mercoledì 5 settembre 2012

La nuova Golf. Das Auto. Anteprima mondiale.

 La settima meraviglia.

·    “Sei generazioni di Golf, dal 1974 al 2012. Un successo che dura da 38 anni, una bestseller mondiale venduta in 29,13 milioni di esemplari, un fattore economico di straordinaria importanza, una garanzia di sicurezza a livello occupazionale e, per decenni, un punto di riferimento nel campo del progresso tecnico”, afferma Martin Winterkorn, Presidente della Volkswagen AG. Il capo del Gruppo prosegue: “Con la settima generazione della Golf  vogliamo continuare questa storia di successi. Il potenziale di questa Volkswagen è dimostrato dalla riduzione del peso ottenuta. Nonostante la nuova Golf sia più sicura, più comoda e più spaziosa del modello precedente è ora fino a 100 kg più leggera e fino al 23% più parca, nel caso del nuovo motore benzina da 140 CV con sistema di gestione attiva dei cilindri e consumi pari a 4,8 l/100 km”.

 
Accessibile – La Golf è migliore in tutto
·    3,8 l/100 km. Con la nuova Golf, consumi a questo livello sono la norma, non l’eccezione. I modelli di accesso consumano 4,9 l/100 km (motore benzina 1.2 TSI 86 CV) e 3,8 l/100 km (motore Diesel 1.6 TDI 105 CV), inoltre le emissioni di CO2 del TSI sono pari a 115 g/km mentre quelle del TDI, con 99 g/km, restano sotto la soglia dei 100 g/km. È ancora una volta la Golf BlueMotion a ottenere i valori migliori: grazie all’impiego di soluzioni specifiche, con solo 85 g/km di emissioni di CO2 e un consumo nel ciclo combinato di 3,2 litri di gasolio per 100 km, è un punto di riferimento non solo all’interno della gamma. Ancora Winterkorn: “Alla Volkswagen siamo sempre stati consapevoli della responsabilità che comporta costruire un’automobile ecocompatibile in grande serie. Quindi per noi era importante produrre la Golf in modo che fosse la più attenta ai consumi di sempre, restando allo stesso tempo accessibile. E ci siamo riusciti. La settima Golf è estremamente parca nei consumi, dotata di serie dei sistemi start/stop e di recupero dell’energia e, per quanto riguarda la Germania, offerta a un prezzo base di 16.975 Euro, vale a dire in linea con la versione di accesso del modello precedente”.
 
Europa – Ogni anno fino a 119.000 tonnellate di CO2 in meno
·    In media il 13,9% di CO2 in meno. Ulrich Hackenberg, Responsabile Sviluppo della marca Volkswagen, fornisce ulteriori informazioni relative alla ecocompatibilità: “Secondo le nostre stime, solo in Europa ogni anno si emetteranno 119.000 tonnellate di CO2 in meno grazie alla flotta di nuove Golf, la cui intera gamma di motori in media produce emissioni di CO2 ridotte del 13,9%”.
 
All’avanguardia – La prima Volkswagen con frenata anti collisione multipla
·    Sicurezza e comfort di un altro livello. Nel tentativo di eliminare ogni grammo possibile è necessario accertarsi che i passi avanti in questo campo non vadano a discapito di altri aspetti. Anche in questo caso la Volkswagen dimostra che la Golf è più che mai sinonimo di democratizzazione del progresso e perfezione nei dettagli: più grande (più spazio libero per le gambe nel vano posteriore e 30 litri in più di capacità del bagagliaio), nuovi pionieristici sistemi di sicurezza come la frenata anti collisione multipla (di serie) e un sistema proattivo di protezione degli occupanti (PreCrash), nonché il controllo automatico della distanza ACC con Front Assist e funzione di frenata di emergenza City, nuovo sterzo progressivo e nuovo asse posteriore, una scelta tra diversi programmi di guida, touchscreen di serie su tutti i modelli e un universo completamente nuovo di sistemi di infotainment ed entertainment con un display, nelle versioni top di gamma, che reagisce ai movimenti della mano tramite un sensore di prossimità.
 
