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lunedì 9 gennaio 2012

Salone di Detroit 2012: anteprima mondiale della E-Bugster, ipotesi di Beetle elettrica

 
 Per molti rappresenta l'auto più simpatica dell'epoca moderna: The Beetle, erede di un'icona dell'automobilismo. Ha debuttato lo scorso aprile a New York, poi è stata commercializzata nei vari mercati. È la Beetle più sportiva di tutti i tempi: 200 CV di potenza massima e, dal momento che ogni versione della Beetle punta per natura
all'agilità, anche le varianti con meno cavalli (per il mercato americano a partire da 170 CV, per quello europeo da 105 CV) sono sinonimo di piacere di guida senza compromessi, chilometro dopo chilometro. La Volkswagen, al North American International Auto Show di Detroit, dimostra che una simile sportività si può ritrovare anche su una Beetle a trazione esclusivamente elettrica. Proprio per questo è stata sviluppata la E-Bugster, una Beetle speedster a due posti con 85 kW di potenza, che raggiunge in 10,9 secondi le 60 miglia orarie, in totale assenza di emissioni, ma con un look davvero grintoso.

 
Blue-e-Motion per un futuro pulito
 Il cuore elettrico della E-Bugster si trova nella parte anteriore
dell’auto e pesa solo 80 kg. L'energia di alimentazione del motore
elettrico è accumulata in una batteria agli ioni di litio, i cui moduli si
trovano dietro i sedili anteriori. La capacità della batteria, pari a
28,3 KWh, regala nel ciclo urbano un'autonomia di almeno 110
miglia (180 km): anche in un Paese immenso come gli Stati Uniti,
una simile distanza risulta sufficiente per la maggior parte dei
pendolari per recarsi al lavoro e fare ritorno a casa. Poiché la
Volkswagen dispone di una funzione di carica rapida, presso
apposite postazioni la batteria può essere “rifornita” nell'arco di 35
minuti. La batteria della E-Bugster può inoltre essere caricata in casa
tramite le normali prese statunitensi da 120 volt (per le reti europee
da 230 volt). La presa per la ricarica si trova sotto lo sportellino che
normalmente cela il bocchettone per il rifornimento.
Grazie al nuovo sistema di caricamento combinato Combined
Charging Systems – realizzato in collaborazione con Audi, BMW,
Daimler, Porsche e con i partner americani Ford e General Motors /
Opel – la E-Bugster si può “caricare” nei seguenti modi:
 ricarica con corrente alternata monofase
 ricarica veloce con corrente continua (colonnine elettriche)
Con ciò si sviluppa un nuovo e uniforme standard industriale per le
spine delle auto elettriche future, a disposizione di tutte le case
costruttrici. Questa omologazione va oltre la normale spina: il
sistema prevede identica gestione di tutti i tipi di ricarica,  con una
conseguente riduzione dei costi e favorendo la diffusione
dell’elettromobilità a livello mondiale.
 
Caricare la batteria frenando
 Il guidatore della E-Bugster può visualizzare quanta energia viene
richiesta agendo sull'acceleratore grazie a un apposito indicatore di
performance. Sono inoltre presenti un indicatore di autonomia e un
display su cui viene visualizzato il livello di carica della batteria. Un
altro strumento nuovo a bordo della Beetle è l'indicatore di recupero
dell'energia. Si tratta, più precisamente, del recupero dell'energia in
frenata: non appena il guidatore solleva il piede dal pedale
dell'acceleratore e/o effettua una frenata, l'energia cinetica viene
convertita in corrente e accumulata temporaneamente tramite la
batteria, aumentando così l'autonomia della E-Bugster. La
Volkswagen ha scelto di chiamare il sistema di trazione elettrica
Blue-e-Motion. Già nel 2013, questa stessa denominazione designerà
tra l’altro anche una Golf di serie.
 
Da concept a vettura di serie
 Il nome Bugster si rifà a un’altra concept car della famiglia Beetle:
la Ragster. Era il gennaio 2005. Anche allora il palcoscenico era
quello di Detroit. La Volkswagen presentò una New Beetle in
versione speedster con ragtop piatto (tetto ripiegabile): la Ragster
per l'appunto, un'anticipazione del design della Beetle di domani
(cioè quella appena lanciata). Più larga, più bassa e più sportiva. Nel
2005, riguardo alla fattibilità della concept car, si diceva che tutto è
ipotizzabile, oggi si dice che tutto è possibile. L'idea alla base della
Ragster, appunto una vettura più larga, più sportiva e con linea del
tetto più piatta, si è infatti concretizzata nell'ottobre 2011, con
l'attuale Beetle, a eccezione del ragtop. Resta ancora un punto
interrogativo sul nome: E-Bugster. La scelta si spiega facilmente: si
tratta di una combinazione fra la “E” che contraddistingue i modelli
elettrici, il soprannome statunitense della Beetle (“Bug”) e il termine
“speedster”, che indica le due posti cabriolet.
 
