Rémi Taffin,
Direttore Prestazioni di Pista di Renault Sport F1, commenta il circuito di Monza e l’impegno di Renault in
vista del GP d’Italia
Monza rappresenta il banco di prova per eccellenza delle prestazioni
e dell’affidabilità del motore. Il circuito viene percorso con il motore al
massimo per più di tre quarti, con una velocità
di oltre 320 km/h in quattro riprese. L’RS27
procederà a pieno regime per circa 20 secondi in due tratti del circuito,
ovvero il doppio rispetto a una pista da dragster. Solo le deportanze generate
dagli alettoni impediscono all’auto di perdere il contatto con il suolo. La
velocità raggiunta delle auto alla fine del rettilineo degli stand basterebbe a
far decollare un piccolo aereo.
Le auto raggiungeranno la velocità media più alta dell’anno,
sfiorando i 240 km/h. Il ritmo del circuito è interrotto da solo tre chicane,
quindi i piloti cercano di mantenerne il più possibile la traiettoria. Quando
le auto salgono sui cordoli, i componenti interni vengono scaricati per qualche
istante. Frenate brusche e accelerazioni improvvise sottopongono ogni
componente a enormi carichi, per questo preferiamo utilizzare possibilmente
motori nuovi.
Anche se il motore funziona a pieno regime sul 75% del
circuito, il consumo di carburante è uno dei più ridotti della stagione, quindi
le auto partono con un carico di carburante relativamente basso. Questo
circuito vanta i livelli di efficienza dei consumi più alti della stagione, in
quanto il motore funziona a livello costante per la maggior parte del tempo con
deportanze aerodinamiche ridotte.
Ma è l’unico elemento “semplice” che il circuito di Monza
presenta per i motori. In questa corsa, infatti, gli ingegneri sono
visibilmente più nervosi del solito...
Statistiche del
circuito di Monza
Lunghezza (km): 5,793
Velocità media (km/h): 236
Velocità massima (km/h): 331
% di giro alla massima accelerazione: 72
Consumo di carburante per giro (kg): 2,5
Consumo di carburante (l/100 km): 62
Autodromo di Monza:
tre tratti nel dettaglio
Rettilineo degli
stand
Il rettilineo degli stand è uno dei quattro tratti del
circuito che vengono percorsi a pieno regime. Dato che le velocità raggiunte su
questo rettilineo sono le più elevate della stagione, è indispensabile
utilizzare i rapporti del cambio più lunghi. La RS27 deve quindi utilizzare
l’intera gamma di regimi. Di conseguenza, le cadute di regime tra una marcia e
l’altra sono piuttosto importanti; ciò significa che non vengono impiegati solo
i regimi più alti, come si potrebbe pensare, ma che viene testata l’intera
curva di potenza. La maggiore difficoltà in questo
rettilineo è quella di usare il limitatore al momento giusto. Toccandolo troppo
presto, il pilota diventa una facile preda dei concorrenti dietro di lui, che
lo supereranno senza difficoltà. Ma anche se si aspetta troppo si ottiene lo
stesso risultato, perché la velocità alla fine del rettilineo risulta
insufficiente. Tutti questi aspetti sono molto meno evidenti di quanto potrebbe
sembrare. Il minimo errore nella scelta dei rapporti può avere grosse
ripercussioni in quanto si ripete ogni volta che il motore viene spinto al
massimo.
Variante della Roggia
Nonostante i rettilinei di Monza siano spesso al centro
delle discussioni, anche le chicane richiedono particolare attenzione. Nelle
prime due, il pilota deve effettuare frenate brusche, passando da 300 a meno di
80 km/h, prima di poter tornare ad accelerare e superare i 300 km/h. I piloti
tentano sempre di tagliare le chicane per accorciare la distanza, ma nel farlo
tendono a passare sui cordoli. Quando ciò accade, l’auto può staccarsi da
terra, anche se solo per una frazione di secondo, facendo scaricare il
retrotreno e saltare il motore contro il ruttore. Gli ingegneri giocano con la
regolazione dell’overrun per migliorare la stabilità posteriore in fase di
frenata che, insieme alle deportanze aerodinamiche più basse della stagione,
riveste un’importanza fondamentale. A conti fatti, le chicane e i relativi
cordoli, che vengono gestiti in meno di due secondi, fanno perdere un’infinità
di tempo se l’auto non è regolata correttamente.
La Parabolica
La Parabolica, che viene gestita in quarta a circa 180 km/h,
è senz’altro la curva più complicata del circuito. Il motore deve fornire un
livello di coppia costante su tutto il tratto, un po’ come nell’ultima curva a
Budapest, ma a una velocità ben più elevata. È una situazione relativamente
insolita e delicata per un motore di F1, in quanto non è la classica curva
“point and squirt”, in cui il pilota frena, svolta e dà immediatamente gas. Gli
ingegneri Renault devono quindi assicurarsi che la RS27 produca esattamente il
livello di coppia desiderato dal pilota fino al termine della curva. Un
repentino cambio di velocità potrebbe infatti destabilizzare l’auto e far
perdere tempo. Inoltre, il pilota deve valutare con precisione l’accelerata,
premendo il pedale quanto basta per mantenere la stabilità su tutta la curva.
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