Non plus ultra – La rielaborazione di uno dei design più conosciuti
·    Caratteristica di prodotto inconfondibile. La Golf, giunta alla settima generazione, oltre a una storia di successi in campo tecnico ed economico, ha scritto anche pagine importanti del design industriale. Infatti la linea esterna della Golf oggi è tra i design di prodotto più conosciuti al mondo. Walter de Silva, Responsabile Design della Volkswagen AG, afferma: “La continuità è una delle chiavi per il successo: tra le automobili distribuite a livello mondiale si contano sulle dita di una mano quelle il cui design è rimasto per decenni fedele a se stesso come è avvenuto per quello della Golf, sempre preciso, ricercato, rielaborato e ciononostante un classico senza tempo”. Aggiunge Klaus Bischoff, Responsabile Design Marca Volkswagen: “Tra le inconfondibili caratteristiche di prodotto della Golf rientrano i tipici montanti posteriori, la lunga linea del tetto e le tipiche linee dei cristalli nonché i caratteristici elementi trasversali di frontale e posteriore. Anche questi dettagli rendono la nuova Golf unica, di grande pregio e longeva più della maggior parte delle altre compatte. Si potrebbe anche dire che il design della Golf ha trovato il suo equilibrio.
 
·    Proporzioni Premium.“Il linguaggio delle forme”, afferma Bischoff, “è logico, solido, orientato al prodotto, essenziale e preciso, quindi rispecchia in pieno il DNA del design del Marchio. Di conseguenza l’architettura alla base della nuova Golf è inconfondibile: semplice, potente, chiara, affidabile e sicura. Partendo dagli elementi essenziali di questa limpida architettura di base, i dettagli si limitano a creare sfumature delicate, come nel caso delle superfici in rilievo distribuite con parsimonia. Un altro aspetto estremamente importante è che la Golf di settima generazione, con queste proporzioni radicalmente modificate, non passa di certo inosservata”. Marc Lichte, Responsabile del Design degli Esterni, spiega: “Le proporzioni sono cambiate così tanto perché abbiamo sfruttato a nostro vantaggio il pianale modulare trasversale. Le ruote anteriori sono avanzate di 43 millimetri, di conseguenza lo sbalzo anteriore risulta più corto e contemporaneamente il cofano motore appare più lungo”. Klaus Bischoff conferma: “L’abitacolo, visivamente proiettato all’indietro, conferisce alla vettura il cosiddetto “aspetto cab-backward”, un’espressione che utilizziamo per descrivere le proporzioni delle vetture delle classi superiori, nelle quali il cofano motore è lungo e il vano passeggeri è spostato decisamente verso il posteriore. Si può quindi affermare che la nuova Golf è caratterizzata da proporzioni che sono altrimenti presenti solo nei segmenti superiori”.
 
·    Fiancate dalle linee imponenti. Marc Lichte continua: “Con il design abbiamo voluto sottolineare le modifiche apportate alle proporzioni. La linea caratteristica, ora estremamente affilata e molto più visibile, è stata integrata sotto le maniglie delle porte. Tale linea, fatta eccezione per l’interruzione in corrispondenza dei passaruota, è continua tutt’intorno alla vettura e, dal punto di vista dello stile, si ritrova nei listelli cromati della calandra del radiatore e dei fari e, passando al posteriore, nei listelli trasversali bianchi dei gruppi ottici; questa linea che corre ribassata lungo tutto il perimetro sposta il baricentro ottico ancora più in basso, ancorando saldamente la vettura alla strada. Altrettanto importante è la nuova linea che scorre immediatamente sotto i cristalli laterali; essa parte da davanti in corrispondenza del faro, scorre sotto lo specchietto retrovisore esterno posizionato direttamente sulla linea per arrivare fino alla fine dei finestrini laterali posteriori, sottolineando le perfette proporzioni della nuova Golf”.
·    Il montante posteriore tra i più famosi al mondo. Prosegue Klaus Bischoff: “Le fiancate sono caratterizzate in particolare da altri due elementi tipicamente Golf: i montanti posteriori e la linea del tetto. Osservando la fiancata si nota chiaramente la forma precisa del montante posteriore che, richiamando la corda tesa di un arco, dà l’impressione che la Golf si proietti in avanti anche se è ferma, oltre a rappresentare allo stesso tempo un omaggio alla prima e alla quarta Golf, due icone di design della serie. Inoltre il profilo della linea del tetto è stato completamente ridisegnato. Anche in questo caso, sopra i cristalli laterali, la Golf sfoggia un’altra linea che si allunga dallo spoiler sul tetto fino ai montanti anteriori. Le luci, insieme agli specchietti retrovisori e ai caratteristici montanti posteriori, conferiscono alla vettura un aspetto estremamente vigoroso, sportivo e imponente”.
 