Proporzioni da vettura sportiva
 La E-Bugster è una Beetle che difficilmente potrebbe apparire più
dinamica. Un'autentica sportiva, alta meno di 1.400 mm, ossia circa
90 mm in meno rispetto a una normale Beetle, caratteristica, questa,
che già da sé trasmette grande forza, dando alla vettura proporzioni
decisamente aggressive. La larghezza (1.838 mm) è aumentata di 30
mm, la lunghezza (4.278 mm) resta invece invariata. Da qualsiasi
angolo la si osservi, la E-Bugster mostra un dinamismo davvero
singolare: in quest'ottica, alcuni dettagli della versione di serie sono
stati integrati da nuovi elementi di design. E se questa concept car è
già su strada, nata come per incanto, la ragione è molto semplice: già
durante lo sviluppo del modello di serie, appena lanciato sul
mercato, il team di designer della Beetle aveva studiato tutte delle
possibili evoluzioni future. Il che ha permesso, fra l'altro, la nascita
di una speedster con motore elettrico: la E-Bugster.

 
Frontale e posteriore della Bugster
 Sul frontale spicca immediatamente il parabrezza piatto e ampio, il
cui cristallo lateralmente si spinge oltre i montanti anteriori. La EBugster
dotata di fari con tecnologia LED si differenzia dalla Beetle
di serie anche per i paraurti personalizzati: a sinistra e a destra della
presa d'aria centrale, i designer hanno integrato luci diurne realizzate
con fasce di LED a forma di C (naturalmente speculari sul lato
destro). Fin dalla presentazione in Europa della e-up! (prototipo),
questa forma delle luci diurne è diventata una sorta di firma per le
concept car a trazione elettrica Volkswagen. Questi elementi di
design si ritrovano anche nel paraurti posteriore, anch'esso di nuova
concezione, modificati come catadiottri. E a chi crede che i cristalli
posteriori delle speedster debbano offrire una visibilità per forza non
ottimale, il lunotto della E-Bugster, estremamente ampio, dimostra
l'esatto contrario.

 
Profilo da speedster
 Una vera speedster ha cristalli piatti e tetto basso. E la E-Bugster
non fa eccezione. Esaminiamo dapprima le fiancate: sotto ai
passaruota, tipicamente pronunciati, si trovano cerchi da 20",
derivati dai Twister da 18" della Beetle, con pneumatici 235/35. E
fra i parafanghi ritroviamo il tipico motivo a “V” della fiancata, uno
dei segni distintivi storici della Beetle. Dal longherone, lo sguardo si
alza poi sull'ampia, liscia e omogenea superficie della porta e sulla
nervatura, come incisa da una lama, sopra la maniglia della porta
stessa. È proprio pochi centimetri sopra questo punto che la Beetle si
trasforma in speedster: i designer hanno infatti prolungato la linea
cromata della cornice inferiore dei finestrini verso il posteriore
facendo sì che si snodi come già sulla New Beetle Cabriolet, da un
montante anteriore all'altro. E sopra questa cornice cromata, in un
profilo ad arco appiattito, si sviluppa l’hard top della vettura. In
classico stile speedster, il raggio del tetto segue la cornice superiore
dei cristalli laterali. L'altezza tra il bordo inferiore cromato dei
finestrini e la linea superiore del tetto è di soli 400 mm. E così deve
essere per una speedster.
 
Abitacolo all’avanguardia
 La combinazione di alta tecnologia e dinamica si riflette anche negli
interni. Sedili profilati e tunnel centrale verniciato in tinta con la
carrozzeria sottolineano la sportività della E-Bugster. L’utilizzo
dell’alluminio come materiale per le maniglie apriporta e gli attacchi
delle cinture di sicurezza, come pure il volante in materiale leggero
creano un forte legame tra esterni e interni. Di particolare effetto è il
momento dell’accensione della E-Bugster: con il comando on/off
non solo si “accende” la vettura ma anche una coreografica
illuminazione che invade l’abitacolo di luce bianca che diventa blu.
La particolare atmosfera è esaltata da una sottile linea di luce di un
millimetro che percorre i braccioli delle porte e le bocchette
dell’aria.


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