La grande responsabilità di
coordinare a livello globale il design
del Gruppo Hyundai è per me una continua sfida che permetterà al design Hyundai
di evolversi nel tempo” ha concluso
Schreyer.
Schreyer si è formato presso l’Università di
Scienze Applicate di Monaco e il
Royal College of Art di Londra, che gli ha successivamente
riconosciuto un dottorato ad honorem nel 2007.
Prima di esordire nello Hyundai Motor Group, tra i suoi più grandi traguardi
spiccano modelli d'avanguardia come Audi
TT e il nuovo Maggiolino Volkswagen.
Considerato tra i riconoscimenti più autorevoli nel settore
automotive a livello europeo, dal 1976
il Volante d'Oro premia
i migliori nuovi
modelli di auto
dell'anno. Dal 1983 è stato introdotto il
Premio Onorario Volante d’Oro,
ad aggiudicarselo sono stati
anche due piloti
- Michael Schumacher (1993)
e Lewis Hamilton (2007). I
vincitori vengono
selezionati dalla giuria
composta dai rappresentanti
dalla celebre rivista di auto AutoBILD, dalla testata BILD am Sonntag e
dalla casa editrice Axel Springer.
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