·    Frontale decisamente Volkswagen e decisamente Golf. Il nuovo DNA del design Volkswagen mostra un “volto” dai tratti simpatici i cui elementi, ben proporzionati nella loro disposizione orizzontale, esaltano la larghezza, come nella prima Golf. Soprattutto nel caso della nuova Golf, il risultato è un frontale che, con i fari leggermente orientati verso l’alto, si dichiara apertamente Volkswagen a chiunque guardi nello specchietto retrovisore. Rispetto al modello precedente la nuova Golf sfoggia inoltre superfici completamente rimodulate. Mentre sulla sesta Golf il cofano motore era rialzato in corrispondenza dei parafanghi, ora avviene il contrario.
 
·    Posteriore dall’aspetto marcato e cura dei dettagli. Anche il posteriore è completamente nuovo, ma sempre familiare. Qui gli aspetti tipici sono la geometria essenziale dei gruppi ottici, il lunotto che va a toccare i montanti posteriori e l’ampia superficie uniforme che circonda il logo del Marchio. Per quanto tipicamente Volkswagen, tutta questa perfezione nei dettagli non sarebbe sufficiente se non presentasse anche vantaggi tangibili. Nel caso della nuova Golf il vantaggio è rappresentato dal fatto che è stato possibile abbassare il piano di carico a 665 mm senza compromettere l’estetica. Questa misura è la migliore nell’intero segmento, oltre a essere un altro esempio di perfezione nei dettagli; un aspetto marginale, che si rivela subito determinante quando si va a fare la spesa per la prima volta con la nuova Golf.
 
Ufficialmente la Volkswagen non ha mai numerato le generazioni della Golf. Tuttavia l’individuazione delle sette generazioni nel corso degli anni viene ora ufficializzata con la pubblicazione in questa cartella stampa della loro numerazione. In effetti, con 29,13 milioni di auto vendute dal 1974 al 31 luglio 2012, la Volkswagen Golf, insieme alle versioni derivate come Cabriolet o Variant, è una delle automobili di maggior successo al mondo.

Golf I Dal 1974 al 1983
La prima Golf prodotta in serie è uscita dalla catena di montaggio di Wolfsburg nel marzo 1974 e a maggio ha fatto il suo debutto nei Concessionari Volkswagen. Dopo che per decenni il Maggiolino e quindi il motore e la trazione posteriori l’avevano fatta da padroni, è finalmente iniziata una nuova epoca: quella del motore anteriore montato trasversalmente e della trazione anteriore. Questa trasformazione era stata introdotta poco tempo prima dalla Passat presentata nel 1973, la prima vettura Volkswagen a trazione anteriore dopo la K70 ripresa dalla NSU. Grazie alla Golf questa impostazione tecnica ha esordito nel segmento dei maggiori volumi.
La Golf I progettata da Giorgio Giugiaro doveva corrispondere alle enormi aspettative create precedentemente dal leggendario Maggiolino, venduto in più di 21,5 milioni di unità, portando avanti la storia di quella che fino ad allora era stata l’auto di maggior successo al mondo. Nella primavera del 1974 nessuno poteva essere assolutamente certo che anche la nuova auto sarebbe riuscita in questa impresa. Tuttavia la soluzione di trazione moderna e sicura, la spaziosa configurazione degli interni con sedili posteriori con schienali ribaltabili, la carrozzeria con il comodo portellone posteriore e anche il design furono così convincenti che già nell’ottobre del 1976 si poté festeggiare la vendita della milionesima Golf.
A quel tempo Volkswagen scrisse a proposito della nuova auto: “La Golf offre il massimo in materia di spazio utile e sicurezza ed è progettata all’insegna della praticità senza compromessi. La bassa linea di cintura sottolinea l’essenzialità strutturale, mentre il cofano anteriore digradante apre la visuale sulla carreggiata immediatamente davanti alla vettura. Inoltre il lunotto estremamente ribassato facilita le manovre in retromarcia”. Tutto questo è valido ancora oggi.
La prima generazione della Golf ha costituito un punto di riferimento in fatto di progresso e tendenze in campo automobilistico, così come tutte le Golf seguenti nelle rispettive epoche. Ad esempio, con la prima Golf GTI (1976) la Volkswagen diede una svolta alla dinamicità di questa classe; la Golf D (Diesel aspirato, 1976) e la successiva Golf GTD (Turbodiesel, 1982) videro il Diesel fare breccia nel segmento delle auto compatte. Nel 1979 con la Golf Cabriolet, l’auto scoperta più venduta al mondo in quegli anni, la Volkswagen portò una ventata di aria fresca nella classe che nel linguaggio popolare era già da tempo chiamata “classe Golf”. Della prima generazione della Golf, comprese tutte le versioni derivate come la Cabriolet e la Jetta a suo tempo di identica costruzione, furono venduti 6,72 milioni di esemplari in tutti i continenti e la Golf dimostrò così di essere la degna erede del Maggiolino.
 
Golf II Dal 1983 al 1991
Questa seconda Golf è stata la Volkswagen su cui ha imparato a guidare la generazione dei baby-boomer, vale a dire di coloro che oggi hanno circa cinquant’anni. Che dall’agosto 1983 non ci si sarebbe più seduti gomito a gomito fu chiaro leggendo la cartella stampa del 1983: “Passo, carreggiata anteriore e carreggiata posteriore sono stati incrementati rispettivamente di 75, 23 e 50 mm. Lunghezza e larghezza della vettura sono aumentate di 170 mm (3,99 m) e 55 mm (1,42 m)… I 37 mm in più tra pedale dell’acceleratore e schienali dei sedili posteriori assicurano una misura confortevole di 1.837 mm, mentre lo spazio all’altezza dei gomiti davanti e dietro è rispettivamente aumentato di 92 mm e 112 mm. Nel modello a cinque porte lo spazio a disposizione è addirittura di 120 mm”.
Da ricordare anche che nel segmento della Golf è stato proprio questo modello a introdurre il catalizzatore (1984), il sistema antibloccaggio (ABS, 1986) e il servosterzo, e per la prima anche la trazione integrale (syncro, 1986). Inoltre già nel 1989, con ben 23 anni di anticipo, la Volkswagen si basò su questa Golf per presentare due prototipi, uno a trazione elettrica e uno a propulsione ibrida. Nel giugno 1988, 14 anni dopo il debutto, la Golf abbatté il magico muro della produzione di 10 milioni di esemplari! Dopo 6,41 milioni di unità, nel 1991 la seconda generazione della Golf abbandonò il campo, per lasciare il posto al modello successivo.

 
Golf III Dal 1991 al 1997
Con la Golf terza generazione, a partire dall’agosto 1991, la Volkswagen inaugurò una nuova era nel campo della sicurezza. Da un lato la Golf III fu la prima Golf a montare dal 1992 gli airbag frontali, dall’altro introdusse enormi progressi nel campo della costruzione della carrozzeria, che migliorarono notevolmente le caratteristiche di resistenza agli urti. Con il senno di poi si può affermare che con questa Golf la Volkswagen realizzò davvero la democratizzazione della sicurezza passiva, dato che la maggiore protezione costituì un vantaggio per milioni di automobilisti in tutto il mondo.
Comunque, alla Golf III sono legate numerose altre pietre miliari del modello; sotto la sua carrozzeria debuttarono il primo motore a sei cilindri (VR6), il leggendario SNA (una combinazione di frizione automatica e sistema start/stop) e il cruise control (regolatore della velocità), il primo catalizzatore ossidante per i motori Diesel (1991), i primi motori Diesel a iniezione diretta (TDI, 1993 e SDI, 1995) e i primi airbag laterali (1996). Sempre nel 1996, in settembre, tutte le Golf furono equipaggiate con ABS di serie. Inoltre, prendendo come base la terza Golf, nel 1993 la Volkswagen presentò una nuova Cabriolet, un nuovo modello a trazione integrale (syncro II) e la prima Variant (station-wagon) della serie. Un anno dopo, nel maggio 1994, la Volkswagen festeggiò i 15 milioni di Golf prodotte. Nel 1997 la terza generazione uscì di scena dopo 4,96 milioni di esemplari prodotti.

 
Golf IV Dal 1997 al 2003
Sotto la guida dell’allora Responsabile Design del Gruppo Volkswagen Hartmut Warkuß si delineò quel design essenziale e preciso che da una parte era più che mai rappresentativo della storia del Marchio, mentre dall’altra preparava il terreno per affrontare il futuro della Volkswagen. Il nuovo DNA del design Volkswagen ha origine in questi anni. Oggi la Golf IV è considerata un’icona di stile dagli esperti di design, di certo anche perché la purezza delle sue forme e il caratteristico design dei montanti posteriori creavano un collegamento con la Golf I del 1974.
Comunque la Golf IV era pionieristica non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello tecnico. Con questa auto la Volkswagen raggiunse uno standard qualitativo completamente nuovo nel segmento. Contemporaneamente, il debutto dell’ESP (1998) e del dispositivo di assistenza in frenata proseguirono la democratizzazione nel campo della sicurezza. Sempre nel 1998 la Volkswagen presentò la prima Golf a trazione integrale con frizione Haldex, la Golf 4MOTION. Un anno dopo, partendo dalla Germania, l’ESP entrò a far parte della dotazione di serie. Nello stesso anno fece il suo debutto la prima Golf con cambio a 6 rapporti. Nel 2001 seguì la Golf GTI da 180 CV (per il 25° compleanno della GTI), oggi già considerata un classico, e nel 2002 fu la volta della prima Golf con iniezione diretta di benzina (FSI) e del debutto degli airbag per la testa (airbag a tendina) di serie. Sempre nel 2002 la Volkswagen presentò inoltre quella che allora era la Golf più sportiva di tutti i tempi: la R32 da 250 km/h. Nel 2003 fu questo modello top della serie a essere disponibile per la prima volta con il rivoluzionario cambio a doppia frizione DSG, rapido e in grado di far risparmiare carburante: il cambio automatico della nuova era. Nello stesso anno la Golf IV, la prima Golf completamente zincata disponibile con sistema di navigazione e fari bixeno, dopo 4,92 milioni di esemplari abbandonò la catena di montaggio a favore della Golf V.
 
Golf V Dal 2003 al 2008
In fatto di comfort e dinamica questa Golf si lasciò alle spalle molti modelli concorrenti della classe media superiore. E anche per quanto riguarda la qualità. Al suo debutto nel 2003 la Golf V si fece notare per il 35% in più di rigidezza torsionale che andava a rafforzare la stabilità della carrozzeria saldata con il laser. Per la prima volta la Golf poteva inoltre essere equipaggiata a richiesta con airbag laterali nel vano posteriore; contando i sei airbag di serie (anteriori, laterali anteriori e per la testa) a bordo si trovavano così otto cuscini d’aria protettivi.
Sul fronte del comfort e della dinamica la Golf V vantava tra l’altro un nuovo asse posteriore multilink a quattro bracci e un nuovo cambio DSG a 7 rapporti, fari bixeno, sensore pioggia e tetto scorrevole panoramico, senza dimenticare il debutto del primo motore turbo benzina a iniezione diretta sulla Golf GTI (2004) e del primo Twincharger al mondo (TSI, 2006) dotato di doppia sovralimentazione con turbocompressore e compressore meccanico. Contemporaneamente la serie attirò l’attenzione di un’ampia gamma di automobilisti grazie alle nuove varianti di carrozzeria: nel 2006 debuttò la Golf Plus mentre nel 2007 furono presentate la Cross Golf, una nuova Variant e la Golf BlueMotion, il cui consumo nel ciclo combinato di soli 4,5 l/100 km aprì nuovi orizzonti. Quando nel 2008 fu presentata la Golf VI, la generazione V era stata prodotta in 3,27 milioni di esemplari in tutte le versioni.

 
Golf VI Dal 2008 al 2012
In soli quattro anni, fino a fine luglio 2012, sono state 2,85 milioni le Golf costruite sulla base della sesta generazione presentata nel 2008. Notevoli i passi avanti compiuti in fatto di sicurezza: la nuova carrozzeria saldata con il laser era talmente stabile da ottenere il massimo del punteggio, cinque stelle, nel crash-test EuroNCAP. Inoltre la dotazione di serie comprendeva un altro airbag: l’airbag per le ginocchia.
Per quanto riguarda la qualità, gli interni della Golf VI si sono dimostrati particolarmente innovativi, mentre la maggiore dinamica a fronte di un minore consumo era garantita da una gamma sempre più ampia di motori TSI e dal passaggio del Turbodiesel (TDI) dal sistema pompa-iniettore al sistema common rail. Il modello di punta per ecocompatibilità è stata la Golf BlueMotion, con un consumo nel ciclo combinato di soli 3,8 l/100 km equivalente a 99 g/km di CO2. Nuovi sistemi di assistenza, come la regolazione automatica degli abbaglianti Light Assist, il Park Assist e il sistema di assistenza nelle partenze in salita, e tecnologie, come la regolazione elettronica delle sospensioni DCC, hanno fatto eleggere “World Car of the Year” nel 2009 quella che all’epoca era la Golf più all’avanguardia. Inoltre la vettura disponeva di dotazioni quali il sistema start/stop e il sistema di recupero dell’energia, le luci di svolta dinamiche e i gruppi ottici posteriori a LED. Anche se ora la Golf VI ha lasciato il posto alla Golf VII, grazie alle sue eccezionali caratteristiche di prodotto e al suo design insuperabile resterà ancora a lungo sul mercato delle auto usate come una delle vetture compatte di maggior successo.
 
Costruzione con materiali leggeri
Riuscire a risparmiare fino a 100 kg di peso è complesso, soprattutto nella classe compatta. Il fatto è che non tutte le Case automobilistiche seguono la via della costruzione con materiali leggeri, alla ricerca dell’ultimo grammo, con la stessa coerenza che Volkswagen applica dall’inizio alla fine. E questo perché un lavoro di ricerca e sviluppo a livello intensivo ha un costo elevato. Nonostante gli allestimenti più ricchi, il prezzo base della Golf settima generazione non cambia, a conferma della forza innovativa di questo Marchio.

Vettura completa – Ecco come si ottengono 100 kg
Considerando le aree principali della Golf, vale a dire impianto elettrico, gruppi, telaio e struttura, la riduzione del peso risulta così ripartita:
fino a - 6 kg impianto elettrico
fino a - 40 kg gruppi
fino a - 26 kg telaio
fino a - 37 kg struttura
La riduzione totale del peso in base a un calcolo puramente matematico può arrivare addirittura a 109 kg; tuttavia, in base alle possibilità di configurazione di fatto realizzabili su una vettura, tale riduzione raggiunge massimo 100 kg. Il settore con il maggior potenziale è comunque quello dei gruppi e della struttura (carrozzeria e interni). Analizzando nei dettagli questi 37 kg risparmiati si resta impressionati, perché si capisce quale sia nel 2012 la compatibilità tra costruzione con materiali leggeri e produzione in grande serie.

Struttura – Ecco come si ottengono 37 kg
 - 0,4 kg plancia
 - 1,4 kg traversa modulare (sotto la plancia)
 - 2,7 kg climatizzatore
 - 7 kg sedili anteriori e posteriori (a seconda della versione)
 - 23 kg carrozzeria
 - 2,5 kg altro
Plancia. Quattro etti sembrano pochi, ma la perfezione sta proprio nei dettagli. Se si trascurano quattro etti alla fine non si arriva a 100 kg. Utilizzando una nuova tecnica di stampaggio a iniezione di schiuma termoplastica, materiale che costituisce la struttura portante a sandwich sopra la quale poggia la superficie di pregio, la Volkswagen è riuscita ad alleggerire la plancia del 20% e contemporaneamente a renderla il 20% più rigida.
Traversa modulare. 1,4 kg sono un altro contributo alla riduzione del peso complessivo della vettura. La traversa modulare, sulla quale sono montati sterzo e plancia, pesa complessivamente 5,8 kg. L’alleggerimento è stato possibile grazie a un concetto di costruzione con materiali leggeri che prevede l’utilizzo di componenti in acciaio. La struttura della traversa modulare è stata resa leggera il più possibile e stabile quanto necessario grazie a calcoli eseguiti con il metodo degli elementi finiti (FEM). Gli spessori ottimali dell’acciaio e le misure strutturali, come le nervature inserite in modo mirato, da un lato hanno migliorato la rigidità della traversa e dall’altro hanno ridotto il peso di 1,4 kg, come già ricordato. In fondo, utilizzando procedure come il metodo degli elementi finiti gli ingegneri Volkswagen hanno seguito gli esempi presenti in natura, dove ad esempio in un filo d’erba o in uno stelo di grano si riscontra un rapporto sorprendente tra la sezione di un componente e la sua rigidità. Questa è la strada.
Climatizzatore. L’intero climatizzatore della Golf è stato ridisegnato e rielaborato per pesare 2,7 kg in meno. Indipendentemente dal peso, il climatizzatore della Golf con il suo circuito di raffreddamento ad alto rendimento costituisce un punto di riferimento in fatto di comfort ed efficienza, poiché funziona in modo estremamente silenzioso (fino a -5 dB(A)); essenzialmente raggiunge la temperatura desiderata in modo più rapido e, grazie al nuovo comando della ventola e a una regolazione intelligente del clima, consuma particolarmente poco (fino a -4 ampere). La riduzione di peso di 2,7 kg si ottiene tra l’altro grazie all’ottimizzazione degli spessori di diversi componenti dell’impianto, a condotte forzate dal diametro ridotto, a un nuovo concetto di fissaggio e a uno scambiatore di calore ad alto rendimento anch’esso dal peso ottimizzato.
Sedili. Oltre a numerosi provvedimenti di minore entità, per quanto riguarda i sedili, in particolare, è stato ridotto il peso degli schienali nel vano posteriore, per risparmiare in totale fino a 7 kg. Di nuovo grazie al metodo degli elementi finiti (FEM) e all’utilizzo di acciai ad alta resistenza abbinato alla saldatura laser è stato possibile ottimizzare sia gli spessori che la geometria dei profili. Agli ingegneri è bastato questo e l’impiego di agganci degli schienali più leggeri per ottenere una riduzione di peso superiore al 15%.
 
Carrozzeria. La carrozzeria deve essere stabile per poter garantire una sicurezza ottimale e il massimo comfort. Allo stesso tempo la sua struttura dovrebbe restare agile e scattante per fare in modo che tutta la vettura sia leggera ed efficiente. Stabilità e leggerezza: conciliare questi due parametri è sempre stata una delle sfide più grandi del mondo automobilistico. In particolare se l’auto, come nel caso della Golf, deve poter essere acquistata da milioni di persone. Materiali estremamente costosi come alluminio, magnesio o persino materiali in fibra di carbonio sono esclusi a priori in questo segmento, quanto meno in grandi quantità. Di conseguenza la Volkswagen si basa sulle sinergie del pianale modulare trasversale (MQB), un approccio innovativo con acciai ad alta resistenza e processi di produzione all’avanguardia. I 23 kg in meno, senza costi aggiuntivi, ottenuti nel settore della struttura di carrozzeria nonostante le maggiori dimensioni della vettura e i requisiti ancora più severi relativamente a rigidità e caratteristiche anti-crash, dimostrano che questo sistema funziona.


Motori.
Che la Golf VII sia basata sul pianale modulare trasversale è un aspetto tecnico non privo di significative conseguenze. Si tratta infatti di una Golf nuova in pressoché tutte le sue parti: dalla carrozzeria, agli interni, ai motori, compresi i sistemi di infotainment, fino ai numerosi nuovi sistemi di assistenza. Sono state mantenute sostanzialmente solo alcune soluzioni tecniche che, già sul modello precedente, hanno dimostrato di essere idonee alle sfide del futuro, quali ad esempio il cambio DSG a doppia frizione a 6 e 7 rapporti. Tutto il resto è nuovo e riserva molte sorprese. Basti pensare alle motorizzazioni, per esempio. Nessuno dei motori del modello precedente è stato mutuato senza subire variazioni. In dettaglio, la Golf Volkswagen ha sviluppato due generazioni di propulsori completamente nuovi. Tutte le versioni sono dotate di serie dei sistemi start/stop (riduzione dei consumi fino al 4%) e di recupero dell’energia (riduzione delle emissioni di CO2 del 3%). Grazie alla sinergia delle diverse misure adottate è stato possibile contenere le emissioni di CO2 fino ad un massimo del 23%.
Selezione del profilo di guida. Per la prima volta sulla Golf viene inoltre proposta una funzione che permette di scegliere il programma di guida preferito. Sono disponibili complessivamente quattro opzioni, che diventano cinque in abbinamento al DCC (regolazione adattiva dell’assetto): Eco, Sport, Normal, Individual e, con il DCC, anche Comfort. In particolare, con il profilo di guida Eco, il funzionamento del motore, del climatizzatore e di ulteriori gruppi ausiliari, viene gestito nell’ottica del massimo contenimento dei consumi. Inoltre, sulle vetture con DSG la modalità Eco prevede la funzione che sfrutta l’inerzia: se il guidatore solleva il piede dal pedale dell’acceleratore (ad esempio avvicinandosi a un semaforo o percorrendo tratti in discesa) il DSG “stacca” la frizione e il motore gira al regime del minimo. In questo modo, adottando uno stile di guida opportuno, l’energia cinetica della Golf può essere sfruttata in modo ottimale.

Motorizzazioni benzina
Come propulsori benzina vengono impiegati esclusivamente TSI sovralimentati a iniezione diretta (4 cilindri a quattro valvole). Le motorizzazioni benzina disponibili al debutto della nuova Golf vantano rispettivamente 85 e 140 CV di potenza. Già quella meno potente sorprende per il consumo nel ciclo combinato pari ad appena 4,9 l/100 km (a fronte di emissioni di CO2 di 113 g/km): 0,6 litri in meno del corrispondente motore del modello precedente. Per la prima volta la Golf viene inoltre proposta con il sistema di gestione attiva dei cilindri ACT, applicato al TSI 140 CV: un motore che così equipaggiato soddisfa già oggi la futura norma sui gas di scarico Euro 6 grazie anche a un consumo nel ciclo combinato di appena 4,8 l/100 km (pari a 112 g/km di CO2). A titolo di confronto, l’analogo motore del modello precedente dotato di 122 CV, già parco nei consumi ma con 18 CV in meno di potenza, consumava 6,2 l/100 km (con emissioni di CO2 di 144 g/km).

ACT – Funzionamento in dettaglio. Il sistema di gestione attiva dei cilindri (ACT) del 1.4 TSI è una vera pietra miliare. La Volkswagen è la prima Casa automobilistica al mondo a impiegare, su motori a quattro cilindri prodotti in grande serie, questo dispositivo tecnologico innovativo, finalizzato al contenimento dei consumi. Nel caso della nuova Golf VII è abbinato al motore TSI 140 CV. Ecco il principio di funzionamento di questo sistema: a basso e medio carico, due dei quattro cilindri vengono disattivati, consentendo così di ridurre il consumo nel ciclo combinato di 0,4 l/100 km. L’esclusione dei cilindri si verifica quando il regime è compreso tra 1.400 e 4.000 giri e la coppia fino a 85 Nm.

Motorizzazioni Diesel
Completamente rinnovata anche la gamma di motori Diesel. I motori a gasolio a iniezione diretta, anch’essi sovralimentati a 4 cilindri con quattro valvole, erogano 105 e 150 CV di potenza. Il grado di efficienza dei motori Diesel della nuova Golf è esemplare fin dal modello di accesso, il TDI 105 CV, che vanta un consumo nel ciclo combinato di soli 3,8 l/100 km (pari a 99 g/km di CO2). Con il modello precedente questo valore veniva raggiunto solamente dalla specifica Golf BlueMotion, non dalla versione di accesso, come invece accade con la nuova Golf. Anche il TDI 150 CV della Golf, tuttavia, è estremamente efficiente, com’è confermato dal consumo nel ciclo combinato di 4,1 l/100 (per 106 g/km di CO2). È ancora una volta la Golf BlueMotion a ottenere i valori migliori: grazie all’impiego di soluzioni specifiche, con solo 85 g/km di emissioni di CO2 e un consumo nel ciclo combinato di 3,2 litri di gasolio per 100 km, la nuova Golf BlueMotion è un punto di riferimento non solo all’interno della gamma; un tipico esempio della forza innovativa della Marca, che mostra come la Volkswagen impieghi le tecnologie BlueMotion nei modelli che si susseguono, sviluppandole ulteriormente.

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